La leggenda oscura della regina Giovanna a Napoli
A Napoli il confine tra storia e leggenda spesso si fa labile, e nessuna figura incarna questo dualismo con più fascino oscuro della regina Giovanna II. Regnante tra il 1414 e il 1435, Giovanna II d’Angiò-Durazzo è ricordata come una sovrana politicamente controversa, ma anche come protagonista di racconti popolari macabri che ne hanno trasformato la memoria in leggenda. Secondo la tradizione orale, il fantasma di Giovanna II a Napoli continuerebbe a infestare luoghi simbolici della città partenopea.
Nella memoria collettiva, Giovanna è entrata nell’immaginario come una figura seducente e spietata, una sorta di mantide che consumava notti di passione con amanti di ogni estrazione sociale, talmente numerosi che alcuni racconti sostengono cambiasse uomo ogni notte, per poi farli scomparire, senza lasciare traccia. Per chi ama le atmosfere gotiche, il fantasma di Giovanna II a Napoli rappresenta l’oggetto perfetto del mistero: un’anima tormentata che forse vaga tra i vicoli, i sotterranei e il Maschio Angioino, ancora alla ricerca di pace.
La leggenda della botola segreta nel Maschio Angioino
La leggenda del Maschio Angioino è tra le più inquietanti leggende napoletane che vedono protagonista Giovanna II. Secondo il racconto, la regina possedeva una botola segreta nella sua alcova all’interno del castello. Dopo aver soddisfatto le proprie voglie, gli amanti venivano fatti cadere nel buio di una fossa sotterranea, spesso descritta come collegata direttamente al mare o a una sala interna del castello.
La versione più macabra narra che in fondo alla botola giacesse un coccodrillo o un mostro marino, importato dall’Africa o dall’Egitto, che si nutriva delle vittime come un predatore silenzioso al servizio della regina. Altra variante arricchisce il mito descrivendo la presenza del mostro nelle prigioni del castello, dove prigionieri, amanti o congiurati sparivano misteriosamente, trascinati in mare dal rettile attraverso una fessura oppure una fossa scavata ad arte.
Una leggenda ancora più suggestiva racconta che, dopo aver eliminato il coccodrillo, le guardie utilizzarono una zampa di cavallo come esca per catturarlo e lo esibirono come trofeo esposto nel castello, secondo alcuni anche fino al XIX secolo.
L’immagine del fantasma di Giovanna II a Napoli assume così connotati tragici e tragicamente seducenti: lo spettro della regina potrebbe vagare tra le segrete del Maschio Angioino o sui bastioni con lo sguardo perduto, forse consapevole dell’orrore che ha scatenato in vita.
Leggenda oscura regina Giovanna Napoli e il suo fantasma errante
La dicitura evocativa «leggenda oscura regina Giovanna Napoli» incarna perfettamente il suggestivo alone che avvolge Giovanna II, una sovrana la cui fama oscura si radica tanto nella storia quanto nella tradizione popolare. Si racconta che ella intrattenesse relazioni con un numero incalcolabile di amanti, scelti persino fra i giovani popolani di bell’aspetto.
Secondo la leggenda, i lamenti dei suoi sventurati amanti, contemplati come «giocattoli vecchi» pronti all’oblio, si levano lungo il lungomare di Chiaia e si propagano fino a Mergellina, mossi dal vento e intrisi di dolore e disperazione. Tali urla, si dice, continuano a esistere nel presente, impregnando l’aria notturna di Napoli di un’angoscia che trascende il tempo.
Nella rappresentazione mitica, il fantasma di Giovanna II a Napoli non è solo ombra nostalgica, ma simbolo tangibile della crudeltà mitologica della regina, con la sua presenza che riverbera tra vicoli e onde marine.
Storia e mito: il segno duraturo del fantasma di Giovanna II a Napoli
Da un lato, Giovanna II fu davvero una figura storica controversa, coinvolta in intrighi di potere, scandali di corte e relazioni amorose ambigue. Il suo destino politico e personale fu narrato dai contemporanei come quello di una donna «lussuriosa», «dissoluta» e manipolatrice, divenuta simbolo di decadenza morale e ambizione (titoli come «Giovanna la pazza» o «Giovanna la dissoluta» ne ricamano l’immagine nell’immaginario collettivo).
Dall’altro, la leggenda del fantasma di Giovanna II a Napoli continua a popolare il folklore cittadino attraverso luoghi come il Maschio Angioino: qui, oltre alla botola della fossa del coccodrillo, si racconta che la sua anima tormentata si manifesti anche in località come Arquata del Tronto. In quella rocca, utilizzata come residenza estiva dalla sovrana, si narra che il suo spettro vaghi ancora oggi tra le mura del maniero, soprattutto durante le rievocazioni medievali del 19 agosto.