Conoscere il «nemico» è uno dei requisiti essenziali per batterlo
Spiegare i segreti del crimine – organizzato e non – e di come possa essere affrontato, non è mai cosa semplice. È un argomento che può essere declinato in tantissimi modi. E tutti contribuiscono a dare una immagine, per così dire, tridimensionale dei metodi di contrasto all’illegalità e all’opera delle cosche.
È l’approccio che caratterizza da anni l’opera di Giovanni Taranto: giornalista investigativo, esperto di lotta alle mafie, scrittore di gialli attraverso i quali divulga i veri criteri di indagine e di inchiesta e spiega i meccanismi del crimine, impegnato nel sociale e docente di giornalismo per seminari in collaborazione con vari atenei di tutta Italia. E ora lo scopriamo anche docente nell’ambito della formazione specialistica contro illegalità, malaffare, criminalità organizzata e corruzione.
Il seminario all’Unisob
Proprio di recente il «nerista» oplontino è stato in cattedra per un seminario su «Giornalismo investigativo e giornalismo investigativo sotto copertura» tenutosi nell’ambito del Master di Alta Formazione in Criminologia Clinica e Scienze Forensi dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Una sessantina gli iscritti.
«In realtà – spiega Taranto – quello con l’Unisob è un appuntamento che si perpetua da qualche anno e che mi consente sempre di portare i partecipanti ad esplorare nuovi territori nei quali l’inchiesta giornalistica entra in contatto e – a tratti – si fonde con l’indagine vera e propria. Stavolta abbiamo parlato di come un giornalista, anche affrontando altissimi rischi, possa agire legittimamente sotto copertura, ma anche di agenti provocatori, istigatori, infiltrati, e di come questi vari ruoli siano differenti nell’ambito investigativo vero e proprio e in quello giornalistico. Di come queste varie figure e fattispecie vengano considerate dal punto di vista legale in Italia e all’estero. E di ogni implicazione dal punto di vista pratico, anche alla luce di norme ordinistiche e deontologiche».
Un nuovo tassello, dunque, nella «mission» di Taranto che si avvale di ogni mezzo possibile per puntare i riflettori sul crimine e aiutare nella comprensione dei suoi meccanismi: conoscere il «nemico» è uno dei requisiti essenziali per poterlo battere.
Il lavoro letterario
E chissà che anche Gianluigi Alfano, il cronista di nera coprotagonista dei gialli sulle indagini del Capitano Mariani, non sia poi impegnato in qualche inchiesta sotto copertura. «Non si può mai dire – commenta l’autore – Magari lo ha già fatto. Solo che i lettori ancora non lo sanno…».
Un’allusione al quarto romanzo dedicato al Capitano, in uscita all’inizio del 2026? Lo scrittore non dice di più. Le sue opere pubblicate da Avagliano con le indagini del Capitano Mariani, inserite perfino nei cataloghi delle università di Harvard e Princeton, hanno ottenuto di recente l’importante riconoscimento di «Migliore serie italiana di romanzi crime», e i suoi racconti sul Commissario Palumbo hanno già riscosso grande successo, arrivando alla pubblicazione nelle raccolte dei vincitori del concorso Gialli.it/Gialli Mondadori.
Entrambi i personaggi potrebbero arrivare sul grande e il piccolo schermo, e anche in questo campo le cose si stanno muovendo in maniera relativamente veloce. «Io ci spero fortemente, e abbiamo ottime e concrete novità in questo senso. – conclude Taranto – Ma, come direbbe in romanesco il Capitano Mariani, si nun vedo, nun ce credo».