Le fiamme hanno avvolto 40mila mq di rifiuti plastici e gommosi
Un’enorme nube nera ha avvolto l’area di Teano, in provincia di Casertaa, dopo il devastante incendio che, lo scorso 16 agosto, ha colpito lo stabilimento della Campania Energia in località Consolata. Le fiamme, domate dopo ore di lavoro dai Vigili del Fuoco, hanno interessato circa 40mila metri quadrati di rifiuti plastici e gommosi, generando grande allarme per le possibili ricadute ambientali e sanitarie.
La Prefettura di Caserta ha immediatamente attivato i tecnici dell’Arpac, che stanno effettuando rilievi su aria e suolo per accertare l’eventuale presenza di sostanze nocive come diossine, furani e policlorobifenili. Un laboratorio mobile è stato posizionato a Riardo, mentre ulteriori campionamenti sono in corso a Teano e Sparanise per monitorare l’evoluzione della qualità dell’aria. Accanto al lavoro degli inquirenti, che indagano su cause e responsabilità, non si ferma il dibattito politico.
Il nodo rifiuti
Particolarmente ferme le dichiarazioni di Marco Cerreto, deputato campano di Fratelli d’Italia e capogruppo in Commissione agricoltura. Cerreto ha ringraziato i Vigili del Fuoco per il lavoro svolto, ma ha puntato l’attenzione sulle gravi anomalie legate al sito. «Andremo sino in fondo per sapere perché vi erano tutti quei rifiuti ammassati, perché pare non si sia azionato alcun dispositivo antincendio e perché si è sviluppato questo rogo», ha dichiarato, aggiungendo che l’area coinvolta ricade in un distretto strategico per le acque minerali e le coltivazioni agricole di pregio.
Il deputato di FdI ha annunciato la sua intenzione di investire della vicenda sia il Commissario straordinario per la Terra dei fuochi, generale Vadalà, sia la Procura di Santa Maria Capua Vetere: «Sono andate a fuoco tonnellate di rifiuti stoccati lì da anni, probabilmente senza titolo. Il capannone era pieno di materiali detenuti illegittimamente, nonostante una lunga procedura di esecuzione immobiliare e un’asta giudiziaria. È inaccettabile che la nostra terra, ricca di eccellenze e già troppo segnata dal fenomeno della Terra dei fuochi, debba essere nuovamente vittima di eventi del genere».
Le ombre sulla vicenda
Cerreto parla apertamente di «probabili responsabilità amministrative e penali» e ribadisce l’impegno del Governo Meloni a contrastare chi tenta di replicare in quest’area «la stessa mano criminale che ha trasformato parti della Campania nella Terra dei fuochi».
Resta intanto da chiarire la vicenda giudiziaria e amministrativa legata al capannone, con l’imprenditore Salvatore Di Palma che da anni denuncia occupazioni abusive e mancati sgomberi. De Palma, che acquisì grazie ad un’asta il capannone più di dieci anni fa, non ne è mai entrato in possesso. Ora il suo capitale è andato in fumo, oltre al danno pure la beffa. Una storia di contenziosi, ricorsi e ordinanze disattese che getta ulteriori ombre su una vicenda già definita da più parti «l’ennesima bomba ecologica» innescata da mani criminali e prepotenti che per troppo tempo hanno spadroneggiato in una terra baciata dagli Dei ma diventata difficile a causa di pochi.