In 3 indicano il nome di Fulvio Macciardi come nuovo sovrintendente
Quella che doveva essere una nomina di alto profilo per uno dei templi della lirica mondiale si è ormai trasformata in una sceneggiata istituzionale. Da tempo il Teatro San Carlo di Napoli è ostaggio di rinvii, giochetti procedurali e assenze strategiche. Ora si tocca il fondo: tre consiglieri della Fondazione si sono riuniti per conto proprio e hanno scelto il nuovo sovrintendente, vergando il verbale su un semplice foglio bianco. Ma il presidente Gaetano Manfredi era altrove.
La riunione ufficiale? Salta per Manfredi
L’appuntamento formale era fissato dal presidente della Fondazione, Gaetano Manfredi, per stamattina alle 10.30. Ma il Consiglio di indirizzo non si è tenuto. Il motivo? Un impegno a Roma del sindaco legato alla riqualificazione dell’ex Italsider di Bagnoli. Ma Marilù Faraone Mennella, consigliere anziano e figura indicata direttamente dal Ministero della Cultura, ha preso l’iniziativa, Gianfranco Nicoletti (anch’egli in quota MiC) e Riccardo Realfonzo (designato dalla Regione Campania) hanno deciso di riunirsi lo stesso perché presente la maggioranza dei membri dello stesso Consiglio.
Il segretario del Consiglio di Indirizzo, funzionario dell’ente, non ha però verbalizzato la riunione (nonostante fosse stato nominato segretario lo scorso 26 giugno) e cio’ ha determinato la necessità di nominare come segretario uno dei membri del Cdi.
I tre hanno redatto un verbale a mano, su un foglio bianco e non su carta intestata, e indicato il nuovo nome da sottoporre al Ministero: Fulvio Macciardi.
Ma lo Statuto dice tutt’altro
Il problema è che tutto questo appare clamorosamente fuori norma. L’articolo 16 dello Statuto della Fondazione San Carlo, scrive l’Agi, è chiaro. Il comma 5 prevede che «i verbali delle deliberazioni del Consiglio di Indirizzo devono essere redatti dal Segretario del Consiglio e trascritti, in ordine cronologico, su un unico libro; essi devono essere sottoscritti dal Presidente e dal Segretario». Non solo.
Il comma 2 stabilisce che «la convocazione del Consiglio di Indirizzo è fatta dal Presidente, almeno cinque giorni prima della riunione», salvo urgenze documentate, «con avviso spedito a mezzo posta elettronica ovvero telefax o altro mezzo idoneo a comprovarne la ricezione». L’avviso deve contenere «il giorno, il luogo, l’ora della riunione e l’elenco degli argomenti da trattare». E ancora: «la riunione del Consiglio si considera tenuta nel luogo in cui si trovano il Presidente e il Segretario». Secondo il comma 8, «alle riunioni del Consiglio di Indirizzo partecipano i componenti del Collegio dei Revisori, a cui va inviato l’avviso di convocazione».
Il nome in pole, ma senza unanimità
Fulvio Macciardi (violinista, ex sovrintendente e direttore artistico del Comunale di Bologna, figura di rilievo nel panorama delle fondazioni liriche, membro dal 2023 del board di Opera Europa) è un nome apprezzato dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, ma che non incontra il favore di Manfredi, il quale preferirebbe una linea di continuità con la gestione precedente di Stéphane Lissner, andato via ad aprile dopo cinque anni. Continuità che potrebbe essere garantita da Emmanuela Spedaliere. Il suo nome, però, è al centro di numerose polemiche e dubbi sollevati dal consigliere comunale Catello Maresca.
Già a luglio, il Consiglio di indirizzo aveva preferito rinviare la decisione, limitandosi ad annunciare l’intenzione di valutare le candidature raccolte tramite una precedente manifestazione di interesse, senza escludere nuovi profili. Ma a quanto pare, anche questa strada si è persa nei meandri dell’immobilismo. E ora, la prospettiva è che anche questa nomina finisca a carte bollate, come avvenne per lo stesso Lissner, rimosso in base a una norma sull’età massima per gli stranieri negli incarichi pubblici e poi reintegrato dai giudici amministrativi.
Manfredi, regista dell’impasse
Il ruolo di Gaetano Manfredi è sempre più centrale, ma in negativo. Dopo il comunicato dei tre rappresentanti, il primo cittadino si è affrettato a precisare, secondo quanto riportato da «il Mattino», che la riunione dei tre non ha un valore formale, essendo stato sconvocato il consiglio di indirizzo. Il sindaco del Comune di Napoli, a oggi, sembra sempre più il presidente di una Fondazione incapace di garantire trasparenza, e lo stesso Manfredi sembra ormai più parte del problema che la soluzione. E intanto, il Teatro San Carlo, patrimonio della città e dell’Italia intera, resta senza guida. Ancora una volta, nelle mani delle carte bollate.