Delitto di Garlasco, i consulenti Stasi: sudore e sangue nell’impronta sul muro

Scontro tra le difese del condannato e di Andrea Sempio

L’impronta 33, repertata su un muro delle scale in fondo alle quali fu trovato il corpo senza vita di Chiara Poggi, sarebbe la traccia del palmo di una mano non impregnato solo di sudore ma di sudore e sangue. È l’esito di una consulenza depositata dalla difesa di Alberto Stasi, il fidanzato della ragazza che sta espiando 16 anni di carcere, nell’indagine nei confronti di Andrea Sempio, ritenuto, in linea con la Procura di Pavia, il titolare di quella traccia.

La simulazione 3D e le ipotesi dei consulenti

Oscar Ghizzoni, Ugo Ricci e Pasquale Linarello, che hanno condotto un esperimento giudiziale svolto in laboratorio, una simulazione in 3D al computer, hanno ipotizzato anche che chi ha lasciato quella manata si sia appoggiato alla parete per non perdere l’equilibrio, senza però scendere i gradini. E poi, prima di fuggire, si sia pulito frettolosamente le mani dal sangue usando un asciugamani.

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«Siamo giunti a conoscenza del deposito ancora una volta dai media. Nessun timore, è una consulenza di parte che ha il medesimo valore della nostra. Niente è stato accertato. Siamo fiduciosi che la verità su Andrea verrà a galla, prima o poi», commenta l’avvocata Angela Taccia, uno dei legali del nuovo indagato. Per arrivare a questo esito, Ghizzoni, Ricci e Linarello, hanno lavorato per settimane all’impronta 33, ‘grattata’ 18 anni fa dalla parete della villetta di Garlasco: di quell’intonaco, agli atti, non è più rimasto nulla se non una foto su cui ci sono pareri discordanti. Per loro e per i pubblici ministeri è di Sempio, mentre per i suoi avvocati e per gli avvocati dei genitori e del fratello di Chiara, non è così. Sono convinti che quella, oltreché non databile, sia solo una impronta intrisa di sudore e non individuabile.

L’esperimento in laboratorio

I tre esperti nominati da Stasi nelle scorse settimane hanno effettuato un esperimento giudiziale che è consistito nel replicare sul muro una serie di manate, a partire da quella di un palmo con solamente del sudore per poi proseguire con altre con sudore misto a sangue in quantitativi diversi, aumentando via via la concentrazione di quest’ultimo per concludere con una impronta solo con sangue. Dopo di che, ripetendo quello che aveva fatto il Ris a suo tempo, hanno spruzzato la ninidrina, un composto chimico che rileva amminoacidi e proteine, su ciascuna delle impronte ottenute in laboratorio.

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Le quali, a seconda delle concentrazioni ematiche e di sudore, hanno assunto colorazioni diverse, dal violetto al viola più intenso. A questo punto si è proceduto con la comparazione con l’immagine disponibile dell’impronta 33. Il risultato è stato che la gradazione di viola di quest’ultima ha coinciso con quella dell’impronta sperimentale in cui il sangue in quantità non rilevanti è stato mescolato al sudore che è prevalente. Da qui la conclusione che quella mano aveva toccato il sangue ed era stata pulita velocemente con un asciugamani, per esempio uno dei teli da mare spariti dalla villetta di Garlasco.

Test e risultati contrastanti

Inoltre i consulenti hanno grattato dal muro la traccia su cui si sono concentrati che è stata divisa in due parti: una più scura e quindi con una maggiore concentrazione ematica e una più chiara e quindi con la prevalenza di sudore. Come 18 anni fa hanno usato il test Combur test: nella prima la reazione è stata veloce e nella seconda molto più lenta e quindi le risultanze sono state diverse dall’esito «dubbio» del 2007.

Infine le due parti dell’impronta in questione sono state trattate con l’Obti test e, come allora, il risultato è stato negativo: ciò significa, per Ghizzoni, Ricci e Linarello, che probabilmente la reazione a questo test specifico per il sangue umano è stata inibita o dalla stessa ninidrina o dall’intonaco. A loro avviso ciò non esclude i sospetti su un eventuale presenza di sangue, dato che l’operatore, all’indomani del delitto, ha visto in quella traccia un alone particolare e ha ritenuto di procedere con gli esami. A questa consulenza ora vanno trovati ulteriori riscontri. Il come è tutto da stabilire.

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