Dj Godzi, il padre diffonde l’ultimo messaggio di Michele Noschese

Le autorità dicono sì alla Tac e a nuovi esami

Ci sarebbe la «continua assunzione di droga» all’origine della morte di dj Godzi, alias di  Michele Noschese – la mattina di sabato scorso, ad Ibiza – e delle ore di follia che l’avrebbero preceduta: lo sostiene la Direzione generale della Guardia civil spagnola che, all’esito di una «indagine approfondita e dettagliata», volta a «chiarire in modo completo e rigoroso» le circostanze del decesso, ricostruisce i fatti e ribadisce la correttezza dell’operato dei suoi agenti.

La stessa autopsia, viene sottolineato, non ha evidenziato segni di violenza sul corpo del giovane, ma la famiglia di dj Godzi e producer trentacinquenne continua a volerci vedere chiaro ed ha chiesto, e ottenuto, lo svolgimento di nuovi esami diagnostici.

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La versione della Guardia Civil

È una drammatica successione di eventi «confermati dai testimoni», quella messa nero su bianco dalla Guardia civil. Sabato mattina – si legge in un comunicato – gli agenti sono intervenuti nel complesso di Roca Lisa, a Santa Eulalia, dopo varie segnalazioni al 112 da parte dei residenti di «gravi alterchi e colluttazioni» in un’abitazione. A quanto pare, sottolinea la Guardia civil, una donna, presunta compagna di Noschese, era fuggita da un balcone per salvarsi dall’aggressione dell’uomo. La giovane aveva riportato numerosi lividi e si era rifugiata nella casa vicina, temendo che l’aggressore potesse continuare a farle del male.

Sempre secondo la ricostruzione della Guardia civil, il giovane aveva avuto anche «una violenta discussione con due individui presenti nell’abitazione». Al loro arrivo gli agenti hanno visto Noschese – «evidentemente sotto l’effetto di droghe» e «in preda ad allucinazioni» – che era saltato dal balcone ed era entrato nella casa del vicino, un anziano, che «minacciava con un coltello mentre lo teneva per il collo».

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Davanti all’imminente pericolo, gli agenti, insieme al personale di sicurezza del complesso residenziale, sono intervenuti per bloccare l’aggressore, che avrebbe opposto una «violenta resistenza». Il dj, immobilizzato, avrebbe perso conoscenza poco dopo ed è morto, nonostante i tentativi degli agenti – e poi dei sanitari – di rianimarlo.

I risultati dell’autopsia

La Guardia civil fa riferimento anche ai risultati dell’autopsia, la quale «ha accertato, in attesa dei definitivi risultati tossicologici, che la possibile causa del decesso è stata la continua assunzione di stupefacenti. Non sono stati riscontrati segni di violenza e, pertanto, è stata esclusa la possibilità di un collegamento con l’intervento degli agenti». Inoltre, nell’abitazione della vittima, «sono state trovate tracce di stupefacenti, identificati come 2CB, ketamina e cocaina».

Della ragazza presente nell’appartamento ha parlato nei giorni scorsi anche Raffaele Rocco, amico e coinquilino di Noschese, dicendo che si tratta di un’argentina che abita con loro, ma senza fare riferimento a una relazione tra lei e dj Godzi. Rocco ha anche confermato che sabato mattina molti vicini erano stati allertati proprio dalle urla della ragazza, che era scappata: non però perché aggredita da Noschese, ma perché spaventata dal suo stato di agitazione. Tuttavia, al di là della ricostruzione di quello che è avvenuto prima della morte, l’aspetto più importante resta quello di chiarirne le circostanze.

Le indagini della famiglia

È per questo che i familiari del dj ritengono fondamentale la decisione della magistratura spagnola di autorizzare, come da loro richiesto, nuovi accertamenti diagnostici sulla salma: «una Tac total body e una risonanza magnetica all’encefalo», spiega il padre del giovane, Giuseppe Pugliese, ortopedico, che potrebbero rivelare lesioni ossee o dei tessuti molli non evidenziate finora. Ai nuovi esami presente anche un perito della famiglia della vittima, che non ha invece potuto assistere all’autopsia, il medico legale Juan Luis Poncela.

Noschese parla anche di quello che potrebbe essere l’ultimo messaggio che il figlio ha inviato, prima di morire. Un audio trasmesso a un amico pochi minuti prima dell’intervento delle forze dell’ordine: «Sono le 7.49 – dice Michele Noschese nel messaggio audio inviato all’ex inquilino con il quale sta litigando – alle 7.50 già sai quello che devi fare. Eliminato brother, fuori un altro, grazie per il supporto, però dovete uscire da casa mia». «Non voglio alzare la musica perché stanno dormendo i bambini, non mi far fare casino, chiamare la sicurezza».

A chiamare la polizia, però, saranno proprio i vicini. «Questo messaggio – dice il padre di Michele Noschese – l’ha inviato mio figlio 15 minuti prima dell’arrivo della Guardia Civil, ovviamente è tutto agli atti. Ho sempre avuto molta forza interiore, la mia forza ora nel ricordo di Miki il mio più amato compagno di giochi».

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