Carceri, il governo punta a liberare 30mila posti tra nuove strutture e misure alternative

Un piano di edilizia per aumentare la capienza di 15mila unità

Un piano di edilizia penitenziaria per la creazione di 15mila posti detentivi entro pochi anni, la ‘detenzione differenziata’ dei carcerati tossicodipendenti nelle comunità, circa diecimila persone, e l’accelerazione di procedure per i diecimila che hanno diritto alla liberazione anticipata. Il governo traccia in Cdm un piano ambizioso che prevede lo sfollamento di svariate migliaia di persone negli istituti penitenziari, potenzialmente oltre trentamila.

I numeri maggiori, in prospettiva, riguardano il progetto di ampliamento delle strutture, illustrato ai ministri dal commissario straordinario, Marco Doglio: il suo piano per l’edilizia penitenziaria 2025-2027, grazie a una spesa di 758 milioni (335 dal ministero delle Infrastrutture) di euro, punta a recuperare i primi 9.696 posti entro i prossimi due anni mentre altri cinquemila potranno essere realizzati in un arco temporale quinquennale.

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Ostellari: «Investimenti, non indulti»

«Niente indulti o svuota carceri: il sovraffollamento si combatte con investimenti in infrastrutture, rieducazione e sicurezza», sostiene soddisfatto il sottosegretario Andrea Ostellari.

Detenzione domiciliare per tossicodipendenti

C’è poi il disegno di legge sulla detenzione domiciliare, cosiddetta ‘differenziata’, per i detenuti tossicodipendenti, che avverrà in strutture verificate, essenzialmente di comunità.

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Nordio: «Non uno sfoltimento, ma un recupero»

«Non si tratta di uno sfoltimento carcerario – spiega il ministro della Giustizia, Carlo Nordio – ma del recupero di quei tossicodipendenti, che sono persone da curare, ma nello stesso tempo hanno commesso reati di un certo allarme sociale».

Il trattamento differenziato riguarda comunque persone che si sono macchiati di reati minori, come quelli contro il patrimonio, furti, scippi, rapine e violazioni di domicilio, commessi in relazione alla tossicodipendenza.

Requisiti specifici per l’accesso alla misura

«Deve esserci una relazione tra quest’ultima e il reato che si commette, perciò non tutti i tossicodipendenti possono godere della detenzione differenziata – spiega Nordio – . Considerando che il 31% usa sostanze stupefacenti o alcoliche, se solo un terzo partecipasse a questo tipo di programma avremmo una diminuzione di diecimila tossicodipendenti nelle carceri. Questo ridurrebbe in maniera sensibile il sovraffollamento. Dunque si tratta di un cambiamento di rotta e di una visione non più solo ‘carcerocentrica’».

Liberazione anticipata per altri 10mila detenuti

Una cifra analoga potrebbe essere raggiunta poi con l’attuazione del decreto sulla liberazione anticipata, che – spiega ancora il ministro – «non richiede una legge nuova, si tratta di valutare le condizioni di persone che, sia per quanto riguarda il fine pena che per i piani di recupero a cui si sottopongono, potrebbero usufruire della liberazione anticipata: sono circa 10mila».

Cartelle personalizzate e collaborazione con i magistrati

In questo caso l’idea è di creare una cartella personalizzata dove sono inseriti tutti i dati del carcerato, dal fine pena al trattamento che può consentire la sua liberazione. «Sono interventi operativi – chiarisce il ministro – di continua cooperazione con la magistratura di sorveglianza».

Più colloqui per i detenuti

Un ultimo provvedimento riguarda la comunicazione dei detenuti: i colloqui consentiti aumentano da uno alla settimana a sei al mese mentre per i detenuti responsabili dei delitti più gravi (articolo 4-bis) i colloqui passano da due a quattro al mese.

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