La base logistica in un autolavaggio
Blitz anticamorra contro il clan Mazzarella e le sue principali articolazioni a Napoli e provincia: 25 misure cautelari. La Polizia di Stato ha dato esecuzione a una ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di 18 persone, gli arresti domiciliari per 2 persone e il divieto di dimora nel comune di Napoli nei confronti di 5 persone, tutte gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di stupefacenti, ricettazione, detenzione di armi clandestine e detenzione e porto abusivo di armi da sparo.
Il clan Mazzarella e le sue ramificazioni
All’esito di indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea e condotte, tra il 2022 e il 2023, dalla Squadra Mobile di Napoli, che hanno ricostruito e documentato la struttura e l’operatività del clan Mazzarella e di alcune delle sue principali articolazioni. In particolare, le indagini si sono concentrate su tre ramificazioni della «confederazione Mazzarella»: il gruppo operante nella zona del Connolo e facente capo alle famiglie Barattolo e Galiero, quello attivo nell’enclave di Forcella, con a capo la famiglia Buonerba – anche nota con il soprannome di «Capelloni» -, e quello di Poggioreale, facente capo alla famiglia Nunziata, i cosiddetti «Castagnari».
Controllo del traffico di droga e base logistica in un autolavaggio
L’indagine ha documentato come i vertici del clan, anche a seguito di arresti eccellenti intervenuti in tempi recenti, sarebbero stati in grado di gestire tutte le attività illecite. Nello specifico, il clan Mazzarella avrebbe controllato il traffico e la vendita al dettaglio delle sostanze stupefacenti, attraverso una collaudata filiera di approvvigionamento delle numerose piazze di spaccio nelle zone di sua «competenza».
Scoperto anche un autolavaggio, gestito da alcuni degli indagati, che sarebbe stato utilizzato dal clan come base logistica per stabilire contatti con gli acquirenti e per la conseguente vendita di cocaina, hashish e marijuana, oltre a un immobile destinato allo stoccaggio e confezionamento della droga.
Armi, contabilità dei proventi e sostegno ai detenuti
Importanti elementi di prova sono emersi anche con riguardo alla ingente disponibilità, da parte degli indagati, di armi – anche di grosso calibro – e munizionamento vario. Gli appartenenti al clan sarebbero andati in giro costantemente armati e spesso scortati da altri affiliati, al fine di prevenire agguati dei rivali.
Nel corso delle indagini sono state sequestrate pistole di vario calibro con il relativo munizionamento. Inoltre, il reggente del clan avrebbe gestito gli incassi per il mantenimento dei detenuti e delle loro famiglie, con tanto di documentazione per la contabilità sequestrata nel corso delle indagini.
Gli indagati sono complessivamente 57
Il gip di Napoli Gianluigi Visco ha disposto il carcere per Luciano Barattolo; Eduardo e Pasquale Buonerba; Salvatore Di Caprio; Cristian Nunziata; Gaetano Galiero; Rosario Ciro Mazio; Pietro Uliano; Ferdinando Spirito; Michele Mazzarella (elemento di vertice dell’omonima famiglia); Giuseppe Esposito; Vincenzo Terracciano; Raffaele Anastasio; Mauro Cirullo; Vincenzo Scando; Salvatore Carnevale; Angelo Della Torre e Antonio Scando. Domiciliari invece per Ciro Iorio e Salvatore Rea. Divieto di dimora, infine, per Omar Guediche; Emanuele Giovanniello; Danilo Chiumeo; Vincenzo Carnevale e Marco Sicuro.