Il governo punta a superare il sistema del click day
Dopo i 450mila del triennio 2023-2025, il governo Meloni autorizza l’ingresso in Italia di altri 500mila lavoratori stranieri dal 2026 al 2028. Sono i numeri del nuovo decreto flussi approvato dal Consiglio dei ministri su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e del Ministro del turismo Daniela Santanché.
L’obiettivo del provvedimento, spiega Palazzo Chigi, è di consentire l’ingresso in Italia di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile. Inoltre, con la stabile individuazione di un meccanismo d’immigrazione legale e controllato, si attivano canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i Paesi di origine dei flussi migratori e si costruisce uno strumento per il contrasto a fenomeni di irregolarità nell’ingresso e permanenza nel nostro Paese, nella lotta contro il lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori.
Le cifre del triennio 2026-2028
Il decreto prevede, per il 2026, 164.850 ingressi autorizzati. Nell’arco del triennio 2026-2028 le unità autorizzate saranno 497.550, con la seguente ripartizione: lavoro subordinato non stagionale e autonomo, 230.550 unità; lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico, 267.000 unità. Le quote sono state determinate tenendo conto dei fabbisogni espressi dalle parti sociali e delle domande di nulla osta al lavoro effettivamente presentate negli anni scorsi, con l’obiettivo di una programmazione che recepisca le esigenze delle imprese e che sia anche realistica.
Resta ferma la volontà, spiega il governo, di incentivare gli ingressi fuori quota, anche nella prospettiva di un ridimensionamento del meccanismo del «click day», che potrà avvenire seguendo un percorso graduale, che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine.
Lollobrigida: «Regolarità e integrazione»
Per Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, «garantisce presenza di immigrati regolari e garanzia alle imprese di poter impiegare forza lavoro regolare. Ci siamo impegnati per contrastare l’immigrazione irregolare e per garantire la possibilità a chi rispetta le regole di contribuire alla crescita economica dell’Italia così come dare la possibilità a chi arriva di avere una opportunità di integrazione e formazione. Con i flussi triennali, inoltre, si pone fine al caos preesistente durato troppi anni».
Il plauso della Coldiretti
Soddisfatta Coldiretti, secondo cui il decreto «rappresenta un importante passo avanti per garantire la disponibilità di lavoratori nei campi e, con essa, la produzione alimentare nel Paese». L’associazione auspica poi «il definitivo superamento del click day, permettendo alle imprese di presentare le richieste durante tutto l’anno, con il supporto delle associazioni agricole e in base alle reali esigenze stagionali».
Le critiche di Più Europa: «Solo numeri, pochi risultati»
Critico invece il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Il provvedimento, sostiene, «rischia di essere inutile se resta un aumento figurativo scritto nel decreto ma che non si converte in effettivi contratti di lavoro e permessi di soggiorno come accaduto in questi anni». I dati della campagna Ero straniero indicano infatti che nel 2024 solo il 7,8% delle quote di ingressi stabilite dal governo si è trasformato in permessi di soggiorno e impieghi stabili e regolari: sono state 9.331 le domande per l’ingresso di lavoratrici e lavoratori finalizzate presso le prefetture italiane su un totale di 119.890 quote assegnate nel corso dell’anno.