La segretaria attacca la von der Leyen, l’eurodeputato frena
Ha rispolverato le primarie e poi ha calibrato il tiro sulla presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen. Stefano Bonaccini ha fatto un vero e proprio controcanto ad Elly Schlein e, con un paio di uscite, ha marcato il distacco dalla linea della segretaria. L’eurodeputato Bonaccini è anche presidente del Pd ed esponente di spicco della minoranza del partito, la corrente riformista Energia popolare. Le sue ultime uscite, comunque, sembrano il preludio di una battaglia interna dell’area.
«In Parlamento si è ancora nominati piuttosto che eletti – ha detto Bonaccini – Per questo, se non cambia la legge elettorale e non si torna alle preferenze, io propongo al mio partito di fare le primarie per i candidati del Pd». Una delle conseguenze delle primarie, come delle preferenze, sarebbe la riduzione del potere di scelta delle segreterie, rispetto per esempio ai listini bloccati, dove le posizioni migliori – cioè i posti che garantiscono l’elezione – vengono assegnate dal partito.
La Commissione europea
Sull’Ue, Bonaccini è sembrato voler frenare gli attacchi di Schlein a von der Leyen. Da giorni la segretaria ripete: «Ursula deve capire che i nostri voti non possono essere dati per scontati». Il presidente Pd è apparso meno garibaldino: «Siamo il secondo gruppo del Parlamento europeo – ha spiegato – è naturale che pretendiamo di essere ascoltati sui grandi temi», ma «io non voglio neanche pensare che, dopo nemmeno un anno di governo, cada una commissione sostenuta da quattro famiglie europee, che è un grande, largo centrosinistra».
Eppure, l’area riformista sembra sposare la linea della segretaria: «Se va avanti così», von der Leyen «può scordarsi i nostri voti e il nostro sostegno», ha detto il coordinatore della minoranza Pd, Alessandro Alfieri. Mentre l’ex ministro Andrea Orlando, che ha sostenuto la corsa di Schlein alla guida del partito, plaude la segretaria: «Fa bene a incalzare affinché si vada ad un chiarimento».
Le primarie
Più trasversale l’attrazione per le primarie, che attraversa un po’ tutte le aree del partito. «La riflessione di Bonaccini mi convince – ha detto l’europarlamentare Sandro Rutolo, della sinistra Pd, componente della segreteria – è l’elettore che deve scegliere, i ‘figli di’ non ci possono più stare. Io sono per le preferenze, ma anche sulle primarie è giusto fare una riflessione». E anche Piero De Luca, che in Campania non è in buoni rapporti con Ruotolo, ha spinto la proposta di Bonaccini: «Le preferenze o le parlamentarie darebbero una maggiore e più forte legittimazione ai parlamentari. Mi paiono un buon modo per avvicinare la politica ai cittadini e un ottimo antidoto all’astensionismo»