Lady Fratoianni rischia il seggio: il caso Elisabetta Piccolotti mette in imbarazzo AVS

La sua elezione sarebbe viziata da un’anomalia nei conteggi

A volte la politica riesce a regalare momenti che nemmeno la satira saprebbe scrivere. È il caso della deputata Elisabetta Piccolotti, eletta in Puglia con Alleanza Verdi e Sinistra, moglie del segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Una coppia politica che si voleva inossidabile, e che oggi si scopre appesa a una manciata di voti e a un verbale elettorale finalmente riletto con attenzione.

Il seggio conteso tra Piccolotti e Soumahoro

Secondo la relazione depositata alla Giunta per le elezioni della Camera, infatti, l’elezione della Piccolotti sarebbe viziata da un’anomalia nei conteggi nel collegio plurinominale Puglia 04. Oggi salta fuori che quel seggio pugliese – un tempo rifugio sicuro per Lady Fratoianni – forse non era suo. Il seggio che le era stato attribuito, in realtà, spetterebbe ad Aboubakar Soumahoro, ex AVS oggi nel Gruppo misto.

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Sì, proprio lui, l’ex simbolo della sinistra inclusiva poi migrato al Gruppo misto, passando più in fretta di un treno Italo dall’attivismo etico al pragmatismo parlamentare. Una beffa politica clamorosa per un partito che, mentre si aggrappa a parole d’ordine come trasparenza, legalità e giustizia sociale, sembra inciampare proprio sulla correttezza formale della propria rappresentanza.

Piccolotti e la Tesla: vecchie polemiche e nuovi guai

Non è la prima volta che Piccolotti finisce nell’occhio del ciclone mediatico. Ancora vivo il ricordo della polemica sulla Tesla di casa, che il marito Fratoianni cercò di giustificare con una memorabile arrampicata sugli specchi: «È di mia moglie, la venderemo…», comprata, rivenduta, forse no, forse sì, vai a capire. Ora però il problema non è più l’incoerenza tra ambientalismo da salotto e auto elettrica di lusso. Il problema è il seggio stesso.

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La questione non è solo personale: è politica. Se confermata, la decadenza della Piccolotti rappresenterebbe un colpo durissimo per AVS, formazione che già sconta la partenza ingloriosa di Soumahoro e che fatica a trovare spazi e credibilità nel dibattito parlamentare. La perdita di un seggio, oltre a ridurre numericamente il gruppo, getterebbe un’ombra sulla gestione delle candidature e sull’effettivo radicamento territoriale della lista. In Puglia, evidentemente, qualcuno aveva fatto male i conti. Letteralmente.

Un simbolo della sinistra in crisi

Certo, la Giunta non ha ancora deciso. Un’istruttoria formale verrà avviata nei prossimi giorni. Ma la sensazione è che il vento stia cambiando. E che la sinistra radicale, troppo spesso occupata a impartire lezioni agli altri, stia oggi facendo i conti con i propri errori. Non ideologici, ma aritmetici.

Difficile immaginare una scena più emblematica del momento che vive AVS: tra attacchi al capitalismo globale, appelli ecologisti e moralismi a intermittenza, il partito rischia di perdere l’unica cosa che ancora gli garantiva una presenza, ovvero il seggio in Parlamento. E a far scivolare giù la Piccolotti, non è stata la destra, né il governo, ma un semplice verbale. Un ritorno brutale alla realtà.

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