«Ringhio» Gattuso ct della Nazionale: via alla rifondazione azzurra

Il tecnico operaio chiamato a far tornare grande l’Italia

Ha il volto e la ferocia agonistica dell’ultima Italia che si è issata in cima al mondo. Gennaro Rino Gattuso è ufficialmente il nuovo ct della tormentata nazionale di calcio: l’accelerata di Gigi Buffon che aveva rotto gli indugi annunciando di fatto l’ex compagno di squadra come sostituto di Luciano Spalletti ha fatto chiudere il cerchio che già da qualche giorno si era stretto intorno al Ringhio azzurro: a una settimana dall’altro annuncio, quello dell’esonero dell’ex Spalletti, la vacatio termina e il campione del mondo di Berlino a quasi 20 anni di distanza da quella notte memorabile torna in nazionale.

Un ritorno atteso: “Bentornato” Gattuso

‘Bentornato’ è infatti lo slogan con cui il 47enne di Corigliano Calabro viene accolto in quella che ha sempre comunque considerato la sua casa. Perché nella notte magica di Berlino, nell’Italia di Marcello Lippi campione del mondo, Gattuso era pedina fondamentale. «È un simbolo del calcio italiano, l’azzurro per lui è come una seconda pelle» l’investitura del presidente della Figc, Gabriele Gravina, che si è trovato a fronteggiare la tempesta, con il progetto Spalletti miseramente naufragato e una corsa contro il tempo da affrontare per portare l’Italia al mondiale americano del prossimo anno.

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Una missione difficile ma non impossibile

È questo il compito di Gattuso, una mission non impossibile ma certo non facile visti i risultati maturati finora dalla nazionale: carriera memorabile da calciatore (bandiera del Milan), tecnica non sopraffina, ma tenacia, grinta e un animo combattente, al limite del fumantino, che lo ha reso sempre un punto di riferimento per i compagni, da allenatore ha raccolto meno di quanto si potesse sperare. Ma ora quel guerriero è pronto a rimettersi in gioco per una causa che sente sempre molto sua, riportare la nazionale di calcio nei posti che merita.

La fiducia di Gravina e il progetto azzurro

«Le sue motivazioni, la sua professionalità e la sua esperienza saranno fondamentali per affrontare al meglio i prossimi impegni della Nazionale – sottolinea Gravina -. Consapevoli dell’importanza dell’obiettivo che vogliamo raggiungere, lo ringrazio per la disponibilità e la totale dedizione con cui ha accettato questa sfida, condividendo il progetto della FIGC di sviluppo complessivo del nostro calcio, nel quale la maglia azzurra riveste una centralità strategica».

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Dopo Spalletti, serviva una figura carismatica

Del resto dopo il tonfo con la Norvegia e l’addio di Spalletti, bisognava trovare una figura che al di là dell’esperienza o del gioco fosse iconica in ambito azzurro: non è facile rifiutare la panchina della nazionale di calcio (Claudio Ranieri che era stato la prima opzione per la Figc ha rinunciato anche per non venir meno agli impegni presi con la Roma), ma non è nemmeno facile dire di sì. Almeno in questo momento: con una squadra senza giocatori-simbolo e un obiettivo – la qualificazione mondiale – tutt’altro che scontato.

Gattuso rifiuta il Corinthians e sceglie l’Italia

Poteva volare in Brasile Gattuso (all’Hajduk Spalato sua ultima panchina aveva ricevuto la chiamata del Corinthians con una offerta da 5 milioni a stagione), ma ha detto sì alla Nazionale (sarà presentato giovedì prossimo a Roma), accettando il contratto di un anno e stipendi in linea con quelli federali.

Buffon il regista dell’operazione

Demiurgo dell’operazione Gigi Buffon, suo ex compagno di quell’Italia che rese azzurro il cielo di Berlino e che in Nazionale è tornato da capo delegazione con ampi poteri. E ci sarà molto di quella squadra in questa che Gattuso dovrà forgiare: i ragazzi del 2006 si rimettono in gioco, nello staff entreranno Leonardo Bonucci e Andrea Barzagli, difficile che come vice poi rinunci al suo storico secondo Luigi Riccio.

Un compito complesso per il nuovo ct

Quanto ai giocatori il parterre è quello: e allora il compito dell’uomo che ha fatto della determinazione e resistenza fisica la sua unicità è far emergere il talento che finora non si è visto. Donnarumma, Di Lorenzo e Barella dovranno prendere per mano anche i giovani che Gattuso con ogni probabilità chiamerà quando a settembre l’Italia tornerà in campo per affrontare prima l’Estonia e poi Israele nel difficile cammino di qualificazione.

L’obiettivo: qualificarsi al Mondiale

C’è da recuperare in termini di punti e anche di differenza reti, lo spauracchio dei playoff e ancora di più l’ansia-terrore di mancare il terzo mondiale di fila. E allora basta rifiuti, l’azzurro dovrà tornare stella polare. Ecco la nuova Italia targata Gattuso.

Setaro

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