La sua amministrazione ha incentivato il caos turistico
A Napoli, dove il turismo si consuma in una pizzetta mangiata in piedi tra un vicolo e un murales di Maradona, Gaetano Manfredi, sindaco e presidente dell’ANCI, si erge a paladino della lotta all’overturismo. Sì, proprio lui. Lo stesso Manfredi che ha contribuito, con una gestione a base di selfie, spritz e zeppole, a rendere la città una vetrina instagrammabile ma poco vivibile, ora invoca solennemente «una legge ad hoc» per governare i flussi turistici. E lo fa durante la seconda Conferenza Unesco sui beni culturali, aperta proprio oggi a Napoli.
«Sul fenomeno dell’overtourism abbiamo chiesto al governo una legge ad hoc che dia quegli strumenti per regolare questi processi, combinando quella che è la libera iniziativa imprenditoriale con la conservazione dei territori e anche la valorizzazione, la protezione di quella che è la vita quotidiana dei luoghi. Non possiamo più aspettare perché altrimenti questi processi diventano non più reversibili», ha dichiarato Manfredi ai margini dell’evento.
Un intervento che, a voler essere generosi, suona perlomeno ironico. Perché Napoli, negli ultimi anni, è diventata il prototipo del turismo “cotto e mangiato”: brevi soggiorni, pasti frettolosi, una foto col cornetto porta fortuna e via verso la prossima città da spuntare su TikTok. Il centro storico pullula di B&B nati come funghi, i quartieri si svuotano di residenti, e l’economia si concentra su un’offerta mordi e fuggi che arricchisce pochi e sfianca tutti. Emblematico il titolo dell’ultima manifestazione promossa dal comune: «Vedi Napoli e poi mangia».
E mentre i piani alti parlano di «valorizzazione» e «protezione della vita quotidiana», la realtà a terra racconta altro: una città dove si fa fatica a vivere, figuriamoci a proteggerla. E dove sindaco e amministrazione, più che difendere il tessuto sociale e culturale, sembrano impegnati a gestire il brand cittadino come si gestisce un franchising: più folla, più scatti, più incassi.
Le politiche miopi
«Stiamo facendo – ha ricordato Manfredi – una grande pressione a livello nazionale anche come Anci, come sindaci delle città, sia delle grandi città, diciamo storiche, ma anche delle tante città turistiche che soffrono delle difficoltà di gestione dei flussi turistici». Ecco, appunto: difficoltà. Ma difficoltà figlie anche di politiche miopi, che puntano tutto sulla quantità dei visitatori e mai sulla qualità dell’esperienza. Mancano visioni lungimiranti, incentivi a percorsi culturali più profondi, strategie per il turismo diffuso e sostenibile.
Il sindaco conclude sperando che qualcosa cambi: «Quindi io mi auguro che anche da questo incontro di oggi, dalla spinta che ci sarà, dalla mozione finale che verrà approvata, questa richiesta trovi poi una concretizzazione». Bene. Ma una buona legge nazionale sull’overturismo, se arriverà, potrà davvero funzionare solo se sostenuta da una politica locale coerente, responsabile, e soprattutto onesta nel riconoscere le proprie contraddizioni. Altrimenti è un po’ come lamentarsi della pioggia dopo aver passato anni a vendere ombrelli bucati.