Legge elettorale, la maggioranza accelera per garantire governabilità

Sale la tensione sui referendum

La nota congiunta firmata da Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Elly Schlein con la quale i leader dell’opposizione annunciano la partecipazione all’iniziativa promossa dalla Cgil «Il voto è libertà» viene interpretata nel centrodestra come un disperato tentativo di alzare l’asticella. «Non raggiungeranno mai il quorum, l’8 e il 9 giugno arriverà per l’opposizione una netta sconfitta», dice un esponente di primo piano della coalizione di governo che rivendica la scelta dell’astensione.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, annuncia che non ha alcuna intenzione di andare a votare. E così farà anche il ministro delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida. «La nostra linea è non parlarne», ribadisce un ‘big’ dell’alleanza guidata da Giorgia Meloni. Ma l’opposizione insiste, anche sulla scia dell’appello dell’Agcom che ha richiamato radio e tv a garantire una copertura adeguata della consultazione referendaria.

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Premier time a Montecitorio

Il tema non è tra i quesiti preparati dalla minoranza in occasione del premier time che si terrà a Montecitorio. Avrebbe voluto rilanciarlo Più Europa, ma in base al regolamento dovrà ‘cedere’ il passo all’altra componente del gruppo Misto, le minoranze linguistiche.

In ogni caso si attende un nuovo scontro tra la premier e i leader di Pd e M5s Elly Schlein e Giuseppe Conte, come già accaduto in occasione dell’ultimo appuntamento nel gennaio del 2024. Il presidente del Consiglio rimarchera’, dopo quanto detto la settimana scorsa al Senato, altri punti qualificanti dell’esecutivo e intanto lavora a compattare la maggioranza sui prossimi dossier in agenda.

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Nodo legge elettorale

Tra questi resta ‘aperto’ quello sulla legge elettorale. Nelle pieghe dei lavori parlamentari a Montecitorio e a palazzo Madama, sotto traccia si continua a parlare della possibilità di rivedere il sistema di voto. La premier avrebbe sondato venerdì gli alleati Salvini e Tajani, in un incontro nel quale – riferiscono fonti parlamentari della maggioranza – tra i vari argomenti si sarebbe parlato anche dell’importanza di tenersi pronti ad affrontare nel merito la questione. Assicurare una migliore rappresentanza e una maggiore governabilità: sono questi gli obiettivi che avrebbe indicato il capo dell’esecutivo nei suoi ragionamenti.

Ma per ora la partita è ancora in una fase interlocutoria, anche se sarebbe stata ribadita dalla stessa premier la necessità di accelerare e di procedere a un ampio confronto, perlomeno con una parte dell’opposizione interessata. I partiti della maggioranza stanno cominciando a fare i conti con i vari sistemi, quello preferito per Fdi e FI è il modello delle Regioni.

«Ci sono anche altri sistemi che ottengono lo stesso scopo, come ad esempio il cosiddetto Provincellum, che si basa su collegi uninominali ma assicura comunque un premio di maggioranza. è prematuro parlare di sbarramenti o di preferenze», ha detto il presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato Alberto Balboni.

«È chiaro che il Pd – dice un esponente delle forze che sostengono il governo – potrebbe chiederci di alzare la soglia di sbarramento, la verità è che non c’è affatto un clima adatto per un dialogo». Sul tema della reintroduzione delle preferenze, invece, la premier già si è espressa positivamente e anche FI ha fatto sapere di non essere contraria, anche se il convincimento è che si procederà in maniera cauta. Il dossier della legge elettorale ‘divide’ in maniera trasversale: «i parlamentari del nord non vorrebbero cambiarla, quelli del Sud sì…», confida un maggiorente della maggioranza.

Sicurezza, cittadinanza e riforme

Ma per ora sono altre le battaglie tra gli schieramenti. Se al Senato il centrodestra punta a chiudere sul decreto sulla cittadinanza in Commissione e a calendarizzare entro fine mese il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere, alla Camera lo scontro sarà sul dl sicurezza, con l’opposizione che punta il dito contro l’intenzione di tagliare i tempi. «Poi a giugno magari si aprirà una porta sulle riforme e anche sulla legge elettorale», dice un ‘big’ dell’alleanza di governo.

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