Il trono del Palazzo Reale di Napoli è sabaudo: un documento lo data nel 1874

Fino a oggi era considerato di fattura borbonica

Il trono del Palazzo Reale di Napoli, catalogato fino a oggi come di fattura borbonica e risalente al 1845-50, è stato, in realtà, commissionato dai Savoia e liquidato nel 1874. Lo attesta un documento. Una notizia che fa slittare la sua realizzazione di 30 anni, ma che principalmente riscrive la storia del trono, la sua origine e la cronologia del Palazzo.

La notizia è stata data durante la presentazione del restauro alla Reggia di Venaria, dove il trono è esposto fino all’autunno 2025, in occasione della preview della ventesima edizione di Restituzioni, una delle più importanti iniziative del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo. Il trono farà ritorno al Palazzo Reale di Napoli nel febbraio 2026.

Pubblicità

L’esposizione del trono a Venaria è frutto della collaborazione tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, il Palazzo Reale di Napoli e il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale che ne ha realizzato il restauro. L’intera operazione, resa possibile dal contributo di Intesa Sanpaolo, costituisce un ulteriore tassello del metaforico viaggio nelle regalità italiane intrapreso da tempo dalla stessa Reggia con numerose mostre, convegni e pubblicazioni.

«L’esposizione temporanea del prezioso Trono di Napoli rappresenta per noi una grande opportunità che abbiamo voluto cogliere per perseguire il filone tematico dedicato alla storia, all’arte e alla magnificenza delle corti, di cui la Venaria Reale è stata esempio paradigmatico, inaugurato dalla riapertura del complesso e proseguito negli anni. L’operazione è stata resa possibile grazie alla stretta collaborazione del Consorzio con il Palazzo Reale di Napoli e al contributo di Intesa Sanpaolo» spiegano Michele Briamonte e Chiara Teolato, presidente e direttrice del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.

Pubblicità Federproprietà Napoli

Osanna: «Conferma quanto fossero importanti Napoli e il suo Palazzo per i nuovi sovrani»

«L’attribuzione del Trono del Palazzo Reale di Napoli all’età sabauda rappresenta una scoperta di grande rilievo storico – commenta il direttore generale Musei Massimo Osanna – che conferma quanto fossero importanti Napoli e il suo Palazzo per i nuovi sovrani, a pochi anni dall’unificazione della penisola. Oggi il Palazzo Reale è al centro di un ampio intervento di trasformazione, reso possibile grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che permetterà di restituire ai visitatori un percorso museale rinnovato e accessibile a tutti i pubblici. I nostri luoghi della cultura non sono più soltanto spazi di conservazione e fruizione, ma si configurano sempre più come laboratori di ricerca e innovazione».

Setaro

Altri servizi

Napoli, terremoto alla II Municipalità, sfiduciato Marino: cancellata una giunta fallimentare

Un’amministrazione che ha prodotto solo immobilismo e confusione Nella giornata di ieri, quindici consiglieri sui trenta eletti nella Seconda Municipalità (la metà esatta del Consiglio,...

Auto travolge uno scooter e scappa: 16enne deceduto in ospedale

Acquisite le immagini di alcune telecamere Sarebbe stato travolto da un auto che non si è fermata a prestare soccorso. È questa l’ipotesi più probabile...

Ultime notizie

Fatture per operazioni inesistenti e indebite compensazioni fiscali: 15 arresti

Danno stimato per l’Erario di oltre 11 milioni di euro Smantellata una presunta organizzazione criminale attiva prevalentemente tra Firenze, Prato e Salerno, grazie a un’operazione...

Omicidio Della Gatta, colpo di scena in Appello: assolto il boss Michele Zagaria

Condannati invece Vincenzo Schiavone e Antonio Iovine Colpo di scena in Appello nel processo per un’omicido avvenuto nel Casertano 25 anni fa circa. La Corte...

Ex Ilva, tutti i nodi del rilancio: accordo di programma, Cig, Aia e investitori privati

Serve una soluzione sull’approvvigionamento del gas Accordo di programma, ammortizzatori sociali, ingresso di nuovi investitori privati. La strada per tenere accese le luci dell’ex Ilva...