Il primo cittadino resta vago, ma il tempo delle promesse è finito
Gaetano Manfredi sceglie di allinearsi alle parole del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ma la sua reazione appare più come una mossa diplomatica che come una risposta autenticamente risolutiva. Dopo l’affondo del magistrato – «una sagra della melanzana in meno e 700 telecamere in più» – il sindaco si accoda, senza però offrire spiegazioni. «Condivido molto la richiesta fatta dal procuratore Gratteri perché credo che un sistema di videosorveglianza diffuso ed efficiente, perché poi c’è anche la manutenzione oltre che l’installazione, sia fondamentale» ha dichiarato Manfredi, commentando l’appello del capo della Procura.
Eppure, quella del procuratore era un esempio provocatorio per sottolineare le priorità. Nonostante questo, il sindaco si è limitato ad accogliere l’invito con dichiarazioni generiche, evitando di ammettere le responsabilità della sua amministrazione rispetto a una questione nota da tempo.
«L’invito del procuratore è alla concretezza, a individuare le vere priorità. Dobbiamo lavorare sulla videosorveglianza perché abbiamo buchi importanti nell’area metropolitana. Napoli ha standard alti, che rafforzeremo ancora di più, ma non avviene lo stesso in molto comuni dell’area metropolitana e su questo bisognerà lavorare. Cercheremo di trovare risorse per fare in modo che la videosorveglianza sia capillare e non sia solo in città, ma in tutta l’area metropolitana» ha aggiunto il sindaco.
Ma quelle «lacune importanti» non sono certo una scoperta recente. La cronica carenza di sistemi di sorveglianza è un problema noto e dibattuto da anni. E Manfredi, invece di affrontare il nodo delle responsabilità politiche e amministrative, si rifugia nella promessa di progetti futuri, come già fatto in altre occasioni.
«Noi abbiamo lavorato in primo luogo sulla manutenzione del sistema. Oggi abbiamo più del 90 per cento delle telecamere già esistenti che sono funzionanti e proprio in questi giorni uscirà il bando per altre 300 telecamere in città su cui abbiamo completato i progetti insieme alle forze dell’ordine e alla magistratura» ha spiegato il primo cittadino. Una cifra che, a fronte delle criticità segnalate, risulta insufficiente per coprire davvero le aree più vulnerabili.
«Quasi tutte le Municipalità»
Lo stesso Manfredi ha infatti ammesso che l’obiettivo è arrivare a coprire «quasi tutte le Municipalità e dunque anche le aree in cui la videosorveglianza era più carente». Quel «quasi» pesa come un’ammissione implicita di una copertura ancora incompleta, nonostante le continue promesse.
«Stiamo trovando le risorse per fare un ulteriore intervento su cui stiamo preparando i progetti per fare in modo che la città possa avere una copertura di telecamere efficace, efficiente e capillare» ha aggiunto il sindaco. Ma anche in questo caso si parla di piani in fase preliminare, senza una tempistica chiara né un impegno concreto a breve termine.
Manfredi ha infine rivendicato i risultati ottenuti finora: un sistema che avrebbe permesso «a Napoli di trovare i responsabili della gran parte dei reati commessi, anche i più efferati». Una difesa che stride con l’allarme lanciato da Gratteri, che ha evidenziato un quadro ben più fragile e lacunoso.
In definitiva, la replica del sindaco suona come l’ennesimo tentativo di allontanarsi dalle critiche senza affrontarle davvero. Una strategia che riflette l’approccio della sua amministrazione, forse una delle meno concrete nella storia recente della città: tanti annunci, pochi risultati tangibili, mentre Napoli continua ad aspettare risposte vere.