Spaccio di stupefacenti per conto del clan: 14 misure cautelari

La droga dell’organizzazione venduta anche in carcere

Spacciava la sua droga anche nel carcere di Salerno il gruppo criminale legato al clan Fezza-De Vivo, sgominato con una maxi operazione dai finanzieri del Comando Provinciale di Salerno. Al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia sono stati notificate 14 misure cautelari ad altrettante persone a cui l’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Giuseppe Borrelli contesta l’associazione armata finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, aggravata anche dall’aver agevolato l’operatività del clan Fezza-De Vivo.

Le fiamme gialle hanno contestualmente sequestrato beni per circa 130mila euro. Il clan è un’organizzazione malavitosa opera nell’Agro Nocerino-sarnese e nelle zone limitrofe. Contestati anche un ingente numero di episodi di detenzione e cessione di cocaina, marijuana, hashish e il favoreggiamento personale, oltre che l’estorsione, il riciclaggio e l’autoriciclaggio.

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La ricostruzione degli inquirenti

Le attività investigative, svolte dal Gruppo di Salerno e dalla Compagnia di Cava de’ Tirreni del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Salerno, hanno preso spunto dalla cattura del latitante Daniele Confessore e dal sequestro di 13 chili di stupefacenti. Dopo la cattura del fuggitivo e il sequestro, infatti, il gruppo criminale si è subito riorganizzato, individuando un nuovo deposito per lo stoccaggio della merce e modificando le modalità di approvvigionamento e di trasporto, oltre che i necessari canali di comunicazione tra i componenti interni ed esterni alla rete organizzativa.

Nel corso dell’indagine, sono stati arrestati in flagranza di reato altri 4 soggetti nonché sottoposti a sequestro ulteriori 8 chili di hashish e 600 grammi di cocaina. In alcuni casi, sono state documentate richieste di droga dall’interno del carcere di Salerno – Fuorni da parte di uno dei soggetti (destinatario della misura cautelare) per la successiva vendita ad altri detenuti.

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L’indagato, anche grazie all’uso di cellulari, riusciva ad avere uno stabile canale di collegamento finalizzato all’attuazione degli scopi associativi e alla promozione e sviluppo del traffico di droga. È stato anche evidenziato il reimpiego dei proventi derivanti dalle condotte illecite in un’attività di sali e tabacchi; pertanto è stata disposta da parte del gip l’esecuzione di un sequestro preventivo finalizzato alla confisca del ramo di azienda di un’attività di rivendita di generi di monopolio, bar, caffè, commercio al dettaglio di articoli vari, nonché di denaro, crediti, beni mobili e beni immobili.

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