Dl Sicurezza, via libera dal CdM: dalle tutele legali per forze dell’ordine agli sgomberi lampo

Recepite le osservazioni del Colle

È stato espunta la norma che prevedeva l’obbligo per le università e le pubbliche amministrazioni di fornire informazioni riservate all’intelligence e anche la misura sulla coltivazione della cannabis «è stata leggermente ritoccata. È sempre una stretta, ma è stata inserita una deroga al divieto assoluto di produzione e commercializzazione della canapa». Per il resto il testo sul Dl sicurezza è quello preparato alla vigilia del Consiglio dei ministri che ieri ha dato il via libera al provvedimento.

E che ha recepito le osservazioni del Colle su alcune misure che erano contenute nel disegno di legge, soprattutto sulle detenute madri e sul divieto di vendita delle sim ai migranti senza permesso di soggiorno. Per il governo ora il testo non andrebbe modificato – questa la linea emersa durante la riunione (mancavano diversi ministri, tra cui il responsabile dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini) -, ma lo stesso ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato come il Parlamento sia sovrano.

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L’iter parlamentare e le richieste della Lega

L’iter del decreto tanto contestato dalle opposizioni dovrebbe partire dalla Camera dei deputati. Al momento sono previste le tutele legali per i poliziotti e i militari, ma non il cosiddetto ‘scudo penale’ – così ribattezzato dalle minoranze – che, però, potrebbe essere inserito nei passaggi parlamentari. Come altre misure richieste della Lega, soddisfatta in ogni caso – al pari delle altre forze della maggioranza – per la decisione dell’esecutivo di procedere con un decreto legge. Decisione di cui si è assunta la responsabilità direttamente la premier Giorgia Meloni.

Perché l’iter del ddl era diventato troppo tortuoso, perché le misure non erano più rinviabili e occorreva mantenere l’impegno preso con i cittadini. «Siamo consapevoli del fatto che non potevamo più aspettare e che era prioritario dare risposte» agli italiani – il ragionamento della premier Giorgia Meloni durante il Consiglio dei ministri – «e assicurare ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa le tutele che meritano».

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Ed ancora: «Si è detto e scritto sui giornali su questa decisione: c’e’ chi l’ha definita ‘scorciatoia’, chi addirittura un ‘blitz’. Ecco, io penso – ha argomentato la premier – che non sia nessuna delle due cose, ma semplicemente una scelta che il governo legittimamente ha deciso di prendere».

I contenuti principali del decreto

Il contenuto del Dl – «reso più efficace» rispetto a quello del ddl – è stato concertato con gli altri leader della maggioranza, ha riferito il Capo dell’esecutivo, e sarà immediatamente operativo ed entrerà subito in vigore. Meloni ha citato l’aumento di pena per chi aggredisce o minaccia i nostri uomini e donne in divisa, le norme per contrastare le occupazioni abusive e garantire procedure ‘lampo’ nello sgombero, la stretta alle truffe nei confronti degli anziani, le misure specifiche anti-borseggio e anti-accattonaggio dei minori, l’istituzione del nuovo reato contro le rivolte nelle carceri, le misure per sanzionare penalmente chi blocca una strada o una ferrovia, le disposizioni contro la produzione e la commercializzazione nei ‘cannabis shop’ di prodotti a base di cannabis «definita erroneamente ‘light’».

«Tempi certi per un provvedimento che, secondo il nostro modo di vedere, è già andato troppo per le lunghe», ha affermato il responsabile del Viminale. «Ci sono nuovi reati e inasprimenti di pene. Ci hanno sempre accusati di contraddizione, perché predichiamo il garantismo e poi avremmo introdotto il cosiddetto panpenalismo. Vorrei chiarire che garantismo significa presunzione di innocenza, ma anche certezza della pena e sicurezza per i cittadini», ha argomentato anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

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