Trump impone dazi del 20% all’Ue. Von der Leyen: «Difenderemo i nostri interessi»

Meloni: «Una misura che considero sbagliata, non conviene a nessuno»

Donald Trump lancia la sfida al commercio globale e, dichiarando l’emergenza nazionale per ridurre il deficit commerciale, annuncia dazi al 10% per tutti i paesi e tariffe reciproche per i 60 ‘più cattivi’, quelli con i maggiori squilibri commerciali nei confronti degli Stati Uniti. Per l’Europa i dazi saranno al 20%, per la Cina al 34% e per la Gran Bretagna al 10%. I dazi «porteranno l’età dell’oro», rilanceranno il «sogno americano» e «genereranno miliardi di miliardi di dollari per ridurre le nostre tasse e il nostro debito», ha detto Trump da un Giardino delle Rose della Casa Bianca vestito a festa con una sfilza di bandiere a stelle e strisce e alla presenza di tutto quasi tutto il suo governo.

Davanti ai suoi e a molti lavoratori dell’industria dell’auto e dell’acciaio, il presidente trionfante ha annunciato la svolta economica con cui «rimettiamo l’America First» e rendiamo l’America di nuovo ricca. «Make America Wealthy Again», ha detto. È il «giorno della liberazione, il giorno in cui reclamiamo il nostro futuro, uno dei più importanti della storia», sono state le sue prime parole salendo sul palco e svelando i dazi reciproci. «Faremo pagare quello che gli altri ci tassano.

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I dazi reciproci

Reciprocità significa che faremo agli altri quello che fanno a noi, è molto semplice», ha spiegato precisando successivamente che i dazi non saranno esattamente reciproci. «Li tasseremo la metà di quello che ci tassano», ha osservato facendo l’esempio dell’Unione Europea. L’Ue «ci fa pagare il 39% e noi imporremo dazi al 20%», ha messo in evidenza. Per Israele le tariffe saranno del 17%, per il Brasile al 10%.

Tutto il mondo «ci hanno rubato per 50 anni ma non accadrà più. Questa sarà l’età dell’oro dell’America. Imporremo», ha aggiunto ricordando che le tariffe reciproche saranno affiancate dai dazi al 25% su tutte le auto importate. «Se volete dazi zero, venite a produrre in America», ha aggiunto Trump ribadendo un mantra che gli è caro da mesi, da quando – subito dopo la sua elezione – è intervenuto a Davos.

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L’ordine esecutivo firmato dal presidente americano prevede una clausola che gli consente di rispondere a qualsiasi tipo di ritorsione. «Risponderà», hanno assicurato senza esitazione alcuni funzionari dell’amministrazione Trump ribadendo l’urgenza all’interno dell’amministrazione per affrontare una situazione divenuta ormai insostenibile. Il piano «apre una nuova era» per gli States, hanno aggiunto celebrando il «giorno della liberazione» americana dalle pratiche sleali di cui il paese è stato vittima per decenni. I dazi sono la «regola d’oro per la nuova età dell’oro americana», hanno sottolineato ancora nel corso di una conference call.

Von der Leyen: «L’Ue ha tutto ciò di cui ha bisogno per superare la tempesta»

«Voglio dire una cosa. So che molti di voi si sentono delusi dal nostro più vecchio alleato. Dobbiamo prepararci all’impatto che avremo inevitabilmente. Ma l’Ue ha tutto ciò di cui ha bisogno per superare la tempesta. E l’unità è la nostra forza. Noi saremo sempre dalla parte di chi si vede i propri diritti danneggiati», ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, nella sua replica.

«Non sembra esserci ordine nel disordine. Non c’è un percorso chiaro attraverso la complessità e il caos che si sta creando quando tutti i partner commerciali degli Stati Uniti vengono colpiti. Negli ultimi ottant’anni, il commercio tra Europa e Usa ha creato milioni di posti di lavoro. I consumatori di tutto l’Atlantico hanno beneficiato di una riduzione dei prezzi» ha aggiunto.

«Sono d’accordo con Trump sul fatto che altri approfittano ingiustamente delle regole attuali. E sono pronta a sostenere qualsiasi sforzo per rendere il sistema commerciale globale adatto alle realtà dell’economia globale. Ma voglio anche essere chiara: ricorrere alle tariffe come primo e ultimo strumento non risolverà il problema», ha sottolineato la Von der Leyen.

«Seguiremo con attenzione anche gli effetti indiretti che queste tariffe potrebbero avere, perché non possiamo assorbire la sovraccapacità globale né accettare il dumping sul nostro mercato. Come europei promuoveremo e difenderemo sempre i nostri interessi e valori. E difenderemo sempre l’Europa», ha sottolineato Von der Leyen, spiegando tuttavia come «c’è una strada alternativa: non è troppo tardi per affrontare le preoccupazioni attraverso i negoziati. Per questo il nostro commissario per il Commercio, Maros Šefčovič, è costantemente impegnato con le sue controparti statunitensi. Lavoreremo per ridurre le barriere, non per aumentarle. Passiamo dal confronto al negoziato».

Meloni: «Un accordo con gli Stati Uniti»

«L’introduzione da parte degli Usa di dazi verso l’Unione Europea è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti». Giorgia Meloni aspetta un’ora dalla fine del discorso di Donald Trump e poi per la prima volta critica apertamente la scelta del presidente americano, dopo aver evitato di sbilanciarsi rispetto agli annunci scanditi in queste settimane da Washington.

E anche se la Casa Bianca ha chiarito che non ci saranno negoziati, il commento della premier lascia intendere che conta su margini di trattativa: «Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei».

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