Furti in appartamento in tutta Italia, 11 fermati nel Casertano

Creata un’enclave rom estromettendo i nigeriani

Una banda di ladri di appartamenti con base a Castel Volturno (Caserta) ma in grado di muoversi e colpire in tutta Italia è stata smantellata dalla polizia di Stato, che ha eseguito undici fermi su ordine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Tutti persone di etnia rom – dieci uomini ed una donna – che, provenienti dai campi rom del napoletano, vivono da poco più di un anno e mezzo nella località Destra Volturno, tra le più degradate dell’area, dove hanno creato una vera e propria enclave. I reati contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata a furti in abitazione, ricettazione e riciclaggio. Numerosi i furti contestati, commessi a Santa Maria Capua Vetere, Caserta, in Calabria e diverse province del nord Italia, in particolare nelle province di Treviso e Venezia, in Emilia Romagna.

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Le indagini e il maxifurto

È stato un maxifurto avvenuto la notte del 31 dicembre nell’abitazione di un professionista Santa Maria Capua Vetere (Caserta) a far partire l’indagine coordinata dall’ufficio inquirente di Santa Maria Capua Vetere, guidato dal procuratore Pierpaolo Bruni. In quella circostanza, hanno accertato i poliziotti della squadra mobile di Caserta che hanno effettuato l’inchiesta sulla banda di malviventi, si sono presentati in undici a bordo di due auto con targhe rubate, sono entrati nell’abitazione vuota e hanno portato via denaro, gioielli ed altri valori, per un ammontare complessivo di 130.000 euro, nonché di due pistole legalmente detenute dal proprietario.

Gli investigatori della polizia di Stato hanno scoperto quindi l’esistenza di questo gruppo ben organizzato, in cui ogni ruolo, ha spiegato il funzionario della squadra mobile Gianluca Tuccillo, «era assegnato ad un componente della banda; c’era chi individuava le case da svaligiare, chi commetteva materialmente i furti, chi rivendeva a ricettatori gli oggetti rubati, chi procurava le auto», attività quest’ultima in cui erano coinvolti soggetti italiani, in particolare un uomo cui erano intestate le vetture che curava che il rifornimento di auto fosse costante; durante le circa 30 perquisizioni effettuate nella notte da oltre 200 poliziotti, sono state sequestrate 7 auto di grossa cilindrata utilizzate per commettere furti.

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Un gruppo che non aveva mai problemi di numero, e anche in caso di arresto, si trovava sempre un sostituto, visti anche i legami di parentela che univano membri della gang.

I colpi in Calabria e Veneto

Dopo il primo colpo a Santa Maria Capua Vetere, il 7 febbraio la banda è scesa a sud, in Calabria a Castrolibero, provincia di Cosenza, dove ha svaligiato un’abitazione. Nei giorni successivi, partendo sempre da Castel Volturno, il gruppo si è poi recato in Veneto, dove però un equipaggio della polizia di Stato l’ha intercettato; i ladri sono fuggiti, i poliziotti li hanno inseguiti fino a Bologna dove sono stati trovati in possesso di oro e gioielli, rubati poco prima in un’abitazione.

Durante l’inseguimento, i ladri hanno anche abbandonato un borsone con all’interno alcuni fucili, successivamente rinvenuti, rubati in un’altra abitazione. E ancora, il 19 febbraio, durante la commissione di uno dei numerosi furti, gli agenti della squadra mobile di Caserta sono riusciti ad arrestare in flagranza un uomo ed una donna rom, appartenenti al gruppo criminale, che, dopo aver forzato il portone di ingresso stavano per entrare in un’abitazione dove però erano presenti i proprietari.

L’enclave rom

In un anno e mezzo circa centinaia di rom provenienti dagli insediamenti del Napoletano, soprattutto Scampia, hanno creato un vera e propria enclave in una delle zone più degradate di Castel Volturno (Caserta), acquistando per poche migliaia di euro case da italiani stanchi di avere proprietà in un luogo senza prospettive di rilancio economico e turistico, ed estromettendo, ma in modo pacifico, i nigeriani.

È la fotografia del comune del litorale casertano scattata oggi negli uffici della Procura di Santa Maria Capua Vetere durante la conferenza. Tutti rom che ormai risiedono a Destra Volturno, località tra le più degradate del vasto comune attraversato dalla statale Domiziana, emblema di degrado socio-economico e ambientale, con un abusivismo edilizio senza limiti e oltre 15mila immigrati non regolari, giunti alla seconda-terza generazione, che vi abitano dunque da decenni.

Il procuratore di Santa Maria Capua Vetere Pierpaolo Bruni, che su Castel Volturno ha creato un pool di magistrati che si occupa solo dell’area domizia, aveva già lanciato l’allarme qualche mese fa sull’esodo dei rom in corso da Napoli a Castel Volturno, un fenomeno sociale che si incrocia con episodi di criminalità, di cui i rom si rendono responsabili, come confermato dall’indagine sui furti in appartamento.

L’estromissione pacifica

«Stiamo monitorando con attenzione quanto sta avvenendo a Castel Volturno. Ci deve far riflettere questo esodo continuo, che ha permesso ai rom di creare una vera e propria enclave in una zona ricca di problemi» dice Bruni, affiancato dal procuratore aggiunto Carmine Renzulli, dal dirigente della squadra mobile della Questura di Caserta Dario Mondovì e dal funzionario della Mobile Gianluca Tuccillo.

Quest’ultimo spiega che «è avvenuta pacificamente l’estromissione dai parte dei rom dei nigeriani da Destra Volturno; questi si sono spostati da un’altra parte, il territorio è enorme e offre ampia disponibilità di immobili». Nigeriani che da anni gestiscono a Castel Volturno il racket della droga e della prostituzione, ma che evidentemente – e su questo proseguiranno le indagini – hanno preferito abbandonare Destra Volturno per lasciarla ai rom.

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