Il remake di «Biancaneve» tra polemiche e flop al botteghino: un ‘bagno’ per la Disney

Qual è il confine tra politicamente corretto ed esagerazione?

Annunciato nel 2016, «Biancaneve» ha affrontato una produzione travagliata, segnata da ritardi dovuti alla pandemia di COVID-19, scioperi nel settore cinematografico e persino un incendio sul set nel 2022.

Scelte di casting e polemiche Woke

Qual è il confine tra politicamente corretto e esagerazione? È quello che ultimamente tendiamo a chiederci spesso, riguardo tutte quelle storie che, se portate all’eccesso, rischiano di scadere nel politicamente scorretto. È una delle tante polemiche mosse al film della Disney e al regista Marc Webb, che sul tema «woke» decide di non risparmiarsi.

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Lo capiamo sin dai primi frame del trailer: una Biancaneve sola e battagliera ma privata dell’anima della storia e dei suoi protagonisti. Un principe dal ruolo marginale, sette nani 3d, e una principessa che lotta per la propria identità e la riconquista del regno.

Nulla di male sotto questo aspetto, se non fosse che l’impostazione della sceneggiatura, per la critica e parte del pubblico, sia interamente basata sullo scardinare uno dei classici più amati della storia del cinema.

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A cominciare dalla scelta della sua protagonista femminile, Rachel Zegler, attrice americana di origini colombiane, che per il ruolo di Biancaneve ha suscitato diverse controversie. Alcuni critici hanno contestato la scelta di un’attrice latina per un personaggio tradizionalmente descritto con la «pelle bianca come la neve», mentre altri hanno accolto positivamente l’inclusione e la diversità rappresentata. Zegler stessa ha definito il film originale «datato», sottolineando la necessità di aggiornare la narrazione per riflettere valori contemporanei.

Dove sono finiti i Sette Nani?

Un’altra fonte di dibattito riguarda la rappresentazione dei sette nani. In risposta alle critiche dell’attore Peter Dinklage sulla perpetuazione di stereotipi, la Disney ha deciso di sostituire i nani con creature magiche generate in CGI. Questa scelta ha diviso l’opinione pubblica: mentre alcuni l’hanno vista come un passo avanti verso una rappresentazione più sensibile, altri, inclusi membri della comunità di persone affette da nanismo, hanno espresso disappunto per la perdita di opportunità lavorative per attori nani e professionisti del settore.

Biancaneve interpetata da Rachel Zegler (credits by Disney)
Biancaneve interpetata da Rachel Zegler (credits by Disney)

Divergenze politiche tra le protagoniste

Le tensioni non si sono limitate alle scelte artistiche. Le posizioni politiche divergenti delle protagoniste hanno ulteriormente alimentato le polemiche. Vista la situazione internazionale e il conflitto che coinvolge istraeliani e palestinesi a Gaza, Rachel Zegler ha espresso sostegno per la Palestina mentre Gal Gadot, interprete della Regina Cattiva e di origine israeliana, ha manifestato appoggio all’offensiva di Tel Aviv. Queste differenze hanno portato a chiamate al boicottaggio incrociate, complicando ulteriormente la ricezione e buona riuscita del film…

I risultati al botteghino

Le controversie hanno avuto un impatto tangibile sulle performance economiche del film. Con un budget di produzione di 270 milioni di dollari, «Biancaneve» ha registrato un’apertura al botteghino nordamericano di soli 43 milioni di dollari, ben al di sotto delle aspettative. A livello globale, l’incasso ha raggiunto circa 87 milioni di dollari nel primo weekend, lontano dalla soglia dei 100 milioni prevista dagli analisti. Avranno pagato le politiche woke o le polemiche tra le protagoniste, per un film che doveva semplicemente ricordare ai nostri ragazzi di avere la capacità di sognare ancora?

Il remake di «Biancaneve» rappresenta sicuramente un tentativo audace di reinterpretare un classico Disney alla luce dei valori contemporanei. Tuttavia, le scelte creative e le dinamiche politiche hanno generato un dibattito acceso, riflettendosi negativamente anche sulle performance al botteghino. Questo caso evidenzia le sfide che le major cinematografiche affrontano nel bilanciare l’innovazione narrativa con le aspettative del pubblico e le sensibilità culturali. E purtroppo episodi come questo, sono la prova che non sempre tali scelte rispecchiano realmente il gusto e la volontà del pubblico.

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