Al Museo di Capodimonte due capolavori di Rubens e Baglione

Saranno in mostra fino al 30 luglio

Due ‘ospiti’ d’eccezione per celebrare lo scambio tra Capodimonte e le Gallerie nazionali di arte antica di Roma. Da oggi al 30 luglio, a impreziosire la collezione del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli arrivano ‘San Sebastiano curato dagli angeli’ di Rubens e ‘Amor sacro e Amor profano’ di Baglione. Il primo è un esempio della pittura del ‘600, realizzato dal pittore tedesco durante il suo primo soggiorno romano.

La figura del soldato martire ha avuto grande fortuna nell’arte ed è una delle poche che potesse essere esposta anche in ambienti sacri con la sua avvenente anatomia. Rubens raffigura il momento successivo al primo martirio, con il corpo del militare, legato a un albero, che viene trafitto dalle frecce, con quattro angeli intenti a soccorrerlo e liberarlo.

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L’opera è esposta al secondo piano del museo e dialoga con altre raffigurazioni del martirio del santo, già presenti a Capodimonte. Per l’allestimento il curatore Vincenzo Sorrentino ha scelto San Sebastiano condotto al sepolcro di Domenico Crespi, detto il Passignano; San Sebastiano curato dalle pie donne, di Bartolomeo Schedoni; i San Sebastiano di Andrea Vaccaro e Mattia Preti.

Baglione, l’anti-Caravaggio

‘Amor sacro e Amor profano’, che arricchisce il quadro della pittura del ‘600, è l’opera più nota di Giovanni Baglione, noto anche come anti-Caravaggio e protagonista della celebre rivalità con il Merisi, che portò a processo per ingiurie. La tela mostra il tentativo di imitazione dello stile di Caravaggio e testimonia la rivalità tra i due. Baglione mostra di cogliere solo alcuni aspetti superficiali della rivoluzionaria visione del pittore milanese, a differenza della giovane Artemisia Gentileschi, che dà prova di aver compreso a fondo e sviluppato il naturalismo caravaggesco.

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Per antitesi, quindi, accanto all’Amor sacro e Amor profano troviamo ‘Giuditta decapita Oloferne’ di Gentileschi, con il quale raggiunse la notorietà e si mostrò capace di lavorare sui dipinti storici di grandi dimensioni.

In virtù dello lo scambio tra Capodimonte e le Gallerie nazionali di arte antica e in concomitanza con il Giubileo, a Roma viene esposta ‘La Flagellazione’ di Caravaggio, che a Napoli trovava posto proprio nella stessa sala dove ora campeggia il Baglione. Entro la fine di marzo è atteso a Capodimonte il terzo ‘ospite’: si tratta dell’Annunciazione di Ludovico Carracci, che viene dalla Pinacoteca nazionale di Bologna.

Schmidt: «Dialogo che stimolerà nuove riflessioni e paragoni»

«L’arrivo di questi capolavori – sottolinea il direttore di Capodimonte, Eike Schmidt – sarà l’occasione per i frequentatori del museo per ammirare questi dipinti, raramente prestati, in un diverso contesto. Un dialogo che stimolerà nuove riflessioni e paragoni, nel caso del San Sebastiano di Rubens, con un allestimento che è un vero compendio seicentesco sul tema». Schmidt fa inoltre notare che al momento Capodimonte non aveva un Rubens nelle sue collezioni e che l’opera di Baglione torna a Napoli esattamente 40 anni dopo la celebre mostra ‘Caravaggio e il suo tempo’, firmata da Causa e Spinosa.

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