Il Mausoleo Schilizzi: la memoria della città stretta nel degrado

Il monumento è chiuso dal 2019: andati a vuoto i tentativi di recupero

Da più di un secolo il destino del Mausoleo Schilizzi sembra segnato dall’alternarsi di abbandono e tentativi di recupero. Un monumento dalla storia travagliata, nato nel 1881 per volontà del finanziere livornese Matteo Schilizzi, che decise di erigere un imponente sepolcro per commemorare il fratello scomparso. Tuttavia, alla sua morte nel 1889, i lavori si fermarono e il mausoleo rimase incompiuto per oltre trent’anni.

Solo nel 1921, grazie a un movimento intellettuale e a una raccolta fondi, che oggi potremmo definire crowdfunding, il Comune di Napoli, nonostante le difficoltà economiche, riuscì ad acquistare il monumento e a completarlo otto anni dopo. Il mausoleo fu trasformato in ara votiva per i caduti della Patria, accogliendo le spoglie di soldati della Prima e della Seconda Guerra Mondiale.

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Il degrado e i tentativi di restauro falliti

Oggi, a distanza di un secolo, il Mausoleo Schilizzi si trova nuovamente in condizioni di degrado e abbandono, chiuso al pubblico dal 2019 a causa di problemi strutturali. Nel corso degli ultimi vent’anni, diversi tentativi di restauro sono falliti per mancanza di fondi, lasciando il sito inaccessibile se non in rare occasioni, come la commemorazione del 25 aprile.

L’appello del fratello di Salvo D’Acquisto per il Mausoleo Schilizzi

La necessità di intervenire sul mausoleo è tornata alla ribalta grazie all’appello lanciato da Alessandro D’Acquisto, fratello di Salvo D’Acquisto, il carabiniere-eroe della Seconda Guerra Mondiale, per il quale Papa Francesco ha avviato l’iter per la beatificazione.

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In un’intervista rilasciata a «Il Mattino», D’Acquisto ha espresso il suo dolore per le condizioni in cui versa il monumento, sottolineando il suo legame con questo luogo: «Quando i resti mortali di mio fratello furono trasferiti a Napoli dal cimitero di Palidoro, vicino Roma, il corpo fu lasciato riposare per un certo periodo nel Mausoleo di Posillipo, dedicato ai caduti per la patria. Solo successivamente fu trasferito nella Basilica di Santa Chiara. In ogni ricorrenza visito entrambi i luoghi, e soffro molto nel vedere in quale stato versa il Mausoleo».

Il monumento rappresenta un pezzo di memoria collettiva per la città di Napoli, ospitando le spoglie di caduti del bombardamento austriaco del 1918 e di combattenti delle Quattro Giornate di Napoli. Eppure, nonostante la sua importanza storica, il sito è da anni in stato di abbandono.

Il piano del Comune per il recupero del Mausoleo Schilizzi

Di fronte alle crescenti richieste di intervento, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha annunciato, in un articolo di Dario De Martino per il giornale napoletano, un piano in due fasi per salvare il Mausoleo Schilizzi. La prima fase, da realizzare nei prossimi mesi, prevede la messa in sicurezza della cupola e il ripristino delle condizioni minime per la riapertura al pubblico. I fondi per questa operazione sono già in fase di reperimento e saranno stanziati direttamente dal Comune, poiché l’intervento non richiederà risorse particolarmente elevate.

La seconda fase, invece, riguarda un restauro più ampio che includa sia il mausoleo che l’area circostante. Tuttavia, per questa operazione serviranno circa 6 milioni di euro, cifra che al momento il Comune non è in grado di finanziare autonomamente. Manfredi ha spiegato che una possibile soluzione potrebbe essere il coinvolgimento di investitori privati, riprendendo il modello della collaborazione pubblico-privato già utilizzato negli anni ‘20 per l’acquisizione del mausoleo.

I tentativi falliti

Non è la prima volta che si cerca di trovare risorse per la riqualificazione del mausoleo. Già nel 2006 era stato elaborato un progetto di restauro con la firma dell’architetto Marco Dezzi Bardeschi, ripreso poi nel 2015 dall’amministrazione guidata da Luigi de Magistris. Tuttavia, nonostante l’approvazione della giunta, i fondi non furono mai stanziati.

Nel 2022, la giunta Manfredi ha tentato di inserire la riqualificazione del Mausoleo Schilizzi all’interno di un bando del PNRR per la rigenerazione di parchi e aree verdi, insieme al Parco Virgiliano e alla Villa Comunale. Nessuno dei tre progetti è stato finanziato, ma mentre per il Virgiliano e la Villa Comunale si è riusciti a intervenire con risorse alternative, per il mausoleo non sono state trovate altre fonti di finanziamento.

Nuove strade per il finanziamento

Il Comune non esclude di esplorare nuove strade di finanziamento, tra cui il ricorso a contributi privati o la partecipazione a futuri bandi pubblici. L’idea di coinvolgere i privati non è nuova: nel documentario Schilizzi e la grande meraviglia, prodotto da Francesco Carignani, viene raccontato come già negli anni ’20 il Comune di Napoli istituì un fondo presso il Banco di Napoli per raccogliere donazioni destinate all’acquisto e al completamento del mausoleo.

Obiettivo: la riapertura per il 25 aprile

Il primo traguardo che l’amministrazione comunale si è posta è quello di riaprire il mausoleo in tempo per il 25 aprile, giornata in cui ogni anno il sito viene eccezionalmente aperto per la Festa della Liberazione.

L’auspicio è che, una volta garantita la sicurezza e riaperto l’accesso al pubblico, si possa lavorare con maggiore concretezza al reperimento delle risorse necessarie per una riqualificazione definitiva. Il Mausoleo Schilizzi, per la sua storia e per il valore che rappresenta, merita di essere restituito alla città in tutta la sua dignità. Ora resta solo da vedere se si riuscirà davvero a mantenere l’impegno preso o se il monumento dovrà ancora una volta aspettare tempi migliori.

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