Elly Schlein: «Avanti contro il jobs act». Imbarazzo dell’ala riformista

La leader pronta a votare contro la norma voluta dal suo partito

Elly Schlein ha ribadito il «sì» del Pd ai referendum sul lavoro, compreso quello contro il jobs act. «So bene che nel partito c’è chi non li ha firmati tutti – ha detto nel corso della direzione – e non chiediamo abiure a nessuno, il pluralismo è un valore, tutti si devono sentire a casa propria». Il riferimento era all’area riformista, intervenuta alla riunione col coordinatore di Energia popolare Alessandro Alfieri e con esponenti come la senatrice Simona Malpezzi, che è stata capogruppo a Palazzo Madama. Sono note le loro perplessità su una posizione che – è il ragionamento ripetuto anche nei mesi scorsi – può essere letta come una battaglia che guarda al passato.

La questione Ucraina e le tensioni interne

Un altro passaggio critico è stato sull’Ucraina: «Non siamo con Trump e il suo finto pacifismo che cela una resa alle ragioni dell’aggressore, e non siamo con l’Europa per continuare la guerra, che è quello di cui ci accusa Salvini e anche qualche alleato. Noi siamo per un’Europa diversa, unita e protagonista per costruire la pace giusta».

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Parole che non sono piaciute all’eurodeputata Pina Picierno: «Non siamo stati e non siamo di fronte a una postura bellicista dell’Europa – ha detto – Non è mai stata l’Ue a voler fare o a voler continuare la guerra e non è nemmeno vero che la mancanza di iniziative di pace siano dipese da una mancanza di volontà politica della Ue. È stato Putin a rifiutare sempre ogni dialogo, quel dialogo che oggi riconosce a Trump perché lo legittima come suo alleato».

Nella replica, Schlein ha chiarito: «Nessuno pensa che quella guerra l’ha voluta l’Europa, diciamo che l’Ue poteva fare di più e che oggi è chiamata a fare di più. Servono iniziative comunitarie, non solo quelle prese da singoli Paesi, serve un protagonismo delle istituzioni europee».

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La stoccata a Conte e Franceschini

La segretaria ha poi lanciato una stoccata a Giuseppe Conte che è parsa andare anche in direzione di Dario Franceschini. Il presidente del M5s appare tiepido verso la costruzione di un’alleanza col Pd.

Mentre l’ex ministro ha proposto alle forze di opposizione di andare al voto separate, per unirsi subito dopo, in caso di vittoria, per la formazione del governo. «La sfida che ci aspetta è fare opposizione insieme – ha detto la segretaria – con senso di responsabilità, a questo governo. È costruire testardamente l’alternativa. Serve continuare nella prospettiva» di un’alternativa alle destre «che sia qualcosa di più di un cartello fra partiti che si accordano a tre mesi dalle elezioni, ma che sia un’alleanza nella società». Lo slogan è: «Il vocabolario del futuro non lo scriverà la destra».

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