Scoperta a Napoli una centrale Iptv illegale: 3 misure cautelari

Comminate multe a 6mila utenti. Scoperto anche materiale pedopornografico

Una centrale Iptv dalla quale illegalmente venivano trasmessi sul web e sui social network palinsesti, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento delle principali piattaforme di streaming, è stata smantellata a Napoli dal Nucleo di polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza partenopeo in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma.

Punti Chiave Articolo

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Silvio Pavia e dal procuratore aggiunto Alessandro Milita (terza sezione – criminalità economica – della Procura di Napoli), hanno consentito di scoprire che il «pirata», promotore dell’associazione a delinquere, aveva messo in piedi anche una chat sulla quale commercializzava, sempre a pagamento, video e foto pedopornografici. Complessivamente, in soli 4 anni, facendo pagare 10 euro al mese (80 euro per il pagamento annuale) alle sue migliaia e migliaia di utenti (6mila dei quali sono stati individuati e verranno sanzionati) era riuscito a incamerare oltre 850mila euro.

Pubblicità

Le misure cautelari

Tre le persone individuate a cui i finanzieri hanno notificato altrettante misure cautelari emesse dal gip: arresto in carcere per il promotore e obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per due suoi complici. Nell’abitazione del capo della banda di pirati sono stati trovati circa 1600 contenuti pedopornografici commercializzati a pagamento su WhatsApp. L’indagine ha consentito di individuare 6mila utenti privati (a cui saranno comminate sanzioni tra 150 e 5mila euro) i quali pagavano versando il denaro su conti italiani ed esteri. Duemila di questi avrebbero invece pagato i servizi in criptovaluta, confluita su 64 wallet digitali ora bloccati.

I siti web

Complessivamente nel corso dell’indagine sono stati identificati 46 siti web: 19 inibiti nel corso delle indagini, altri 27 oggi tra cui anche il «sito madre», cioé il link che, mediante un complesso sistema di re-indirizzamento, portava gli utenti a un nuovo indirizzo web quando la pagina originale non era più esistente in rete. I finanzieri hanno sequestrato una sala server abusiva e moderni apparati informatici in grado di generare valute virtuali insieme con sostanza stupefacente derivata dalla cannabis che il principale indagato produceva in una serra indoor (attrezzata con sistema di irrigazione, luci e termostato) allestita nella centrale della «IpTv».

Setaro

Altri servizi

Ex Ilva, accordo sulla decarbonizzazione. Urso: «Svolta che potrà incoraggiare gli investitori»

Emiliano: «Un giorno che resterà nella storia» Una lunga trattativa al ministero delle Imprese e del made in Italy ha portato a una prima intesa...

Taranto trionfa: il Capitano Mariani è la miglior serie crime italiana

Premiato lo scrittore che unisce realismo e critica sociale Nella suggestiva cornice di Villa Cuturi, a Massa, giovedì 8 agosto, la rassegna Incontro con l’Autore...

Ultime notizie

Incendio sul Vesuvio: le fiamme hanno già divorato 200 ettari di vegetazione

La situazione più grave nella riserva Tirone Alto Vesuvio Il fronte di incendio sul Vesuvio, nel Parco Nazionale, è stimato in due chilometri e le...

Quindici anni sotto il «pizzo»: imprenditore minacciato, sei arresti nel Napoletano

In manette appartenenti al clan Orefice Le estorsioni sarebbero iniziate nel 2011. Il titolare di un bar di Frattamaggiore avrebbe dovuto pagare il pizzo in...

Parco del Matese, Cerreto (Fdi): “auguri a nuovo Presidente Boggia”

"Il Parco del Matese sta ogni giorno di più divenendo realtà. L'ultima pietra posata, è la nomina dell'avvocato Andrea Boggia a Presidente del Comitato...