Via libera al decreto fisco: riapertura del concordato, acconto e bonus di Natale

Il provvedimento passato al Senato con 100 voti a favore

Si arricchisce la dote da destinare, attraverso il due per mille, al finanziamento dei partiti. Sfiorano i 30 milioni le risorse che arriveranno solo per quest’anno nelle casse della politica. A renderlo possibile è un mini-ritocco in extremis al decreto fisco. Che intanto incassa il via libera con la fiducia al Senato e passa alla Camera per un passaggio rapido e blindato. Ma mette anche in luce qualche crepa nella maggioranza che rischia di rendere più accidentato il cammino della manovra pronto ad entrare nel vivo. Percorso già costellato di temi caldi, tra cui rispunta anche quello degli aiuti alle paritarie.

Il decreto, in scadenza il 18 ottobre, ha avuto il disco verde dell’Aula del Senato, che con 100 voti a favore, 46 contrari e un astenuto ha confermato la fiducia posta dal governo. Contiene misure che vanno dalla riapertura del concordato biennale per le partite Iva all’ampliamento della platea del Bonus Natale, dal rinvio con rateizzazione dell’acconto per gli autonomi alle risorse per gli straordinari delle forze armate e per Transizione 4.0.

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Oltre ad un aggiustamento del due per mille, dopo i rilievi del Colle che hanno stoppato una riforma della disciplina: dopo l’ok della commissione Bilancio all’aumento di tre milioni del tetto alle risorse (25,1 milioni), un ulteriore incremento è arrivato con il parere della stessa commissione al testo finale del dl su cui il governo ha posto la fiducia. Le risorse aggiuntive per quest’anno salgono così a 4,691 milioni, portando la dote destinata ai partiti a 29,79 milioni. Il decreto sarà la prossima settimana sul tavolo della commissione Bilancio di Montecitorio, che punta ad un esame sprint di due giorni, con il voto sul mandato al relatore già martedì alle 13.30.

La legge di bilancio

Poi la scena sarà tutta per la legge di bilancio. Le tempistiche dovrebbero essere stabilite da un ufficio di presidenza previsto martedì. Per l’avvio delle votazioni si guarda comunque alla settimana del 9 dicembre. E si dovrà correre, visto che l’arrivo in Aula è al momento fissato – lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio – per il 13 dicembre. Ma uno slittamento dei tempi è sempre dietro l’angolo. Al Senato hanno già fatto i conti con questa possibilità, prevedendo per la seconda lettura sedute senza orario anche dal 23 al 28 dicembre.

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L’esame dovrebbe concentrarsi sugli emendamenti super-segnalati, circa 250 proposte dei partiti che vanno dall’aumento delle pensioni minime alla web tax, dalle risorse al Ponte alla tassa sulle criptovalute. Rispunta anche il voucher per le scuole paritarie per chi ha un Isee sotto i 40mila euro: la proposta, contenuta in due emendamenti, uno di FdI e uno di Lorenzo Cesa, ritorna in un elenco che circola tra i parlamentari ma le due proposte non figurano come segnalate dai partiti.

Le altre proposte

Ripescata anche una proposta Dem per riservare «esclusivamente» l’accesso al Fondo garanzia prima casa a giovani coppie, monogenitori con figli, inquilini di case popolari e giovani under 36, assicurando così che le risorse vadano a chi ne ha davvero bisogno. Resta poi il nodo dell’ulteriore taglio dell’Irpef per i ceti medi: per scioglierlo si guarda al concordato, ma se non darà «le risorse come speriamo» (servono almeno 2,5 miliardi), lo strumento potrebbe non essere la manovra: «vedremo se lo si può fare quest’anno oppure lo si potrà portare all’inizio del prossimo», dice il viceministro dell’Economia Maurizio Leo.

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