Terzo mandato, Consiglio regionale approva legge salva-De Luca

di Antonella Di Martino

Il provvedimento ha ottenuto 33 voti favorevoli: c’è anche il Pd

Il Consiglio regionale della Campania approva a maggioranza la proposta di legge che potrebbe aprire la strada al terzo mandato consecutivo per Vincenzo De Luca. Il provvedimento ha ottenuto 33 voti favorevoli, 16 contrari e un astenuto. La proposta di legge è stata approvata con il voto favorevole dei gruppi della maggioranza di centrosinistra e della consigliera Valeria Ciarambino (gruppo misto). Quelli contrari sono stati del centrodestra, del Movimento 5 Stelle, della consigliera Maria Muscarà (gruppo misto) e con l’astensione della consigliera Bruna Fiola.

Il provvedimento recependo la norma nazionale, prevede che «non è immediatamente rieleggibile alla carica di presidente della Giunta regionale chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi», e che, «il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge», cioè 15 giorni dopo la sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Campania.

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In seguito all’approvazione della norma, il «conteggio» dei mandati di De Luca da presidente della Regione Campania partirebbe quindi da quello attualmente in corso, iniziato con l’elezione del 2020, senza conteggiare quello precedente, partito con l’elezione del 2015. In questo modo il governatore potrebbe candidarsi nuovamente alla presidenza della Regione in occasione della prossima scadenza elettorale, fissata nel 2025.

Centrodestra: in Campania approvato provvedimento ad personam

«Con questo provvedimento, il presidente della Regione pro tempore, con una legge ad personam costringe la maggioranza a seguirlo in questo sforzo normativo confuso e porta l’assise nel pieno del teatrino politico». Lo ha detto il capo dell’opposizione di centrodestra nel Consiglio regionale della Campania, Stefano Caldoro (Moderati e Riformisti). Secondo Caldoro questa legge «declassa a mero scambio la legislatura regionale» e «sarà sicuramente impugnata dal Governo per ragioni di incertezza giuridica e costituzionale. In ogni caso, si tiene bloccato il Consiglio regionale sulla ‘politica politicante’ e non si affrontano i temi che stanno a cuore ai cittadini».

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Dopo Caldoro, si sono susseguiti gli interventi di altri esponenti del centrodestra, da Carmela Rescigno (Lega), che ha ricordato che «questa legge non sta in piedi giuridicamente e sarà sicuramente impugnata», agli esponenti di Fratelli d’Italia Raffaele Pisacane e Cosimo Amente, che hanno detto che in questo modo si vuole «tenere sotto scacco la Regione anziché affrontare e risolvere le vere problematiche del territorio», a Severino Nappi (Lega) per il quale «quella sul terzo mandato è una legge ad personam che espone la Campania ad una figuraccia e ad una perdita di credibilità».

Francesco Cascone (FI) ha evidenziato che «il presidente della Regione Campania si è limitato alla gestione ma non ha dato prova di buon governo», mentre Aurelio Tommasetti (Lega) ha rimarcato «lo scollamento dai problemi reali della Campania». Secondo Nunzio Carpentieri (FdI), infine, «è opportuno che De Luca si candidi per il terzo mandato perché dovrà sottoporsi al voto dei campani rispetto ai grandi fallimenti accumulati particolarmente nel settore ambientale».

Muscarà: «Una bufala giuridica»

«Questa è una bufala giuridica. Una norma già esistente dal 2009 è stata riproposta con il solo intento di mantenere il potere consolidato in Campania, sostenuto da 33 consiglieri che hanno votato a favore di una normativa sull’ineleggibilità dei consiglieri regionali. Un provvedimento che sembra ripercorrere un cammino già tracciato, quasi fosse un ‘bis’ normativo, privo di reale valore per i cittadini e finalizzato a tutelare esclusivamente interessi personali». Lo dice la consigliera indipendente Marì Muscarà che non risparmia critiche alla posizione del Partito Democratico campano, che ha appoggiato la legge che consente la ricandidatura di De Luca contro il parere espresso dalla segretaria nazionale.

«Il Pd dimostra ancora una volta di essere totalmente ininfluente rispetto alle forme di potere consolidate nella nostra Regione. Si tratta di leggi che non rispondono ai bisogni dei cittadini, ma che sembrano create ad personam, per salvaguardare gli interessi di pochi», aggiunge Muscarà. «L’atteggiamento del Pd regionale, dove 8 consiglieri hanno sostenuto con convinzione ogni norma voluta da Vincenzo De Luca per ben dieci anni, è emblematico della sudditanza al potere locale. È il momento di interrogarsi su chi davvero tutela gli interessi dei cittadini in Campania. La politica deve tornare ad essere un servizio, e non una rete di protezione per interessi consolidati», conclude la consigliera Muscarà.

M5S: «Regole calpestate su terzo mandato, Governo agisca»

«Il Movimento 5 Stelle ha espresso voto contrario ad una proposta di legge che, dichiarando di voler recepire il limite dei due mandati consecutivi, di fatto lo nega consentendo al presidente in carica di ricoprire un terzo mandato». Lo sostengono, in una nota, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano, Vincenzo Ciampi e Gennaro Saiello.

«L’articolo 2 della legge quadro nazionale n.165/2004 obbliga le Regioni a prevedere che il presidente della Regione non possa essere immediatamente rieletto allo scadere del secondo mandato consecutivo. Negare questo principio autoapplicativo equivale di fatto a sostenere che il legislatore regionale sia libero di non applicare una chiara indicazione del legislatore nazionale – spiegano – Si tratta di un’interpretazione evidentemente inaccettabile, perché finirebbe per svuotare di significato i principi fondamentali fissati dalla legge quadro statale».

«Anche a voler accogliere la tesi per cui la regola del doppio mandato del presidente necessiterebbe del recepimento regionale, non si può negare che questo sia già avvenuto con l’approvazione nel 2009 della legge elettorale regionale vigente. È inaccettabile contrastare un limite sacrosanto, che risponde alla necessità di promuovere l’alternanza al potere, evitando che una singola figura politica accumuli un’influenza eccessiva nel tempo. Ciononostante, la maggioranza regionale ha scelto di calpestare le regole e andare contro il buonsenso». «Ora però ci aspettiamo coerenza dal centrodestra, i cui esponenti in Aula hanno gridato allo scandalo. Il governo nazionale ha la possibilità di impugnare la legge, lo faccia senza timori», concludono.

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