Cura dell’infanzia e sostegno alla genitorialità: in Campania servizi per l’infanzia raddoppiati

di Redazione

Essere bambini in Campania è più difficile che nel resto d’Italia

Essere bambini in Campania è più difficile che nel resto d’Italia. È quanto emerge dall’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, realizzato da Fondazione CESVI e presentato questa mattina a Napoli, presso la Biblioteca comunale di Secondigliano Guido Dorso. Al centro dell’incontro la situazione della Regione, con interventi che, a partire dall’analisi dei bisogni del territorio, hanno evidenziato la necessità di potenziare i servizi a tutela dell’infanzia, attraverso un modello integrato che prevenga e contrasti il fenomeno del maltrattamento su bambini e bambine.

Nel corso dell’appuntamento, organizzato in collaborazione con la Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante, partner storico per CESVI a Napoli, sono intervenuti – nell’ordine: Antonio Troiano, Presidente Municipalità 7, Napoli; Stefano Piziali, Direttore Generale CESVI, Valeria Anatrella, Presidente Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante, Giovanna Badalassi, Ricercatrice CESVI, Maura Striano, Assessora all’Istruzione e alle Famiglie, Comune di Napoli, Alessia Schisano, Familiarista e curatore speciale dei minori, Paola Guglielmi, Psicologa e psicoterapeuta Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante, Stefania Sannino, Assessore Politiche Sociali/Minori Municipalità 7, Napoli e Maria Miraglia, Dottoranda di ricerca Università degli Studi di Napoli «Federico II». A moderare l’incontro Stefano Piccirillo, conduttore radiofonico e autore.

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L’indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia

Fondazione CESVI ha presentato, un approfondimento della sesta edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia dedicato alla situazione campana: il report stila una graduatoria delle Regioni italiane in relazione alla prevenzione e alla risposta al maltrattamento all’infanzia e per la Campania emergono indicatori e aspetti di miglioramento distintivi. La Regione, infatti, pur risultando la realtà italiana in cui i minori sono sottoposti a maggiori rischi di contesto (all’ultimo posto preceduta da Sicilia e Puglia) e tra quelle con il più alto numero di minori, è contemporaneamente la Regione dove l’intervento dell’amministrazione territoriale per migliorare questi fattori di rischio risulta significativo.

Nella rilevazione di CESVI e relativamente ai fattori di rischio connessi alla dimensione «capacità di cura di sé e degli altri» – tra le più importanti quando si parla maltrattamento – la Campania purtroppo continua a riscontrare un valore abbondantemente superiore alla media nazionale. Si erano registrati progressi nel 2018 e nel 2019, ma si è osservato un chiaro peggioramento legato alla pandemia. Pe contro, i dati relativi ai servizi per adulti e in particolare sul sostegno alla genitorialità (che non rilevano il numero assoluto di servizi erogati, ma il rapporto tra il numero di utenti e servizi rispetto ai minori e agli adulti in età genitoriale residenti sul territorio) in diminuzione a livello nazionale, indicano per la Campania un miglioramento che si posiziona così al 14° posto colmando l’importante divario tra il livello nazionale e quello del Sud Italia.

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La condizione occupazionale femminile

Nel considerare, inoltre, il dato relativo ai servizi per la prima infanzia, è necessario tenere conto della relazione diretta con la condizione occupazionale femminile. La posizione della Campania al 20° posto è dunque spiegabile sia con il fatto che tutte le Regioni sono in crescita su questo dato, ma soprattutto con il basso tasso di occupazione femminile in Campania, o almeno con la scarsa occupazione femminile regolare e ben retribuita, che permetterebbe alle famiglie di sostenere il costo di tali servizi. Nel trend temporale tra il 2013 e il 2022, la Campania è passata da una copertura di posti autorizzati per ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni dal 6,2% al 13,2%, raddoppiando dunque il dato, mentre a livello nazionale si è passati dal 22,2% al 30%. Questo incremento premia l’impegno del territorio e ricorda che l’occupazione femminile è il fattore che spinge ad investire maggiormente in questi servizi.

Una vita sana

Un altro indicatore analizzato riguarda la capacità di condurre una vita sana che prende in considerazione indicatori quali la salute mentale, obesità infantile e i servizi per bambini. Quest’ultimo, tenendo conto dei pediatri di libera scelta, considera il dato in relazione al numero dei pediatri per ogni 10.000 under 15 e i consultori per ogni 100.000 minori e adulti tra 18 e 64 anni. Mentre in generale nel Paese il numero di pediatri è in diminuzione, la Campania ottiene l’undicesimo posto (per numero di pediatri di libera scelta), un dato che la avvicina alla media nazionale ed è superiore a quello del Sud per il 2021.

«La Campania, seppure considerata una Regione ad elevata criticità, mostra importanti segnali di un forte e crescente impegno nel contrastare il fenomeno del maltrattamento in Italia» ha dichiarato Stefano Piziali, Direttore Generale di CESVI. «Abbiamo rilevato con la pandemia un aumento dei fattori di rischio. In contemporanea, tuttavia, si sono evidenziati alcuni miglioramenti nei servizi offerti, che rendono la Regione con un potenziale molto alto sul tema del contrasto al fenomeno. In questo quadro, la collaborazione con le Istituzioni e con la rete territoriale è fondamentale nel trovare insieme strategie efficaci per rispondere alle esigenze dei minori e delle loro famiglie».

Striano: «Un ecosistema a misura dei bambini»

«Un ecosistema a misura dei bambini si crea a partire dal contesto familiare, ecco perché bisogna lavorare per garantire alle famiglie condizioni di vita e lavorative migliori. Il sostegno alla genitorialità è fattore fondamentale. Occorre potenziare tutti quei servizi che consentono di avere una migliore conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro. Penso, ad esempio, al contributo che possono dare asili nido e scuole d’infanzia» così l’Assessora all’Istruzione e alle Famiglie Maura Striano.

«Il Comune di Napoli sta investendo grandi risorse, grazie al PNRR, per avere strutture e servizi all’avanguardia e, soprattutto, per poter accogliere un numero maggiore di bambini, venendo incontro alla crescente domanda che c’è da parte delle famiglie. I dati di questo rapporto, che segnalano significativi miglioramenti proprio nell’ambito del sostegno alla genitorialità, ci confermano che siamo sulla strada giusta», conclude Striano

Troiano: «I dati inchiodano la Campania»

«La presentazione dell’indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia 2024 di CESVI responsabilizza, ulteriormente, la Municipalità che presiedo, nel contrasto alla povertà educativa. I dati che leggiamo, e su cui proveremo a riflettere, inchiodano la Campania (e, quindi, Napoli e la sua vasta Area Nord) all’ultimo posto nazionale. Sin dal mio insediamento, insieme con il Consiglio e con i componenti della Giunta che mi affianca, siamo impegnati, quotidianamente, a promuovere azioni che possano rendere Miano, San Pietro a Patierno e Secondigliano luoghi più accoglienti per l’infanzia» dichiara Antonio Troiano, Presidente Municipalità 7, Napoli.

«Ringrazio CESVI per l’opportunità data, in primo luogo, al nostro Territorio, ma anche a chi, come me, è impegnato nelle Istituzioni locali, nonché ai nostri funzionari e dipendenti, che si impegnano, senza risparmio, nei Servizi sociali, nei Servizi educativi e nei Servizi culturali, di confrontarci e misurarci nei due laboratori previsti per la giornata. Sono grato al Direttore della Municipalità, la dott.ssa Roberta Sivo, per la preziosa disponibilità e mi rallegro per la collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli e coi rappresentanti dell’Università degli Studi di Napoli Federico», conclude Troiano.

Investire in sistemi di intervento integrati

Piziali, a conclusione dell’incontro, ha sottolienato la necessità di investire in sistemi di intervento integrati tra pubblico, privato e Terzo Settore con programmi e risorse dedicate, creando reti interistituzionali per la prevenzione e la protezione, promuovendo la formazione di professionisti e la ricerca di un linguaggio condiviso nei tavoli di coordinamento territoriale, formando il corpo docenti per migliorare l’intercettazione precoce dei casi a rischio e promuovere meccanismi di intercettazione, segnalazione oltre a una cultura della non violenza.

L’incontro di Napoli è stato anche l’occasione per condivide riflessioni importanti sul focus di questa edizione dell’Indice, dal titolo Le parole sono importanti, ovvero il ruolo del linguaggio nel maltrattamento e nella cura all’infanzia.

«Il Grillo Parlante lavora sulla Municipalità 7 da circa 20 anni e interviene nella cura all’infanzia con un’attenzione particolare al sistema di protezione per i bambini, le bambine e le rispettive famiglie che vivono i quartieri. La comunicazione verbale è tra gli strumenti privilegiati nella relazione di cura e riteniamo che in questo momento storico sia particolarmente importante approfondire il tema assieme alle équipe multidisciplinari che si occupano di infanzia, per rafforzare le competenze e intensificare le sinergie tra i diversi attori del territorio» – Valeria Anatrella, Presidente Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante onlus.

L’abuso psicologico

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’abuso psicologico, di cui la violenza verbale fa parte, è la forma più diffusa di maltrattamento infantile tra i 55 milioni di bambine e bambini che in Europa subiscono abusi, con prevalenza del 36,1%. Quello che emerge dal rapporto è che uno degli strumenti per la prevenzione del fenomeno è investire sull’educazione alla cura e al linguaggio positivo di bambini, genitori e comunità educante, partendo proprio dalla formazione dei professionisti e dalla ricerca di un linguaggio condiviso su maltrattamento e cura nei tavoli di coordinamento territoriale.

In questo scenario, emerge l’importanza dell’utilizzo di un linguaggio positivo e orientato alla cura come presupposto fondamentale per il cambiamento: una piena consapevolezza del suo valore nel rinforzare i fattori protettivi, superare traumi importanti, contribuire al recupero psicofisico e allo sviluppo armonioso di personalità ferite negli anni più delicati della crescita.

La Casa del Sorriso

In Campania, CESVI è attiva a Napoli dal 2017, nel quartiere di San Pietro a Patierno, con la Casa del Sorriso, struttura che sostiene l’infanzia in difficoltà e supporta le famiglie. Secondo il Comune di Napoli, il 39% dei 5.267 bambini e ragazzi assistiti dai servizi sociali ha subito maltrattamenti, spesso in famiglia. Nella Casa del Sorriso sono accolti minori e famiglie vulnerabili della zona, dove si sommano fattori di rischio come la disoccupazione, le gravidanze precoci al 14,9%, l’alto tasso di dispersione scolastica.

Nello spazio multifunzionale, gestito da CESVI con la Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante, sono promosse attività di sostegno psicologico, ascolto e orientamento, di supporto alla genitorialità, laboratori sportivi, psicomotori, artistico-espressivi, proposte educative e percorsi personalizzati per sviluppare e potenziare le proprie risorse. «Nel primo semestre dell’anno la Casa del Sorriso di Napoli ha coinvolto circa 400 persone, soprattutto bambini e giovani, ma anche molti genitori in situazioni di fragilità, che hanno trovato uno spazio sicuro di ascolto e partecipazione da cui ripartire» – ha concluso Piziali.

La situazione in Campania

La Campania resta all’ultimo posto della classifica stilata nel rapporto, in posizione invariata rispetto alla precedente rilevazione e preceduta al penultimo posto dalla Sicilia e al terzultimo dalla Puglia. La Regione registra il risultato peggiore in ben cinque delle sei parametri presi in considerazione: la capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di lavorare e di accedere a risorse.

La capacità di acquisire conoscenza e sapere resta alla 18a posizione, come nel rapporto precedente. La Campania si conferma così una Regione a «elevata criticità», ossia uno di quei territori dove i fattori di rischio sono elevati, ma non vi corrisponde una reazione del sistema dei servizi, al di sotto della media nazionale (queste Regioni sono nove: Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Molise, Basilicata, Abruzzo, Lazio, Piemonte).

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