Giustizia: un commissario per nuove carceri nelle caserme dismesse

L’iniziativa del governo per fronteggiare il sovraffollamento

Il governo corre ai ripari per far fronte al sovraffollamento delle carceri italiane giocando la carta della lotta alla burocrazia, con l’introduzione di un commissario straordinario che avrà il compito di attuare in tempi brevissimi il «piano nazionale di interventi per l’aumento di posti detentivi e per la realizzazione di nuovi alloggi destinati al personale della polizia penitenziaria». A parlare di un «programma edilizio imponente e realizzato speditamente» è il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che alla Camera annuncia «un piano a medio o lungo termine».

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L’introduzione del commissario straordinario è avvenuta nella fase di conversione del decreto ‘Carcere sicuro’, approvato alcune settimane fa in consiglio dei ministri. Il provvedimento punta già a semplificare le procedure, accelerare la burocrazia e umanizzare gli istituti garantendo anche l’alternatività della pena in comunità. E il compito della nuova figura sarà quindi quello di portare a termine in tempi più brevi quanto già annunciato dal governo riguardo al nuovo programma di edilizia penitenziaria, anche per la realizzazione di nuovi istituti in caserme dismesse come già sta avvenendo a Grosseto.

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Le misure arrivano in un momento particolarmente drammatico per la situazione degli istituti penitenziari del Paese, dove si succedono quasi quotidianamente suicidi e rivolte: due giorni fa a Venezia un altro recluso, di 37 anni, si è tolto la vita: si tratterebbe del sessantesimo suicidio dall’inizio del 2024 secondo i sindacati di polizia penitenziaria anche se attualmente, nella lista aggiornata dei suicidi accertati quest’anno – per il Garante nazionale delle carceri – i morti sono 54: un aumento comunque di 17 decessi rispetto allo stesso periodo del 2023.

Il rapporto causale

«Il sovraffollamento aumenta il rischio del suicidio», ammette il Guardasigilli nel question time alla Camera, ma – sottolinea – «non esiste un rapporto causale diretto tra suicidi e sovraffollamento carcerario. Abbiamo esperienza di momenti di sovraffollamento in tempi passati in cui i suicidi erano ridotti. Questo non significa affatto che sottovalutiamo i due problemi, significa che vanno distinti».

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La ricetta del ministro nel limitare il sovraffollamento consiste nella limitazione della carcerazione preventiva – «abbiamo un 30% di detenuti che sono in attesa di giudizio, statisticamente la metà di questi alla fine viene assolta e quindi la loro carcerazione si rivela ingiustificata» – far scontare la pena ai detenuti stranieri nei loro luoghi di origine e puntare alla detenzione alternativa, «senza affievolire il concetto di certezza della pena, che venga però incontro alle esigenze particolari di detenuti in uno stato di particolare disagio».

Intanto il prossimo 23 luglio sarà discussa alla Camera la proposta di legge Giachetti, che punta alla modifica del sistema di detrazione di pena per la liberazione anticipata dei detenuti (da 45 a 60 giorni per ogni semestre di pena scontata). La misura è anche contenuta in un emendamento allo stesso decreto carceri al Senato e non si esclude al momento che – come già annunciato per Forza Italia – possa esserci una convergenza sul provvedimento da altri partiti della maggioranza.

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