Ex Ilva, unico altoforno riportato al 90%: si punta a riattivare il secondo

A Taranto ci sono state le visite di tre possibili acquirenti

«Abbiamo iniziato la nostra esperienza il 20 febbraio. Abbiamo trovato una situazione molto complessa e condizioni delicate nel procedere al recupero della funzionalità degli impianti, partendo con un solo altoforno che produceva al 60% della sua capacità. Ora l’abbiamo portata al 90%, ripristinando normali condizioni di mercato con i fornitori». Lo ha dichiarato Giancarlo Quaranta, uno dei tre commissari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, parlando al seminario Siderweb e affrontando la situazione del siderurgico ex Ilva di Taranto e dell’altoforno 4, l’unico attualmente in funzione nella fabbrica.

«Dovremmo ora procedere verso ottobre a riprendere la produzione con un secondo altoforno, cercando di riprendere una produzione normale. Con circa l’80% degli interventi pianificati su Taranto» ha aggiunto Quaranta a proposito della rimessa in marcia di un secondo altoforno, il 2, fermo da mesi.

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La cessione di Acciaierie d’Italia

Riguardo alla procedura di cessione di Acciaierie d’Italia, Quaranta ha sottolineato che «si importano 8 milioni di tonnellate di coils per un business potenziale da 6-7 miliardi di euro. Una cifra che, credo, possa essere interessante per un investitore. Siamo al lavoro per riuscire, entro la fine del prossimo mese, a finire la stesura della procedura di gara, anche perché non è compito dei commissari quello di fare gli imprenditori – ha detto Quaranta -. In questa fase, abbiamo permesso le visite agli impianti per far sì che i soggetti interessati potessero mettersi già al lavoro per la presentazione della propria proposta d’acquisto con cognizione di causa».

A Taranto ci sono state le visite di Vulcan Steel, Steel Mont e Metinvest. Riguardo alla strategicità geografica di Taranto, il commissario Quaranta ha osservato come la città possa permettere approvvigionamenti di materie prime «da tre direttrici commerciali, oltre che dal Nordafrica. E questo è un ulteriore elemento che rende particolarmente importante il rilancio del polo siderurgico».

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