Prestiti di soldi mai restituiti, la nuova frontiera del racket

Nel mirino i commercianti del rione Kennedy di Secondigliano, controllata dal gruppo Cesarano

Un ritorno al passato. È quello a cui si sta assistendo nella zona del rione Kennedy di Secondigliano. Parliamo di criminalità organizzata, naturalmente e di assetti che stanno cambiando rapidamente. Tra le palazzine a ridosso del parco pubblico, sono state registrate fibrillazioni che portano direttamente al cuore della Masseria Cardone.

Parliamo nuovamente di Licciardi e di Alleanza di Secondigliano che, attraverso la loro longa manus territoriale, si stanno facendo largo. I ‘movimenti’ sul territorio sono stati percepiti in due modi. In primis grazie alla scomparsa delle ‘solite facce’ dal rione. In seconda battuta tastando il polso delle attività dell’economia nera. In pratica droga e racket.

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Nel periodo che ha preceduto le festività di Pasqua, sono stati numerosi i commercianti e i piccoli imprenditori ad essere ‘visitati’ da soggetti del sistema. Si è comunque abbassato il livello delle richieste, come si è abbassato il livello criminale in genere. In questi mesi, con il cambio della guardia nella gestione di alcune zone, era giunto anche un cambio delle competenze. Richieste a tappeto, anche per cifre meno consistenti, ma a tutti. Anche ai cantieri privati.

Piccole ma frequenti richieste di denaro

Ne hanno avute di trovate negli anni per chiamare il ‘pizzo’ in un altro modo, con un altro nome. Ma di fatto si tratta di estorsioni che, sebbene attenuate nella quantità, restano in tutto simili a quelle di sempre per quanto attiene alla modalità. Al pizzo è stato in un certo senso cambiato nome. Alcuni lo chiamano prestito. O meglio, non lo chiamano proprio, ma ai negozianti chiedono un prestito in denaro che mai restituiranno. È questo il meccanismo perverso del pizzo che viene definito ‘soft’.

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Imporre il pagamento di somme esigue per scongiurare qualunque rischio di denuncia. Il fenomeno è stato registrato tra il rione Berlingieri e il rione Kennedy, una zona che, ai tempi del regno dei Di Lauro, sembrava quasi inattaccabile dal punto di vista delle pressioni estorsive. In passato sono state messe in atto altre forme alleggerite di taglieggiamento. Come una sorta di ‘spesa proletaria’ esercitata in un territorio circoscritto, ma che vede un’azione che si potrebbe definire metodica.

I Cesarano

La famiglia malavitosa dei Cesarano è quella storicamente inserita nella porzione del quartiere Secondigliano chiamata rione Kennedy. Per l’Antimafia il capo del gruppo criminale è Giovanni Cesarano alias Giannino ’o biondo o anche ’O palestrato, detenuto in regime di 41bis ma sta finendo di scontare la sua pena. È stato protagonista della scissione dal clan Licciardi e della costituzione di un suo gruppo autonomo. Una scissione indolore resa possibile per lo spessore criminale e per la «credibilità nell’ambiente camorristico» del boss.

L’operatività del gruppo sul territorio è palese anche nelle dichiarazioni rese dalle persone offese, come si legge tra le pagine dell’ultima ordinanza che ha colpito il gruppo. In un caso un commerciante ha dichiarato di aver sempre fatto dei doni «spontanei», in occasione delle festività natalizie e pasquali, alla famiglia Cesarano e di aver provveduto ad alcuni lavori di manutenzione all’interno del loro appartamento senza chiedere alcun corrispettivo. Un altro ha raccontato: «Uno era solito inviare delle sue persone presso i commercianti della zona per pretendere somme di danaro, non particolarmente ingenti, ma estorte con una certa frequenza e regolarità da tutti».

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