Le contraddizioni dell’UE: «sì» alla circolazione dei megacamion da 25 metri

di Eugenio Preta

Bisogna ridurre le emissioni dei gas, ma la plenaria di Strasburgo premia il gommato

Nonostante più del 50% del trasporto merci europeo avvenga per strada e gli automezzi che lo determinano generino il 6% del totale delle emissioni dei gas ad effetto serra dell’UE, il Parlamento europeo ha votato martedì in Plenaria a Strasburgo, una risoluzione che mira a consentire la circolazione di mega camion della lunghezza di 25 metri che possano trainare un contenitore a cui si aggiunge un rimorchio.

In netta contraddizione con tutte le politiche inventate in materia ambientale, sull’impatto che bisognerebbe ridurre, sui problemi di sicurezza stradale per cui sono partite centinaia di direttive, e sulle necessità di ridurre i problemi di concorrenza con il settore ferroviario.

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Il testo adottato autorizza automaticamente la circolazione tra Stati vicini di questi giganti che misurano 25 metri e pesano fino a 60 tonnellate. Certamente una proposta legislativa che apre la porta a un sempre maggiore inquinamento, che premia il gommato e mette nell’angolo il trasporto ferroviario invece tanto auspicato. La revisione delle regole sul peso e le dimensioni dei camion spingerà inoltre anche allo sviluppo di motori a impatto zero autorizzando uno spazio supplementare per installare pile a batteria o a idrogeno.

La proposta mira a estendere anche ai camion diesel lo spettro di applicazione della proposta, permettendo loro maggiori carichi, tutto a discapito però dei mezzi meno inquinanti. Ora diventa difficile ritenere che le nuove regole possano creare reali supporti alle imprese per rendere il trasporto stradale a zero impatto energetico e più conveniente e più sicuro.

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La scusante adottata riterrebbe che trasportando la stessa massa di merci con meno veicoli e percorrenze più limitate verrebbero realizzate importanti riduzioni delle emissioni. Il Consiglio sarà chiamato ad adottare questa proposta nel prossimo mese di giugno e spetterà dunque alla nuova assemblea parlamentare eletta proprio a giugno iniziare l’iter per rendere definitivo il testo.

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