Ex Ilva, il governo scopre le carte: commissariamento temporaneo per chiudere con Arcelor Mittal

Partita la caccia a nuovi soci privati

Amministrazione straordinaria, prestito ponte da 320 milioni, ricerca di nuovi soci privati. Dopo la rottura delle trattative con Arcelor Mittal il governo scopre le carte: un commissariamento temporaneo per chiudere l’esperienza con il colosso indiano dell’acciaio, cercando quindi i migliori partner privati per difendere continuità produttiva, occupazione e sicurezza dei lavoratori.

Quella con Arcelor Mittal è una vera e propria partita a scacchi che il governo ricostruisce in una nota diffusa al termine del tavolo, definito «propositivo e costruttivo», con i sindacati di categoria. Il 15 gennaio Acciaierie d’Italia, fa sapere il governo, nonostante le trattative in corso ha presentato istanza presso la Camera di commercio di Milano per la composizione negoziata. Una mossa che negli ambienti di Palazzo Chigi viene letta come un chiaro tentativo di prendere ulteriore tempo.

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Invitalia, invece, ha inviato il 17 gennaio una lettera ad Acciaierie d’Italia holding e Acciaierie d’Italia chiedendo la verifica dei presupposti per avviare le procedure che portano all’amministrazione straordinaria: è il primo passo previsto dal decreto per avviare il confronto che poi potrebbe condurre – un condizionale d’obbligo anche se il finale appare scontato – alla nomina del commissario. Una risposta è attesa entro 15 giorni dall’invio della lettera. Se non dovesse arrivare il governo potrà comunque agire.

Prestito ponte da 320 milioni per garantire la liquidità corrente

Una volta avviato il commissariamento si passerà al secondo step: garantire la liquidità corrente con un prestito ponte, a condizioni di mercato, per 320 milioni di euro. Ma la vera partita da vincere sarà trovare nuovi partner per garantire un futuro ad Acciaierie d’Italia. Diversi i nomi circolati nei giorni scorsi: da Vulcan Green Steel e Metinvest, passando per Acciaierie Venete e gruppo Marcegaglia, fino ad arrivare ad Arvedi. Il governo è già al lavoro.

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Nell’ambito del Piano siderurgico nazionale il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, dopo un confronto sullo stesso tema con il presidente del gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti. Ma l’esecutivo si muove anche per contenere i costi sociali del commissariamento. Oggi il ministro Urso incontrerà in videoconferenza le associazioni che rappresentano le aziende fornitrici e dell’indotto di Acciaierie d’Italia. Alla riunione parteciperà anche la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone. Nei prossimi giorni sarà aperto al Mimit e al ministero del Lavoro un tavolo sul dossier che riunirà tutti i soggetti interessati: istituzioni locali, sindacati, associazioni datoriali.

I sindacati

Con l’amministrazione straordinaria all’orizzonte temono i sindacati, che chiedono certezze su lavoro, continuità produttiva e sicurezza. Per il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, «la via maestra continua a essere la gestione pubblica», ma è necessario «garantire risorse per manutenzioni, tenuta in sicurezza di impianti e lavoratori».

«L’amministrazione straordinaria – spiega il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – è uno strumento invasivo che creerà problemi. Abbiamo avuto assicurazioni, da parte del governo, sulla disponibilità a verificare quali possono essere le conseguenze per le aziende e il sistema degli appalti, così da evitare le ricadute negative». Per il segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, «il commissariamento è un percorso e una scelta difficile, la soluzione più drastica che ha ancora moltissime incertezze, perché potrebbe far pagare all’indotto e alla stessa fabbrica scelte complicate. Ma il governo – ha spiegato – ci ha garantito il confronto».

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