Caso pandoro, Chiara Ferragni e Alessandra Balocco indagate: truffa aggravata

L’influencer: ho sempre agito in buona fede

Per l’affaire del pandoro griffato Chiara Ferragni è indagata dalla Procura di Milano con l’accusa di truffa aggravata. E con lei è finita nel registro degli indagati anche Alessandra Balocco, amministratore delegato e presidente della azienda piemontese produttrice del dolce natalizio sponsorizzato dalla influencer che avrebbe fatto credere che parte del ricavato delle vendite sarebbe andato a sostegno dell’ospedale Regina Margherita di Torino.

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A decidere di iscrivere le due imprenditrici è stato il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, che coordina le indagini informando passo dopo passo il procuratore della Repubblica Marcello Viola: prima di Natale l’apertura del fascicolo conoscitivo, poi la delega al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza che alla fine dell’anno ha raccolto negli uffici dell’Antitrust le carte del procedimento, finito in primo grado con una maxi multa da oltre un milione di euro per l’influencer. Ieri, infine, il primo passo in avanti in modo da poter compiere gli accertamenti.

«Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso – è il commento di Ferragni, difesa da Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone -. Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile». «Sono, invece, profondamente turbata – ha aggiunto – per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero».

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La relazione della Gdf

A cambiare lo scenario investigativo è stata, innanzitutto, la relazione della Gdf depositata ieri mattina: si tratta dell’esito dell’analisi della documentazione del procedimento che si è svolto davanti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha contestato alle due società di Chiara Ferragni e a Balocco un comportamento «scorretto», ossia pubblicità ingannevole in materia di beneficienza.

La truffa aggravata

Le Fiamme Gialle, nella loro informativa, hanno in particolare valorizzato alcune e mail agli atti dell’incartamento dell’Authority, che gli staff della influencer e dell’azienda si sono scambiati già a partire dal settembre 2021, nelle quali «si dà conto della definizione comune dei contenuti» da pubblicare. Due mesi dopo è, poi, stato siglato il contratto da cui emergerebbe la consapevolezza – si legge nel provvedimento del Garante – che la donazione, 50 mila euro, era avvenuta nel maggio precedente e «non era legata alla vendita del prodotto» pubblicizzato via social dalla influencer per un cachet di 1 milione.

Questa corrispondenza, assieme ad altri elementi, hanno così portato a contestare la truffa aggravata dalla minorata difesa del consumatore (in questo caso parecchi) che sarebbe stato invitato ad acquistare, a prezzo maggiorato, il dolce per sostenere una struttura sanitaria che cura bimbi gravemente malati attraverso il sistema informatico, ossia le piattaforme web dell’imprenditrice. Ora Chiara Ferragni, Alessandra Balocco e i manager dei rispettivi team che hanno seguito l’operazione, la quale si sospetta sia stata di «marketing» e non di solidarietà, verranno convocati in Procura per fornire la loro versione.

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Questo per consentire di ricostruire punto per punto la vicenda e appurare se ci sia stato o meno un profitto illecito e un danno. In merito a ciò ieri la Gdf si è anche recata a Fossano, in provincia di Cuneo, nella sede della Balocco per l’acquisizione di altri documenti. Oltre all’affaire del pandoro, gli inquirenti e gli investigatori hanno intenzione di far luce anche sui casi delle uova di Pasqua delle Dolci Preziosi, della bambola Trudi e su altri simili a quelli già nel mirino in cui è stato manifestato, con post e ripost, un intento benefico, per verificare se così è stato.

La replica dell’azienda

«Balocco è una società guidata dalla stessa famiglia da quasi 100 anni, abituata a ‘far parlare’ i propri prodotti; la sobrietà fa parte dello stile della famiglia, incline al lavoro ma riservata, poco esposta a livello mediatico. Le recenti vicende, in particolare gli sviluppi della giornata odierna, ci hanno profondamente turbato, anche pensando ai valori che ci guidano e all’etica che ci ha sempre contraddistinto». E’ quanto si legge in una nota diffusa dall’azienda dolciaria. «Da oltre un anno, e soprattutto nelle ultime settimane, sono state riportate numerose informazioni non corrette, anche frutto di scarsa conoscenza, di errata interpretazione dei fatti, e in alcuni casi di strumentalizzazione», prosegue il comunicato.

«Siamo fortemente dispiaciuti che l’iniziativa sia stata fraintesa da molti: collaboreremo con le autorità, in cui riponiamo piena fiducia, certi che emergerà la nostra assoluta buona fede, e continueremo a impegnarci a creare prodotti di qualità da offrire ai consumatori in Italia e nel mondo, anche per tutelare chi è legato all’azienda, a partire dalle famiglie di chi lavora con noi. E proseguiremo a fare del bene, come già facciamo da tempo, mettendo con ancor più forza i nostri valori al centro di tutti i nostri progetti», conclude Balocco nella nota.

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