Edicole, presidi culturali che rischiano di scomparire. A Napoli il maggior numero di chiusure

di Pasquale De Luca

Crisi dell’editoria e nuove abitudini la causa del tracollo

Le edicole, quei graziosi chioschetti colorati dall’inconfondibile profumo pastoso e vanigliato della carta stampata, emblema di gioia, ribellione e trasgressione di tutte le generazioni fino ai così detti baby boomer, stanno via via scomparendo dalle grandi città, mentre nei piccoli centri già sono diventate un ricordo lontano. Ad oggi il 25% dei Comuni Italiani non né ha nessuna in attività.

Purtroppo la crisi dell’editoria, l’affermarsi delle nuove reti di comunicazione digitale e nuove abitudini hanno prodotto un calo tale sui consumi da rendere questi presidi culturali insostenibili per i gestori. A dirlo è lo S.N.A.G., il Sindacato Nazionale Autonomi Giornalai aderente alla Confcommercio, in collaborazione con Format Research.

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I numeri

In Italia ci sono attualmente quasi 12 mila edicole operative, una lieve contrazione in positivo lo scorso anno di +441 unità (pari al 3,5%), e la chiusura di 844 punti vendita (-6,5%). La città di Napoli è quella che ha subito il risultato più devastante con la chiusura di ben 34 attività solo nel 2022. Ancora più allarmante è però il turn over con attività commerciali di basso profilo come i così detti Bangla Market, gestiti da cittadini orientali che invece stanno sviluppando un tessuto commerciale assai florido contribuendo al crollo identitario dei più rappresentativi aggregati urbani.

Dopo l’anno nero 2018-2019 che ha visto la chiusura di oltre 2000 attività su base nazionale, si è cercato di arginare la falla promuovendo, accanto alla vendita di quotidiani e riviste, l’offerta di nuovi prodotti e servizi per la collettività; tra cui quelli collegati alla telefonia ed alle utenze; molto gettonati nelle grandi città il deposito bagagli, la vendita di pacchetti turistici e delle visite guidate oltre ai punti di ritiro fisico a servizio delle piattaforme di e-commerce. A Napoli molte realtà hanno iniziato ad installare servizi di ATM (bancomat) e distributori di articoli para-sanitari.

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Le iniziative politiche

La Regione Sicilia con apposito decreto, ha autorizzato la somministrazione di cibi e bevande confezionate tramite distributori automatici. A Milano e nel Lazio si è addirittura proposto di autorizzare la vendita di generi casalinghi. Ad intervenire sulla questione il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone che sostiene che le edicole rappresentano il «cardine del pluralismo democratico nel mondo della comunicazione», oltre che essere fondamentali per le ricadute economiche e sociali.

Mollicone sottolinea che il settore editoriale «vive una crisi strutturale, generata da profonde trasformazioni tecnologiche e di mercato, di cui la transizione digitale è l’aspetto più evidente». Secondo Andrea Innocenti, Presidente dei sindacato SNAG, le edicole rappresentano non soltanto un presidio culturale, ma anche il primo punto di accesso al diritto d’informazione, pertanto necessiterebbero di adeguate forme di sostegno pubblico. D’altronde non è utopistico considerare i distributori di giornali valenti paladini dell’informazione per la loro attività di divulgazione sociale.

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