Per la sinistra italiana solo delusioni: un’orchestra stonata a cui manca solo un Maestro

I migranti l’opposizione li vuole qui e non altrove. Forse si augurano che il loro numero divenga così alto da affondare la Meloni

Altra delusione a sinistra. Anche Fitch conferma il rating per l’Italia, ‘BBB’, outlook stabile, economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto. Qualcosa, però, ancora non quadra per il governo Meloni. Né avrebbe potuto essere diversamente. Ha impattato con un debito pubblico, arrivato, a fine settembre a 2.841 miliardi di euro, in calo rispetto ai 2.859 di inizio mese, ma un rapporto Dp/Pil, del 143,5% e con tre anni di pandemia, due guerre: Ucraina e Palestina e con l’inflazione in salita.

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Poi, i supertassi Bce con crollo (-8,5) dei prestiti a piccole imprese e famiglie (cui imposte e contributi tagliano salari e stipendi del 42,9%) per i mutui casa. E, per i prossimi tre anni, dovrà (anzi: dovremo) saldare i debiti di Conte e Superbonus 110 (90miliardi). In queste condizioni sarebbe stato ben difficile fare di più. Soprattutto in fatto di tasse.

Anche perché Europa e Bce premono su ratifica di MES e patto di stabilità. Ma Giorgetti ribadisce «no riforma se fa male ai conti del Paese». Né va dimenticato il rischio rescissione che, però, Draghi depotenzia, perché «l’Europa ha le risorse per farvi fronte» e, infine due alluvioni: Emilia Romagna, prima e Toscana, dopo, che hanno fatto danni ai residenti e buchi nelle finanze pubbliche.

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Danni conseguenti a 50, se non di più, anni di disattenzione per il territorio, ma la sinistra che in questo Paese ha governato per il 90% del tempo dalla nascita della Repubblica ad oggi e la Schlein – che da febbraio 2020 a ottobre 2022 (quasi tre anni, ndr) è stata vicepresidente della regione Emilia-Romagna e assessore con delega al Patto per il Clima e responsabile della Protezione Civile – vorrebbe scaricarne le responsabilità su Meloni, come il governatore toscano Giani. Che, per altro, è stato nominato commissario delegato all’emergenza, dal governo.

Il poker d’assi

E che dire del poker d’assi: Schlein, Conte, Landini, del risorto Fico e del duo Fratoianni-Bonelli a proposito dell’accordo stipulato fra Meloni e il premier albanese Rama per la creazione di due centri di accoglienza per migranti in Albania. Ne hanno dette di tutti i colori, anche la solita ripetitiva «è pura propaganda» e chiesto al Pse «di far fuori Rama» perché «aiuta l’Italia». Poi, resisi conto della figuraccia, hanno ritrattato. Troppo tardi! «Da pazzi! Un partito perso» hanno «sfottuto» i socialisti albanesi.

Fatto è che i migranti l’opposizione li vuole qui e non altrove. Nella speranza che il loro numero cresca al punto da affondare la Meloni e la faccia fuori e forse anche per evitare che gli amici «soumarunensi» perdano le enormi risorse che il «pubblico» mette a disposizione di chi, parlando di solidarietà, lucra sull’accoglienza. Ma l’esecutivo va avanti con il via libera dell’Ue. Imitato da Germania, Austria, Francia e altri partner europei.

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Intanto, con la solita «faccia di tolla» Landini (Cgil) – con il si di Bombardieri (Uil), ma sbattendo la testa contro Sbarra (Cisl) che ha ribadito il proprio «no» agli appelli altrui e organizzandone uno in solitaria per il 25 novembre – minaccia «fuoco e fiamme» contro la manovra finanziaria 2024. Perché, sostiene, «non prevede alcunché per il lavoro, contro la precarietà ed il lavoro povero», dimenticando che la Cgil ha sottoscritto ben 22 contratti collettivi di settore, con salari oscillanti fra i 5 e gli 8 (ovviamente lordi) euro e ha licenziato via email propri dipendenti storici. E a chi chiede: «perché?», neanche risponde. Ma per paura che gli scioperi falliscano, invoca papà Conte e mamma Schlein.

L’occupazione in Italia e il Fisco

Intanto, nel terzo trimestre 2023 l’occupazione in Italia è cresciuta di ben 80mila unità rispetto al trimestre precedente e di ben 512mila rispetto all’anno scorso. Una crescita, però, che sfiora, ma non tocca il Mezzogiorno e neanche aiuta a ridurre i divari Nord-Sud. E l’evasione fiscale fa il resto, se è vero com’è vero che nella graduatoria fra le regioni italiane, elaborato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, le tre peggiori sono: la Calabria con un totale di evasione fiscale di 2,7% e poi, la Puglia con il 19,2 di fuga dal Fisco e la Campania con il 20%. Anche il capoluogo che evade di più è Napoli dove ben il 34,2% dei residenti sembrano non avere particolare dimestichezza con questa regola.

La Costituzione

E che dire poi di quel centrosinistra che con la modifica del titolo V nel 2001 per 4 voti in più, ha stravolto la Costituzione e di M5S, Conte e il Pd che approfittando del covid, con Dpcm e lookdown se la sono messa sotto i piedi e oggi, insieme ai media amici, accusano Meloni di voler mettere a rischio la democrazia, con il premierato? Niente, semplicemente che il 57% degli italiani, che anche su questo hanno le idee più chiare di «lorsignori», è d’accordo con Meloni. Fossi alla «loggia stretta» ipocritamente definita «campo largo», farei di «Ipocrisia», la canzone portata a Sanremo nel ‘75 da Angela Luce, l’inno della coalizione.

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