Intesa Manfredi-Sangiuliano, il ministro rassicura: «Troveremo nuovi fondi per il Mercadante»

Il primo cittadino contro De Luca: «Evidentemente si considera più importante finanziare altre cose»

«Mi sono sentito con il ministro della Cultura, dobbiamo garantire la continuità delle attività del teatro così da fargli mantenere i requisiti di teatro stabile». Lo dice il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, riferendosi al taglio di fondi da parte della Regione Campania per il Teatro Mercadante di Napoli. «Faremo uno sforzo sia come comune che come Città Metropolitana per aumentare la dotazione che ogni anno si è sempre data al Mercadante – rassicura – questo per fare in modo che lo status di teatro stabile non venga perso».

Manfredi, che domani sarà a Parigi con il ministro Gennaro Sangiuliano ha sottolineato che sarà quella «l’occasione per affrontare anche questo tema» augurandosi poi «che anche il ministero faccia uno sforzo come mi ha detto il ministro». Il sindaco di Napoli pur entrando apertamente in conflitto con il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha chiarito che «in Regione ci sono tanti esponenti politici della città e credo che a questo dibattito non debba partecipare solo il comune e mi auguro che ci sia anche un ripensamento da parte della Regione. Evidentemente si considera più importante finanziare altre cose – aggiunge – perché non fate queste domande al presidente De Luca?»

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La notizia è stata confermata anche dagli uffici del ministro. «Siamo al lavoro con il massimo impegno per trovare i fondi aggiuntivi da destinare al Teatro Mercadante di Napoli, per supplire in tutto o in parte, al taglio effettuato dalla Regione Campania. Si tratta di un’operazione complessa, perché le risorse sono già programmate, ma contiamo di intervenire per scongiurare la sospensione della rassegna ‘Pompeii Theatrum Mundi’ e il rallentamento delle attività dello stesso Mercadante» ha affermato in una nota Gennaro Sangiuliano. L’interessamento del ministro era già stato anticipato ieri pomeriggio in una nota di Luciano Schifone secondo il quale il taglio era un atto «gravissimo non solo per l’entità, ma anche per la tempistica».

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