La politica contemporanea è senza vie d’uscite?

E’ sempre più indispensabile una classe politico-dirigente culturalmente attrezzata e capace di orientarsi in un cono d’ombra imperscrutabile

La dimensione attuale, che si vive nella contemporaneità, offre un paradigma, su cui soffermarsi, studiare e comprendere su quali basi si possa porre la discussione pubblica e verso cosa sia orientata. Oggi i temi della guerra, ma prima ancora della pandemia e delle economie declinate globalmente dai poteri forti hanno immortalato e favorito l’affermarsi di un clichè che, anziché chiarirci le idee ed aiutare la comprensione, non ci fa uscire dal cono d’ombra fatto di deficit culturale e di crisi permanente.

Così non si vede la luce fin quando non si trovano vie nuove in cui l’umanità si dimostri capace di trovare coraggio e determinazione ovvero sia in grado di sperimentare interpretazioni aggiornate e illuminanti. Ebbene il macigno che l’uomo contemporaneo si porta addosso è dettato dal fatto di non sapersi re-inventare di non dimostrarsi all’altezza di uno scatto in avanti ispirato da un sussulto dirompente da cui far scaturire idee comuni divulgabili in una comunità, in termini di crescita e solidarietà. Solo attraverso un nuovo modo di pensare è possibile superare il tran tran bulimico di chi si contorce nella complessità senza riuscire a venirne fuori.

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Ed allora se la liquidità latente ci rende tutti precari e ci fa vivere in una specie di nebulosa in cui tutto è confuso e poco nitido alla vista, sarebbe il caso di ricostruire creativamente un percorso che porti a dare valore e centralità al senso di comunità.

Ebbene in questo universo in cui tutto viene assimilato in una dimensione di falsificazione del bene e del male, ci viene incontro questo tradizionale ed aggiornato concetto di comunità a cui appartenere che se coniato concretamente e correttamente potrebbe aiutarci vicendevolmente a distribuire positività, in termini di sussidiarietà, e rafforzare nella coesistenza vincoli di solidarietà.

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Democrazie in crisi e masse popolari

Ciò potrebbe essere la risposta alla conflittualità diffusa, alle tensioni quotidiane, fino ad arrivare al pensiero di dissoluzione della guerra, che prima ci ha incapsulato in un immaginario ed in una visione apocalittica e adesso ci fa dipendere da nuovi e permanenti «ismi» che non ci aiutano a riannodare i fili della fiducia. Si è interrotto in tal modo un canale comunicativo che poteva essere utile a comprendersi e a darci un senso compiuto tale da qualificarci e misurarci in termini di equilibrio istituzionale tra democrazie in crisi e masse popolari.

Ecco che la comunità intrisa di quella «noia», dovuta ad una carenza di interpretazioni utili a mutare paradigma. In un mondo che, come dice Marco Follini, è specchio di quel «… vento calmo e monotono, se così si può dire. Tutt’altro che impetuoso. Dal quale siamo solo blandamente disturbati di tanto in tanto. E dal quale peraltro abbiamo cercato di ripararci facendo ricorso alle illusioni della fantasia, alle strategie della rimozione e all’esercizio della pazienza.»

Se in questo notiamo che non possiamo più affidarci a delle elites distanti e distinte dal popolo e dalla partecipazione civica, se ne ricava la necessità di ispirare nuove classi dirigenti attraverso il necessario mutare di modelli, formule e lessico, che nell’avvicendarsi della storia, abbiano la forza e la determinazione di trasformare il rapporto con il potere, che non significa, come dice il presidente della «Fondazione con il Sud», Carlo Borgomeo, che la comunità si qualifichi come «un valore per anime pie o di inguaribili nostalgici… È (invece) la condizione per il benessere comune.»

Ecco che ciò può rappresentare un’occasione perché la consapevolezza diffusa e partecipata divenga «una chiave di volta» per aprire un laboratorio in cui si possano sperimentare, nell’ambito locale e nazionale, nuovi modi di declinare lo stare assieme, sí da portare a compimento impegni sul terreno dell’innovazione amministrativa e governativa. Solo partendo da tale rinnovato senso di realtà e dal suo manifesto deficit di sensibilità, si possono offrire opportunità innovative per molti.

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