I “saccheggiatori” di Bruxelles ci vogliono mettere nel sacco. Come le tangenti del Qatar!

di Nuccio Carrara*

Microchip impiantati sottopelle per la gioia di poter pagare poggiando la mano sopra il POS. Ce lo chiede il “capitalismo della sorveglianza”

Mentre in Italia la sinistra si impegnava in una lotta titanica contro il tetto all’uso del contante portato dal governo fino a cinquemila euro, e mentre si stracciava le vesti per un altro pericoloso provvedimento che consentiva ai commercianti di poter pretendere di essere pagati con il contante fino alla stratosferica cifra di sessanta euro, foriera di evasione fiscale, è arrivata improvvisa la deflagrazione dello scandalo delle mazzette generosamente elargite dal Qatar a politici della sinistra europea per accaparrarsi i Mondiali di calcio.

Da un po’ di tempo alla sinistra non ne va bene una. Sconfitta in Italia, sperava di trovare la sponda europea per rendere difficile la vita al nuovo governo facendo leva sulla sua preponderante influenza nelle istituzioni dell’Unione Europea, dalla quale dipendono i flussi di denaro legati al Pnrr e alle riforme e condizioni dallo stesso imposte, tra queste la lotta all’evasione.

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Ironia della sorte, è stata la stessa Unione Europea a proporre il tetto al contante di diecimila euro, il doppio di quello adottato in Italia. Fine di un pretesto di lite. Ma c’è di più, molto di più, la corsa verso l’abolizione progressiva del contante si è bruscamente arrestata (momentaneamente?) di fronte allo scandalo che passa ormai sotto l’appellativo Qatargate.

L’ospitalità delle eminenti personalità della sinistra

Montagne di denaro hanno trovato ospitalità e accoglienza clandestina nelle dimore di eminenti personalità della sinistra italiana ed europea, a cominciare dalla vice presidente greca del parlamento europeo, Eva Kaili, e da un ex sindacalista della CGIL, Antonio Panzeri, ed ex europarlamentare del Pd, nonché fondatore di organizzazioni umanitarie a difesa di quei diritti che non prevedono il corrispettivo di particolari doveri, quali l’immigrazione incontrollata e clandestina, le libertà sessuali Lgbtq+ e roba affine.

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Si tratta anche di personaggi molto impegnati nella lotta all’evasione fiscale e alla corruzione, principi sacrosanti da declamare nei comizi e nei consessi partecipati da gente molto sensibile alle conquiste progressiste e tecnologiche. Ed infatti, non si permetterebbero mai di pagare il caffè con denaro contante, che è pure sporco e trasmette pericolose malattie, ma si sono sempre battuti per l’uso della moneta elettronica.

Il fatto che gli sceicchi del Qatar li abbiano oberati di pesanti sacchi di contante non deve stupire più di tanto: forse da quelle parti non sono ancora evoluti come noi ed hanno affidato ai nostri politici il compito di sottrarre dalla circolazione qualche milione di euro per favorirne la trasformazione in moneta elettronica da depositare in qualche paradiso fiscale.

La quarta rivoluzione industriale

Dopotutto la digitalizzazione universale è un impegno preciso della nostra Unione Europea, un obiettivo da perseguire a qualsiasi costo. Ciò farà felice Klaus Schwab fondatore e presidente del World Economic Forum (WEF), autore di un libro che vorrebbe essere un vademecum per i suoi allievi, oggi collocati ai vertici di parecchi stati e istituzioni sovranazionali, “la quarta rivoluzione industriale”. E nell’era digitale il microchip trionferà.

Secondo Schwab, l’uomo dovrà interagire sempre più con i prodigi della tecnologia informatica e digitale, e naturalmente i microchip faranno la parte del leone: verranno installati sul corpo per migliorarne le prestazioni fisiche e intellettuali.

Già si contano almeno 800 microchip impiantati sottopelle per la gioia di poter pagare poggiando la mano sopra il POS. Se ne sta occupando la Walletmor, azienda polacca con sede a Londra, già entrata in contatto con alcuni istituti bancari italiani.

I fanatici del “progresso” non si curano di avere avviato un viaggio, forse senza ritorno, verso il transumanesimo, verso l’uomo supertecnologico che sarà spiato in ogni sua scelta, in ogni suo movimento, sul suo stato di salute e persino sui suoi pensieri, per essere meglio addomesticato alle necessità di quello che ormai viene definito come “capitalismo della sorveglianza”.

Economicamente ci avviamo verso un regime che imporrà a tutti la tracciabilità elettronica dei pagamenti e ciò dovrà comportare la scomparsa della moneta cartacea o metallica. Tutti saranno obbligati ad avere un conto corrente, anche i bambini se vorranno comprare le caramelle o coloro che vivono di elemosina.

Il proprietario unico di tutta la ricchezza

In questo modo, il Sistema bancario, che attualmente crea dal nulla la moneta nell’alto dei cieli delle Banche Centrali e la fa circolare sotto forma di prestiti a Stati e privati, non solo rimarrà di fatto il proprietario unico di tutta la ricchezza monetaria, ma la farà tornare alla casa del Padre ancor prima che ne esca: semplicemente la tratterrà nel circuito bancario senza mai trasformarla in quella che per noi è ancora l’unica moneta a corso legale: l’euro di carta e di metallo. Ai depositanti verrà tolto persino il ricordo tattile dei propri soldi e, con esso, l’illusione di esserne i legittimi proprietari dal momento che non potranno più tenerli in tasca per i bisogni quotidiani.

Il tutto in nome della lotta all’evasione fiscale, che però sarà riservata agli ultramiliardari per lasciarli liberi di continuare a trasferire i loro capitali dove vogliono, magari nelle società multinazionali e nelle banche di cui sono azionisti, grazie proprio alla digitalizzazione e alla moneta elettronica.

Ai saccheggiatori di Bruxelles potranno comunque essere elargite mazzette elettroniche in qualche paradiso fiscale oppure, se proprio vorranno continuare ad utilizzare i loro sacchi, potranno riempirli di metalli preziosi come già avvenuto in passato in Italia in un triste scandalo di mala sanità. Un’idea da prendere in considerazione.

Bisogna sperare in una provvidenziale interruzione dell’energia elettrica nei palazzi del potere perché lassù si capisca che i comuni mortali devono fare i conti anche con i disservizi tecnici quando si recano al bancomat o vogliono effettuare transazioni via internet. Senza elettricità non si potrà comprare neppure il pane.
La libertà passa anche dall’essere e sentirsi padroni dei propri soldi. Capirlo è fondamentale per non farsi mettere nel sacco dagli euro-saccheggiatori.

Nuccio Carrara
Già deputato e sottosegretario
alle riforme istituzionali

Setaro

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