Infrastrutture: il settore dei trasporti avrà il suo «Livello Essenziale di trasporto»

di Marco Carmine Foti

Arriverà con il «Piano Nazionale del Trasporto Pubblico Locale» che sostituirà il vecchio decreto Burlando

Il settore dei trasporti è centrale nell’agenda di Governo. Come dichiarato dal Presidente del Consiglio dei Ministri in occasione del discorso per la fiducia alla Camera «le infrastrutture al Sud non sono più rinviabili» ed «anche nel resto d’Italia è necessario realizzarne di nuove, per potenziare i collegamenti di persone e merci». Questo perché, come riportato nel programma presentato agli italiani, un territorio, per essere competitivo, deve essere accessibile ed intermodale, veloce e sostenibile. Pilastri che definiscono con chiarezza l’idea del «sistema dei trasporti».

«Con l’obiettivo di ricucire non solo il Nord al Sud ma anche la costa tirrenica a quella adriatica e le Isole con il resto della Penisola», un passaggio del discorso del Presidente. Rendere la Nazione accessibile, oltre a garantire la normale connessione degli utenti sistematici (pendolari) e non con i nodi diffusi sul territorio, significa garantire un sistema di trasporti efficiente e sicuro, dall’alta velocità alla mobilità locale e di prossimità.

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Per questo motivo uno dei pilastri del programma punta alla realizzazione di un «Piano nazionale per la mobilità», che sia di indirizzo alle Regioni ed alle aree metropolitane, ponendo in essere l’obiettivo prioritario della «Cura del ferro» dei servizi locali e nazionali, offrendo maggiore slancio all’ammodernamento di treni, ferrovie e stazioni.

Il Sud non più problema ma risorsa per lo sviluppo

«Il Sud non più visto come un problema ma come un’occasione di sviluppo per tutta la Nazione colmando un divario infrastrutturale inaccettabile». A partire dall’intermodalità attraverso l’estensione della rete dell’Alta Velocità nel Sud Italia, con particolare attenzione alle tratte oggi scoperte (come ad esempio da Salerno a Reggio Calabria), e la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, opera simbolo e strategica per lo sviluppo del sistema trasportistico italiano ed europeo.

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Ma rendere accessibile una Nazione significa soprattutto disporre di servizi di mobilità efficaci, efficienti e rispondenti alle esigenze di tutti i cittadini, indirizzati verso i poli urbani e metropolitani, le aree montane, i borghi antichi, i nodi socio-sanitari, i servizi pubblici e le iniziative commerciali, gli hub aeroportuali ed i nodi ferroviari, comprese le stazioni ferroviarie dei capoluoghi di provincia e di costa. Porzioni di territorio che oggi scontano il distacco con i grandi centri urbani. Accessibile significa anche, e soprattutto, offrire servizi di qualità a tutti i cittadini. Per le persone a mobilità ridotta, per le quali oggi non è così.

Un «Piano nazionale del trasporto Pubblico Locale» per cancellare il decreto Burlando del ‘97

Siamo pronti ad avviare la più grande riforma del settore attraverso un’apposita Legge di riordino del TPL che vada a sostituire il vecchio e superato DL «Burlando» (422/97) e definire il primo «Piano Nazionale del Trasporto Pubblico Locale», strumento di pianificazione strategico che si pone gli obiettivi di «disegnare» modelli di intervento in capo alle Regioni, Città metropolitane e Comuni con più di 15 mila abitanti.

La riforma del TPL prenderà le mosse dalla definizione della Commissione Europea dei «servizi minimi» intesi come «obblighi di servizio pubblico intesi a garantire frequenza, qualità, regolarità per il trasporto sicuro a costi ragionevoli Approccio che riteniamo retrogrado, superato, inefficace e produce perdite per la spesa pubblica, sostituito da un nuovo concetto, il «Livello Essenziale di Trasporto», ovvero prestazioni e servizi che l’Amministrazione pubblica è tenuta a fornire a tutti i cittadini in ragione del rispetto di quel diritto alla mobilità richiamato più volte nella Costituzione italiana.

La proposta prevede Livelli Essenziali di Trasporto focalizzati attraverso un concetto di trasporto pubblico concepito a condizioni accessibili per tutti, integrativo alla mobilità privata utilizzata per recarsi sul luogo di lavoro o per raggiungere l’istituzione scolastica o universitaria o sanitaria oppure anche di svago, con forme anche diverse dalle soluzioni tradizionali (basti pensare al paradigma della sharing mobility).

Sono soltanto alcuni degli aspetti che intendiamo sviluppare per connettere in maniera efficiente tutto il territorio italiano all’Europa, raggiungendo lo storico risultato di colmare il divario tra il Nord e il Sud della Nazione.

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