Quando le idee servono per governare… con Meloni premier l’Italia può cambiare passo

di Rino Nania

Dovrà far capire all’Ue che senza l’Italia l’Unione non può esistere

Senza idee non si va da nessuna parte. E le idee hanno bisogno di essere alimentate. La linfa delle idee sono i valori, ovvero quel paradigma di coordinate nelle quali rintracciare indirizzi e buona volontà: in cui i talenti vengono valorizzati e la vocazione ricercata per dare riscontri positivi al governo delle comunità.

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Beh … questo è in estrema sintesi il ruolo e l’obiettivo di chi assume l’onere di dare dimostrazione di senso pratico e capacità nel dare soluzioni alle criticità. In questi giorni in cui si è insediato il nuovo governo si ha modo di capire che il cambio di passo si avverte perché una nuova mentalità ed un nuovo schieramento ha raccolto il consenso attraverso votazioni democratiche.

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Dopo molti anni (circa 11) la politica ha potuto riappropriarsi del proprio ruolo istituzionale ed esprimere una nuova classe dirigente, ma non soltanto con alcuni uomini, ma soprattutto con una leader che è Giorgia Meloni. È stato certamente un passaggio storico per una destra che, attraverso una donna e una militante-competente, è riuscita a ricevere la piena legittimazione a guidare la nazione italiana.

In tutto questo ci può stare anche un senso di vertigine, ma in lei scompare quella vanità che si può avere per il risultato raggiunto. Certamente Giorgia Meloni è un outsider, ma la nobile arte del “fare politica” le ha permesso di assimilare una postura fatta di concretezza e confronto, di riconoscimenti anche di livello europeo e pragmatismo, di umiltà e solidità.

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Un segno tangibile

Se il tratto che la distingue dagli altri è la sua lodevole determinazione adesso, che viene messa alla prova, dovrà dare senso al tempo ed alle scelte che vorrà compiere. Dovrà, cioè, dare un segno tangibile che questo atteggiamento può dare frutti alla nazione ed essere un’occasione per tutti gli italiani da non sprecare. Le molteplici sfide non sono facili e la Meloni non avrà una funzione comoda da esercitare. Sicché sarà parimenti chiamata a tradurre la visione di una Europa dei popoli contro la finanziarizzazione della politica e soprattutto di una nazione che orgogliosamente avrà l’impellente compito di esprimere capacità e valori per dare seguito nel merito al consenso ricevuto.

Deve rintracciare nel realismo politico quell’ulteriore passo che la rende unica nell’interpretare una necessaria visione riformatrice per la nazione e per l’Europa. Giuridicamente dovrà avviare un percorso di rinegoziazione con l’Europa affinché si possano costruire nuove linee guida capaci di riposizionare il continente europeo quale momento di solidarietà tra Stati e non come Stati che sono preda di soggetti speculatori, che oggi vedono nel gas il pretesto per vantaggi fuori misura e domani sono pronti a cambiare cavallo per assaporare nuove fonti di speculazioni. La Meloni dovrà far capire a tutti che senza l’Italia l’Europa non può esistere e con l’Italia l’Europa può divenire più coesa e più solida.

Se le precarietà rendono tutto fragile, ciò avviene perché la nomenclatura euro-burocratica non solo non ha saputo ipotizzare alternative risolutive, ma certamente si è piegata ad interessi che vanno oltre o contro i cittadini europei. La crisi dell’impianto istituzionale europeo non trova ad oggi via d’uscita perché le troppe debolezze favoriscono gli egoismi. L’Italia, oggi, con la Meloni può fornire un’ipotesi ed una prospettiva, una soluzione ed un traguardo che si può intendere come una ripartenza per dare dignità a chi, fino ad oggi, non è riuscito con umiltà a far ri-diventare grande questa nazione e quest’Europa.

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