Napoli, il ritorno dei turisti non deve illuderci. La città è fuori controllo

Napoli ha subito un declino lento ma costante ed inesorabile

Non possiamo farci abbagliare dalla nostra storia passata né bearci per il ritorno in massa dei turisti, dobbiamo dirci con chiarezza che Napoli oggi è una città fuori controllo. Si dice spesso che Napoli è una capitale europea ma di europeo ha sempre meno tranne le testimonianze storiche ed artistiche di cui dobbiamo ringraziare solo chi nei secoli scorsi ha governato la città lasciando a noi soltanto la nostalgia del ricordo dei fasti e della grandezza del tempo che fu.

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Negli ultimi 30 anni Napoli ha subito un declino lento ma costante ed inesorabile e vertenze come Bagnoli, Napoli Est, il degrado del centro storico o il declino del porto sono ben lontani da essere avviate a soluzione, anzi sono lì a imperituro ricordo della incapacità di governare e amministrare la città in modo organico ed efficiente da parte di quella sinistra che da decenni ininterrottamente ha occupato le istituzioni locali.

Quello che più preoccupa, oggi, è che accanto ad una evidente situazione generale di degrado la città oggi sia del tutto fuori controllo da parte delle forze dell’ordine. Gli episodi capitati solo negli ultimi giorni come gli accoltellamenti di Marechiaro, la rissa sulla spiaggia delle Monache, l’omicidio di Soccavo e la moto che travolge un tavolo di un ristorante a Forcella investendo una cameriera ed uno dei clienti, lo ribadiscono con forza.

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La sensazione di evidente abbandono da parte dei cittadini è sempre più forte. Ho ascoltato il proprietario del ristorante di Forcella lamentarsi di aver chiamato inutilmente nella immediatezza dell’accaduto con i numeri di emergenza di polizia e carabinieri senza riuscire ad avere l’invio di una pattuglia e, addirittura, che il gruppo di turisti argentini, di cui faceva parte il cliente investito, recatosi alla polizia non abbia potuto sporgere denuncia ma invitati a tornare il giorno dopo.

Gruppuscoli di delinquenti e lo spaccio ogni 100 metri

A nulla è valso il Patto sulla sicurezza di Napoli, sottoscritto dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, a gennaio scorso, che avrebbe dovuto garantire la promozione e l’attuazione di un sistema di sicurezza partecipata e integrata per lo sviluppo della città.

La città oggi è occupata manu militari da gruppi e gruppuscoli di delinquenti, in alcune zone ogni 100 metri c’è una piazza di spaccio e episodi di violenza si registrano con preoccupante frequenza provocando insicurezza nei cittadini che toccano con mano la presenza della criminalità e nessuna seria azione di contrasto al fenomeno. Hanno paura a denunciare perché non hanno più fiducia nelle forze dell’ordine e temono di restare soli di fronte a minacce e rappresaglie.

La droga oggi è il maggiore business della delinquenza nostrana. Marijuana, cocaina, droghe sintetiche e nuove sostanze psicoattive, tutto il campionario degli stupefacenti è in vendita a Napoli con metodi che diventano man mano sempre più sfacciati e palesi.

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Intorno allo spaccio della droga si muovono gli interessi dei clan che si limitano a svolgere una attività di “ingrosso” e che possono contare su una manovalanza fatta di giovanissimi e di immigrati che provvedono a piazzare la merce direttamente in strada per poche decine di euro. Combattere la droga oggi significa mettere in ginocchio e colpire al cuore le organizzazioni criminali che si alimentano attraverso questa attività.

A Napoli il 25% delle telecamere di videosorveglianza non funziona e si aspettano i fondi del PNRR per riattivare e rafforzare la rete cittadina per avere uno strumento in più per il controllo del territorio. Gli uomini delle forze dell’ordine, almeno quelli che lavorano con lealtà, oggi sono sottopagati e demotivati. La cittadinanza, per i motivi che abbiamo detto, non denuncia. I mezzi a disposizione sono sempre più ridotti e gli investimenti nel campo della sicurezza sembrano non appartenere all’agenda del governo.

Necessario il cambio di passo

Per determinare una inversione di tendenza che riporti Napoli allo splendore che merita servirebbe un cambio di passo a partire dal Sindaco, che oggi appare insieme alla sua giunta completamente un corpo estraneo alla città, ma anche un diverso approccio rispetto al fenomeno della criminalità.

La lettura di una città vasta e multiforme come Napoli non si può ridurre alla rilettura di quei luoghi comuni che per anni l’hanno caratterizzata, oggi occorre intervenire con misure di controllo più rigide ma anche con una forte politica di prevenzione e con un coinvolgimento concreto di cittadini, commercianti e associazioni, che possano rianimare e rendere vivi i quartieri.

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