Guerra in Ucraina, all’alba esplosioni in centro a Kiev e Kharkiv

Giornalista russa irrompe nel tg contro la guerra, arrestata

Ancora un’alba di paura a Kiev. Violente esplosioni – almeno tre – sono avvenute verso le 5 in una zona residenziale della Capitale ucraina e sono state sentite in tutta la città. Ad essere colpito è stato un palazzo di dieci piani: molti gli appartamenti in fiamme. Poco prima le sirene erano tornate a suonare ed era scattato l’allarme anti aereo. Come riportato da alcuni testimoni, a seguito delle deflagrazioni – probabilmente provocate da missili da crociera – numerosi allarmi di edifici e auto hanno iniziato a suonare per le strade. Anche a Kharkiv sono state segnalate esplosioni in città.

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L’ennesima notte di bombardamenti apre il ventesimo giorno di guerra, nel quale i rappresentanti di Russia e Ucraina si incontreranno ancora (in videoconferenza) per cercare di trovare un accordo che metta fine al conflitto. I rappresentanti di Kiev continuano a rinnovare la richiesta di un immediato «cessate il fuoco» e del ritiro delle truppe russe dal loro territorio.

Il vertice Usa-Cina a Roma

Ieri la situazione in Ucraina è stata al centro del vertice a Roma tra il consigliere alla Sicurezza nazionale Usa Jack Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Il faccia a faccia è durato quasi 8 ore.

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Jake Sullivan ha esposto a Yang Jeichi «dirette e molto chiare preoccupazioni» di Washington riguardo al possibile «sostegno di Pechino alla Russia» e alla sua invasione dell’Ucraina. E «le conseguenze» che questo avrebbe per la Cina. Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato, Ned Price, rispondendo ad una domanda durante il briefing sul colloquio.

«Il consigliere per la Sicurezza nazionale e la nostra delegazione hanno sollevato in modo diretto e molto chiaro le nostre preoccupazioni riguardo al sostegno da parte della Cina alla Russia a fronte dell’invasione – ha detto il portavoce del dipartimento – e le implicazioni che qualsiasi sostegno di questo genere avrebbe per le relazioni della Cina non solo con noi ma con tutto il mondo, compresi i nostri alleati e partner in Europa e nell’Indo-Pacifico».

La Cina – attraverso il direttore della Commissione affari esteri del Partito comunista cinese Yang Jiechi – invita ancora alla «massima moderazione» nella gestione della crisi, sottolineando l’importanza di proteggere i civili e di prevenire una crisi umanitaria su larga scala.

Zelensky vuole estendere la legge marzale

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel frattempo, ha presentato un disegno di legge per estendere la legge marziale nel Paese per altri 30 giorni (era stata introdotta in tutto il Paese lo scorso 24 febbraio) mentre il governo ha lanciato un sito – in collaborazione con le piattaforme di criptovaluta FTX ed Everstake – per raccogliere donazioni in bitcoin e altre valute virtuali a supporto dell’Ucraina contro l’invasione russa e incanalare le risorse alla banca centrale ucraina.

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«In 19 giorni l’esercito russo ha avuto più soldati morti che nelle due sanguinose guerre in Cecenia» ha detto Zelensky in un discorso diffuso online, prima di rivolgersi ai militari russi (parlando in russo): «Vi offro una scelta: a nome del popolo ucraino, vi diamo la possibilità di vivere. Se vi arrendete alle nostre forze militari, vi tratteremo come devono essere trattati gli esseri umani: con dignità. Il modo in cui non siete stati trattati dal vostro esercito. E il modo in cui il vostro esercito non tratta la nostra gente. Scegliete».

La giornalista russa

«Sono grato a quei russi – ha aggiunto – che non smettono di cercare di divulgare la verità, che stanno lottando contro la disinformazione e raccontano fatti reali ai loro amici e alle loro famiglie. Personalmente sono grato a quella donna che è andata nello studio di Channel One con un cartello contro la guerra». Lei si chiama Maria Ovsyannikova ed è una dipendente dell’emittente. E’ stata arrestata, ma è ricomparsa con un video pre-registrato nel quale attacca ancora più duramente il regime spiegando che in Russia sono stati tutti «zombificati».

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