La senatrice Tiziana Drago e la deputata Wanda Ferro, di Fratelli d’Italia, lanciano un appello al governo Draghi per quanto riguarda l’essenzialità di un’opera strutturale per il Sud Italia: il Ponte sullo Stretto di Messina.
Le esponenti di FdI chiedono al governo di rivedere le scelte operate per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza giudicando la destinazione dei fondi estremamente svilente per l’intero Mezzogiorno.
«Fino a quando dovranno abusare della pazienza dei meridionali? Per dirla con Cicerone l’ennesimo rinvio relativo alla realizzazione e pianificazione di un’opera strategica come il Ponte sullo Stretto suona come una beffa amara che penalizza, ancora una volta, il Sud e due Regioni bisognose di infrastrutture e sviluppo», dicono Drago e Ferro.
«Ad oggi, infatti, le risorse previste per il Mezzogiorno nei prossimi cinque anni, comprese le opere in corso di realizzazione, non superano i sei miliardi euro. Troppo poco rispetto ai 40 miliardi di opere previste nel centro Nord».
«La Sicilia e la Calabria attendono da un secolo il Ponte sullo Stretto e tra continui rinvii, scelte ideologiche e occasioni mancate, siamo qui a dover digerire – nostro malgrado – l’ennesimo fallimento. La “falsa” giustificazione dei tempi, indicati nel 2026, per la conclusione dell’opera addotta dal Ministero per l’inserimento dell’opera nel Pnrr non regge. Mentre si è realizzato il terzo ponte sul Bosforo, sulla città di Instabul, mentre dopo la tragedia del Morandi a Genova si è ricostruito un ponte in tempi irrisori, il Sud Italia ancora attende. Una logica attendista che mortifica due Regioni vittime di un gap enorme con il Nord Italia, vittime di spopolamento, crisi economica, disoccupazione», proseguono le esponenti di FdI.
«Il Ponte sullo Stretto di Messina è un’opera cantierabile. Il vincolo principale del pilone del Ponte interferente con la ferrovia è stato superato con l’apposito spostamento nel 2013 dell’asse ferroviario nella località di Cannitello e il costo esclusivo per la costruzione del solo attraversamento sospeso su pile non supera i 2,9 miliardi di euro. Inoltre l’Ue ha già previsto l’opera: tanto che nel 2005 l’ha inserita all’interno del corridoio ferroviario ad alta velocità Berlino-Palermo delle reti Ten-t».
«Investire sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina significa investire nelle infrastrutture e quindi nello sviluppo del Mezzogiorno. Per questo chiediamo al governo Draghi di dare un segnale netto», concludono Drago e Ferro.