Draghi, cos’è cambiato davvero per l’Italia e il Sud? La Meloni che scala le classifiche

Dopo un mese di Draghi e il Cdm di venerdì scorso, cos’è cambiato per l’Italia. E per il Sud? Al di là delle (dis)interessate narrazioni, non molto: la “nomenclatura” del Cts, il capo della Protezione Civile e il commissario all’emergenza; la Lega e Salvini diventati europeisti convinti (lo scranno copre pure la puzza dell’ammucchiata?); il neo segretario Pd, Letta si è scelto i vice: Provenzano e (per parità di genere) Tinaglia; la Germania si fa i vaccini, lasciandoci soli e (senza) Speranza.

Di più, per la Bce di Recovery si può discutere, ma di soldi si potrà parlare, solo «a settembre» e saranno «pochi»; i leghisti vorrebbero cambiare la destinazione dei fondi Recovery, togliendo al Sud quelli previsti dal piano; ma sul fronte meridionale, la ministra Carfagna, assicura l’assunzione entro luglio di 2.800 tecnici per il Recovery, ma, vista la ristrettezza dei tempi, “come” saranno arruolati? Cencelli o vecchio metodo Rai: uno di centrosinistra, uno di centrodestra e uno bravo?

Pubblicità

Fossi al posto della Meloni, mi guarderei dagli alleati (o ex?) ai quali la fiducia degli italiani, la sua leadership in FdI e nell’Ecr non sembrano particolarmente graditi, perché mette in discussione la loro nella coalizione in Italia, costringendoli a fare “buon viso a cattivo gioco”. Per il resto, l’Italia è sempre chiusa.

Venerdì, però, il Cdm ha approvato il dl Sostegni, da 32 miliardi, che poi è quello “Ristori” già approvato da Conte, ribattezzato e rimodulato. Draghi in conferenza stampa ha dichiarato esplicitamente che «quest’anno non si chiedono soldi, ma si danno» e di aver fatto il massimo per imprese e famiglie.

Pubblicità Federproprietà Napoli

D’accordo per la prima, ma se il massimo è che dall’8 aprile le risorse, 3.700 euro mediamente, saranno sui conti correnti d’imprese, autonomi e Partite Iva, siamo davvero messi male! Certo, ha lasciato anche intendere, che i soldi veri le aziende li vedranno, forse, dopo lo scostamento contenuto nel documento di Economia e Finanza di aprile, cioè, non prima di maggio-giugno. Speriamo sia vero e non sia troppo tardi.

Per dimostrare la gravità della crisi in atto, i media la paragonano a quella finanziaria del 2007-2011, anticipando che le sue conseguenze saranno più pesanti e ne risentiremo più a lungo. Verissimo. Il Covid-19, ci lascerà due pesantissime eredità: il virus con il quale ci toccherà convivere vita natural durante, per cui i governi dovranno preoccuparsi di attrezzare gli ospedali in maniera adeguata e procurare i vaccini per contrastarlo, e le altrettanto pesanti conseguenze economiche.

Purtroppo, il Conte bis, finora – a differenza di quanto fatto negli altri Stati, dove hanno chiuso e riaperto con maggiore oculatezza – tra coprifuoco e lockdown indiscriminati, “stop and go”, “chiusure a gogò” e arresti domiciliari per tutti, da un anno a questa parte, ha fermato del tutto l’Italia e bloccato totalmente i consumi. E il Paese reale, ne risentirà decisamente più degli altri.

Per averne consapevolezza basta considerare che nel 2020 rispetto al 2019: il fatturato dalle imprese italiane è crollato di 289 miliardi di euro (-11,2%). Il settore più penalizzato è quello turistico (-40,3%), seguito dalle attività di famiglie (-38,9%), sportive e intrattenimento (-27,1%), finanziarie e assicurative (-21,1%), poi tutte le altre.

A livello di regioni, quella che ha perso di più è stata la Sardegna oltre il -25%, ben il 18% in più, rispetto alla media nazionale che si è fermata al -7,2%. In coda tutte le meridionali: Abruzzo (-6,4%), Puglia (-5%), Campania (-4,8), Sicilia (-4,7), Molise (-4,6), Calabria (-3,9) e Basilicata (-1,7).

E’ del 7,2 la percentuale d’imprese private che hanno chiuso i battenti; la disoccupazione è cresciuta di ben 440 mila unità. Un numero destinato a crescere di almeno altre 800 mila unità quando, a ottobre, scadrà il blocco dei licenziamenti.

Di più, la pandemia c’è costata ben 130 miliardi, il debito pubblico è arrivato 2.603 miliardi di euro. Insomma, gli italiani, nascono già debitori di oltre 43.5 mila euro a testa. Ma le priorità di Letta sono Ius Soli e voto ai sedicenni, non il Sud, che «deve crescere sulla scia di quanto impostato dal governo Conte». Già, cosa?

Setaro

Altri servizi

A Napoli un 34enne accoltellato alla schiena da sconosciuti

Ricoverato in codice rosso, non è in pericolo di vita Ieri, in tarda serata, a Napoli, un uomo di 34 anni, residente nel quartiere di...

Il Sud si ribella con l’arte: la rinascita culturale tra opere monumentali e paesaggi trasformati

Una rivoluzione silenziosa ma tenace che parte dal cuore del Meridione In un tempo in cui l’Italia si interroga sul valore dei territori marginali, emerge...

Ultime notizie

Giornalista arrestato per estorsione: avrebbe chiesto 10mila euro per non pubblicare articoli diffamatori

Aveva appena incassato 5mila euro dalla vittima Una mazzetta da 10mila euro per evitare la pubblicazione di articoli di stampa diffamatori, nonché attinenti la vita...

Alex Meret rinnova con il Napoli: firmato il contratto biennale

Ha avuto un adeguamento dell’ingaggio Il Napoli ha ufficializzato il rinnovo biennale del contratto con Alex Meret, che resterà portiere del club azzurro fino al...

Circumvesuviana, i pendolari scrivono a De Gregorio: programma condiviso per superare criticità

Tra le proposte la cancellazione del servizio «Campania Express» I pendolari della Circumvesuviana tornano a far sentire la propria voce. In una lettera inviata al...