Per il 2 giugno Mattarella richiama tutti all’unità e alla responsabilità. «Siamo parte di una stessa storia, di uno stesso popolo»

«Unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro. Una generazione con l’altra. Un territorio con l’altro. Un ambiente sociale con l’altro. Tutti parte di una stessa storia. Di uno stesso popolo».

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Nell’anno del compleanno più difficile per la Repubblica italiana, Sergio Mattarella pronuncia il suo messaggio senza dubbio più delicato, dove chiede a tutti unità. Di essere parte della stessa storia e di sentirsi uno stesso popolo. Nel corso di questi lunghi mesi non ha mai fatto mancare la sua attenzione al popolo italiano, e nei passaggi più delicati è intervenuto pubblicamente per sostenere le famiglie, le imprese e i lavoratori. Tutti gli italiani.

Lo fa di nuovo, stavolta però dai Giardini del Quirinale insolitamente vuoti nel ricevimento che anticipa il 2 giugno. Niente festa, senza la tradizionale parata militare ai Fori Imperiali e con un concerto senza pubblico per l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, diretta dal maestro Daniele Gatti, con musicisti distanziati, muniti di mascherina e con solo la presenza di archi. Il peso dell’epidemia Covid-19 si fa ancora sentire ma Mattarella evidenzia come «accanto al dolore per le perdite e per le sofferenze patite avvertiamo, giorno per giorno, una crescente volontà di ripresa e di rinascita, civile ed economica».

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Il Capo dello Stato sa bene di avere davanti un Paese che arranca a trovare una via d’uscita alla crisi economica, con una tensione sociale latente che rischia da un momento all’altro di esplodere, con uno scenario politico sempre più lacerato, con le Regioni una contro l’altra, con maggioranza e opposizione schierate in fronti contrapposti e con il governo sempre sull’orlo della crisi.

Una situazione per molti versi simile al 1946 che «segnava anch’essa un nuovo inizio. Superando divisioni che avevano lacerato il Paese, per fare della Repubblica la casa di tutti, sulla base dei valori di libertà, pace e democrazia». E allora le «forze politiche, che erano divise, distanti e contrapposte su molti punti, trovavano il modo di collaborare nella redazione della nostra Costituzione, convergendo nella condivisione di valori e principi su cui fondare la nostra democrazia. Quello spirito costituente rappresentò il principale motore della rinascita dell’Italia. Seppe unire gli italiani, al di là delle appartenenze, nella convinzione che soltanto insieme si sarebbe potuta affrontare la condizione di estrema difficoltà nella quale il Paese era precipitato».

Sergio Mattarella
Un momento del discorso del presidente Mattarella

E così mentre «allora si reagiva ai lutti, alle sofferenze e alle distruzioni della guerra. Oggi dobbiamo contrastare un nemico invisibile, per molti aspetti sconosciuto, imprevedibile, che ha sconvolto le nostre esistenze e abitudini consolidate. Ha costretto a interrompere relazioni sociali, a chiudere le scuole. Ha messo a rischio tanti progetti di vita e di lavoro. Ha posto a durissima prova la struttura produttiva del nostro Paese».

Il 2 giugno 2020 quindi per il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, è una data «emblematica per l’inizio della nostra ripartenza», anche se non si fa dubbi perché «dobbiamo avere piena consapevolezza delle difficoltà che abbiamo di fronte. La risalita non sarà veloce, la ricostruzione sarà impegnativa, per qualche aspetto sofferta. Serviranno coraggio e prudenza. Il coraggio di guardare oltre i limiti dell’emergenza, pensando al futuro e a quel che deve cambiare. E la prudenza per tenere sotto controllo un possibile ritorno del virus, imparando a conviverci in sicurezza per il tempo che sarà necessario alla scienza per sconfiggerlo definitivamente».

Ma l’Italia non è sola, avverte Mattarella, perché «l’Europa manifesta di aver ritrovato l’autentico spirito della sua integrazione. Si va affermando, sempre più forte, la consapevolezza che la solidarietà tra i Paesi dell’Unione non è una scelta tra le tante ma la sola via possibile per affrontare con successo la crisi più grave che le nostre generazioni abbiano vissuto. Nessun Paese avrà un futuro accettabile senza l’Unione europea. Neppure il più forte. Neppure il meno colpito dal virus».

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«Sono convinto che insieme ce la faremo» dice con fiducia Mattarella perché «il legame che ci tiene uniti sarà più forte delle tensioni e delle difficoltà. Ma so anche che la condizione perché questo avvenga sarà legata al fatto che ciascuno, partecipando alla ricostruzione che ci attende, ricerchi, come unico scopo, il perseguimento del bene della Repubblica come bene di tutti. Nessuno escluso».

E per dimostrare la sua vicinanza a chi ha sofferto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, annuncia che oggi sarà a Codogno «luogo simbolo dell’inizio di questo drammatico periodo, per rendere omaggio a tutte le vittime e per attestare il coraggio di tutte le italiane e tutti gli italiani, che hanno affrontato in prima linea, spesso in condizioni estreme, con coraggio e abnegazione, la lotta contro il coronavirus. Desidero ringraziarli tutti e ciascuno. L’Italia -in questa emergenza- ha mostrato il suo volto migliore. Sono fiero del mio Paese».

Un discorso che ha riscontrato subito gli apprezzamenti generali. Matteo Salvini ringrazia Mattarella che con il suo appello «ricorda a tutti che le vittime e la sofferenza non possono essere la scusa per miseri attacchi politici». Un messaggio quanto mai opportuno, dopo che abbiamo letto addirittura di ‘dossier’ per colpire la Lombardia e i suoi morti.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Apprezzamento anche dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni per le «parole cariche di emozione. E’ vero che nei momenti di emergenza il popolo italiano sa mostrare il suo lato più forte e fiero.

Se possibile, oggi siamo ancor più orgogliosi di essere italiani». Mentre Antonio Tajani parla di «parola sagge» del presidente della Repubblica «quando invita tutti quanti ad impegnarci insieme come italiani. Questo non significa mischiare maggioranza e opposizioni ma significa dare il meglio di noi stessi per aiutare il nostro paese».

Vito CrimiDalla maggioranza non parla il premier Conte ma il capo politico del M5S, Vito Crimi evidenzia come «le parole rivolte dal presidente Mattarella agli italiani per questo 2 giugno, così diverso dai precedenti, come sempre hanno toccato le giuste corde». E dal Pd il capogruppo in Senato, Andrea Marcucci, apprezza «le parole del presidente Mattarella ci spronano ad andare avanti nel solco dell’unità e della solidarietà. Gli italiani hanno reagito ad una vera emergenza aiutandosi gli uni con gli altri».

Intanto per oggi alle 10 a piazza del Popolo a Roma è prevista la manifestazione del Centrodestra. MeloniSalviniTajani con 300 esponenti dei tre partiti ribadiranno che «L’Italia non si arrende» e porteranno la voce degli italiani e delle categorie dimenticate dal governo. Un’iniziativa che sarà replicata in altre 100 piazze d’Italia e che sarà l’antipasto per la grande manifestazione nazionale del prossimo 4 luglio sempre a Roma.

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