Causa coronavirus il voto per il referendum sul taglio dei parlamentari, originariamente previsto per il 29 marzo prossimo è rinviato a data da destinarsi. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri in attuazione delle misure contro la diffusione del virus che impongono di evitare luoghi affollati e di mantenere la distanza di sicurezza di un metro tra una persona e l’altra. Per il momento non ha ancora fissato la nuova data in cui si andrà alle urne. La decisione in proposito sarà assunta entro il 23 marzo prossimo.
Intanto l’avvocato beneventano, presidente di Demonline, circolo politico online, Luigi Razzano è stato nominato portavoce regionale del Comitato per il no al referendum per il taglio dei parlamentari. Al comitato regionale campano stanno aderendo numerosi esponenti del mondo delle istituzioni, della politica, dell’università, delle professioni, del sindacato, del terzo settore.
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Referendum sul taglio dei parlamentari, ora decidono i cittadini
«Anche in Campania siamo attivi per sostenere le ragioni del no ad una riforma (il taglio dei parlamentari, ndr) che consideriamo liberticida – spiega Razzano – auspichiamo, che un’ampia maggioranza di cittadini impedisca la riduzione del numero dei parlamentari: è in gioco la rappresentanza politica perché diminuendo i parlamentari crescerebbe la distanza – al momento già notevole – fra la politica, i partiti e le Istituzioni, dai cittadini e dal territorio. Ed è giusto che a decidere che, con il proprio voto, siano gli elettori, dal momento che, durante l’iter legislativo, i Partiti hanno votato in modo contraddittorio» e, aggiungiamo noi, secondo le proprie esigenze e posizioni politico-partitiche del momento.
Razzano: «Il risparmio con il taglio dei parlamentari ammonterebbe a 1,35 euro»
Se vincessero i ‘Sì’ l’Italia scenderebbe all’ultimo posto dei 27 Stati membri dell’Unione europea nel rapporto fra deputati e abitanti. Non è vero che in pochi si lavora meglio. Poiché riducendo del 37% i parlamentari si affiderebbe il lavoro delle commissioni a pochissimi membri di pochi partiti, mentre la democrazia è un bene supremo: risparmiare su questa non è solo sbagliato, ma ridicolo, visto che «il risparmio – conclude Razzano – sarebbe dello 0,007 del bilancio statale ovvero 1,35 euro per cittadino: un caffè all’anno. Noi vogliamo difendere la democrazia e la Costituzione». La riforma approvata dal Parlamento prevede che il numero dei deputati scenda a 400 e quello dei senatori a 200. Un taglio definito «inaccettabile» dal Comitato Democratici per il NO, di cui è portavoce il costituzionalista prof. Marco Plutino.
Nel comunicato di cui sopra, il comitato del ‘no’ ed il suo presidente campano, Razzano non se lo sono chiesti e non si sono posti un problema istituzionale di notevole portata, e allora lo chiediamo e lo poniamo noi: ma quale autorevolezza e credibilità avrebbe il Capo dello Stato, eletto nel 2022 da 345 parlamentari abusivi. A meno che – ovviamente, senza dirlo – il premier Conte, non stia pensando a dare le dimissioni e a possibili elezioni dopo il referendum e, comunque, prima del 2022.
Cosa cambierà se vince il ‘sì’
Quello sul taglio dei parlamentari è un referendum molto atteso: se i sì superano i no, verrà confermato il taglio di 345 poltrone in Parlamento, di cui 115 in Senato e 230 alla Camera. E’ possibile, anzi ormai probabile, che, oltre al rinvio del referendum sul taglio dei parlamentari potrebbero slittare anche le elezioni regionali.
Il quesito referendario che verrà sottoposto agli elettori:
Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari» approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?