Viviamo in un’era moderna, in cui anche i ragazzi del Sud online nel 2025 trascorrono gran parte del loro tempo tra smartphone e schermi digitali, con i social media a farla da padrone, così come i siti di streaming e le console che si ritagliano una fetta importante nelle attività dei giovani.
Tuttavia, emergono anche criticità legate alla disinformazione, alla dipendenza da social e a un persistente divario digitale rispetto al resto del Paese.
Social e streaming: i nuovi spazi di socialità e intrattenimento
Come scritto poco più sopra, i social media sono il cuore pulsante della vita online dei giovani cittadini del Mezzogiorno. Nel rapporto stilato da Censis 2025, prendendo come riferimento i ragazzi tra i 14 e i 29 anni, troviamo il 78,1% di loro che utilizzano la piattaforma di Meta, Instagram, mentre il 77,6% YouTube e il 64,2% TikTok.
Per i ragazzi del Sud presenti online nel 2025, piattaforme come TikTok e Instagram sono diventate non solo strumenti di intrattenimento, ma anche canali principali per l’informazione: il 51% dei giovani italiani ammette di utilizzarle come fonti di notizie, piuttosto che leggere giornali o programmi di informazioni come telegiornali o programmi d’inchiesta.
Il tempo trascorso sui social è significativo: TikTok guida con una media di 2,4 ore al giorno, seguito da Instagram e WhatsApp con 1,8 ore. Spazio, ovviamente, anche al gaming, con il 72,4% degli adolescenti coinvolti, e al live streaming su piattaforme come Twitch e YouTube, utilizzate sia per intrattenimento che per formazione.
Informazione e disinformazione: tra consapevolezza e rischi
Importante anche le differenze di accesso all’informazione rispetto al passato. Questo perché adesso i canali privilegiati sono gli smartphone e i tablet. Anche se spesso possono portare i giovani alla disinformazione, in quanto si è sempre bombardati da informazioni da ogni dove, quindi è sempre più probabile imbattersi in fake news.
Una ricerca dell’Istituto Toniolo rivela che quasi un giovane su tre mette like a notizie non verificate, e i ragazzi del Sud mostrano tassi di interazione con le fake news superiori alla media nazionale.
Nonostante il 70% dei giovani ritenga di saper riconoscere una fake news, solo il 28,5% degli 11-17enni legge riviste e giornali online, e appena il 37% nella fascia 14-17 anni . Questo indica una preferenza per contenuti brevi e visivi, spesso a scapito della profondità e dell’affidabilità dell’informazione.
Divario digitale e dipendenza
Il Sud Italia continua a scontare un significativo divario digitale. Secondo Save the Children, il 17% degli studenti di terza media nel Sud non raggiunge le competenze digitali minime, percentuale che sale al 32% nelle Isole. Questo gap si riflette anche nelle competenze informatiche di base: circa il 30% dei giovani ammette di essere poco o per nulla competente nel trovare informazioni su beni e servizi online.
Parallelamente, cresce il fenomeno della dipendenza da social media. In regioni come la Campania, oltre l’11% dei giovani tra i 18 e i 35 anni è a rischio elevato di dipendenza, una delle percentuali più alte in Italia. Questo comporta non solo un impatto sulla salute mentale, ma anche una disconnessione tra vita online e offline, percepita dal 45% della Generazione Z.