Riprende lo scandalo: voli e treni a prezzi proibitivi a Pasqua

Studenti e lavoratori fuori sede: meglio volare a New York, costa meno

Ogni anno, con l’avvicinarsi delle festività, gli italiani che vivono lontano dalle proprie famiglie si trovano ad affrontare un ostacolo sempre più insormontabile: il costo proibitivo dei trasporti. Pasqua 2025 non fa eccezione, anzi, segna un triste record. Secondo un’indagine di Assoutenti, le tariffe dei voli nazionali hanno subito aumenti fino al 468% rispetto ai periodi non festivi. Un esempio emblematico: un volo di andata e ritorno da Milano Linate a Napoli, con partenza il 18 aprile e ritorno il 22 aprile, costa almeno 500 euro, una cifra poco inferiore a quella necessaria per volare a New York nelle stesse date.

La situazione non migliora per altre destinazioni del Sud Italia. Voli da Linate a Catania partono da 518 euro, per Palermo da 499 euro e per Cagliari da 460 euro. Anche chi parte da altri aeroporti del Nord affronta spese elevate: un volo da Genova a Catania costa almeno 401 euro, mentre da Torino a Reggio Calabria si spendono circa 600 euro.

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Chi sceglie il treno si trova lo stesso scenario. Un viaggio da Torino a Reggio Calabria, con partenza il 18 aprile, varia da 195 euro per soluzioni con tempi di percorrenza più lunghi, fino a 360 euro per i collegamenti più rapidi. Anche i pullman, tradizionalmente considerati un’opzione più economica, hanno subito aumenti significativi. Un viaggio da Milano o Torino a Reggio Calabria il 18 aprile supera i 120 euro, mentre per raggiungere Lecce o Bari dalle stesse città si spendono oltre 100 euro.

Le giustificazioni delle compagnie di trasporto

Secondo le compagnie aeree e ferroviarie questi aumenti sono dovuti a:

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  • L’alta domanda: le festività rappresentano un periodo di picco per gli spostamenti, e l’elevata richiesta porta a un incremento dei prezzi.

  • Costi operativi: Le aziende citano l’aumento dei costi del carburante come motivazione per le tariffe elevate.

Spiegazioni fragili, buone giusto per i comunicati stampa. Perché i numeri raccontano un’altra verità. Secondo i dati ufficiali del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, aggiornati al 10 aprile 2025, la benzina costa in media 1,753 euro al litro, il gasolio 1,655. Prezzi tutto sommato contenuti. Eppure le tariffe di treni e aerei continuano a salire. Senza contare che sui trasporti pubblici sono già previste agevolazioni. Allora cosa stiamo pagando davvero? Siamo ben lontani dai picchi del caro carburante del 2022. E allora? Qual è la scusa adesso? È difficile non vedere, in tutto questo, un’evidente speculazione ai danni di chi vuole solo tornare a casa.

Impatto sui fuori sede

Per chi vive lontano da casa, il viaggio verso Sud non è mai stato un capriccio. È un bisogno, un diritto, un gesto d’amore. Eppure, oggi più che mai, viene trattato come un lusso. Studenti, giovani lavoratori, figli emigrati per forza più che per scelta si ritrovano davanti a un bivio crudele: pagare cifre assurde per un treno o un volo, oppure rinunciare a riabbracciare la propria famiglia.

Non è una scelta, è un ricatto. Uno schiaffo alla dignità di chi tiene in piedi questo Paese con lavori precari, stipendi ridicoli e affitti che divorano il portafoglio.

E intanto le istituzioni tacciono, come se fosse normale che tornare a casa costi quanto un viaggio intercontinentale. Se questo è il senso dell’equità nei trasporti pubblici, allora siamo ben oltre l’emergenza. Siamo all’abbandono.

Bisogna intervenire con urgenza

Diverse associazioni come Assoutenti hanno sollecitato interventi da parte delle autorità competenti per regolamentare le tariffe dei trasporti durante le festività, al fine di evitare speculazioni che gravano sulle tasche dei cittadini. È importante che il governo prenda provvedimenti al fine di garantire prezzi equi e accessibili, soprattutto in un periodo in cui il costo della vita è già elevato.

È inaccettabile che i cittadini debbano affrontare spese così elevate per ricongiungersi con le proprie famiglie. Le giustificazioni fornite dalle compagnie di trasporto sono insufficienti di fronte all’evidenza dei dati. È ora che le istituzioni intervengano per garantire il diritto alla mobilità per tutti. Basta pratiche speculative!

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