Ponticelli, omicidio Capozzi: la pista che porta al clan De Micco

Imparentato con i Sarno, non si esclude la vendetta trasversale

I killer hanno fatto fuoco poco dopo le 21 aspettando sugli scooter la vittima predestinata. Conoscevano i suoi orari, forse lo monitoravano da tempo. Sei colpi di pistola per uccidere Enrico Capozzi, 36 anni. L’agguato è avvenuto in via Aldo Merola,nei pressi del civico 32, nel quartiere di Ponticelli, quello che un tempo era il regno dei Sarno.

Alcuni passanti hanno trasportato il corpo della vittima al vicino pronto soccorso dell’Ospedale Del Mare. Alcuni familiari, alla notizia della morte dell’uomo, sono andati al pronto soccorso, ma l’Asl specifica in una nota: nessuna devastazione. Capozzi con i Sarno era imparentato. La famiglia di Ponticelli adesso annovera una serie di pentiti e questa potrebbe essere la principale pista: una vendetta trasversale da parte dei De Micco. Il delitto ha fatto piombare nuovamente nel terrore il quartiere.

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Libera, l’associazione contro le mafie, ha espresso «profonda preoccupazione» per l’accaduto. «Un fatto – riferiscono dall’associazione – che riporta tragicamente l’attenzione sulla pervasività della criminalità organizzata in questo quartiere di Napoli. Questo ennesimo episodio di violenza sottolinea la necessità di un impegno collettivo per contrastare la criminalità organizzata che continua a insanguinare i nostri quartieri».

«Ponticelli – afferma il referente provinciale di Libera Napoli, Pasquale Leone – è da tempo teatro di conflitti tra clan per il controllo del territorio, che si traducono in sparatorie, omicidi e atti intimidatori, imponendo un clima di paura sulla comunità locale. Questa comunità non può essere ostaggio della violenza camorristica. È fondamentale che le istituzioni, le forze dell’ordine e i cittadini collaborino attivamente per costruire giustizia sociale e un futuro libero dalla paura. Libera continuerà a essere presente sul territorio, promuovendo iniziative di sensibilizzazione, percorsi quotidiani per i più giovani e supportando chiunque voglia contribuire al cambiamento».

Setaro

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